Voi venite a prometterci la ricchezza dei venti e della grande stella con una ingenuità oscena e tiranna, e non sapete che i venti guidano la nostra vita in tutte le stagioni e che la stella madre-padre è centro e nord di tutti i nostri sud ancestrali.
Voi che volete collegare i sud in nome del progresso con i suoi tristi ornamenti di vetrine e solitudini, ci fate arrabbiare e ridere nella vostra puerile ingenuità quando vi vediamo così distanti, assenti, tristi, svincolati da voi stessi, dandovi all’oasi del capitale, ai successi e allo sviluppo. E non sapete che noi, anche in ciò che credete rovine, continuiamo a leggere i segnali della terra, degli animali, dei venti, dell’acqua che ci legano all’eterno.
Non sapete che siamo semi con i saperi di tutti i mondi, delle nostre antenate e antenati e che questo non si uccide o scompare in una persona, che siamo monti, granai, campi di granturco in campagna e in città e che germogliamo con tutta la forza, l’amore e la rabbia di cui questo tempo ha urgenza.
Non dimenticate che ci siamo, che siamo molti, che fioriamo nonostante tutte le siccità.
Ricavato da un testo di Alika Santiago Trejo, della Collettiva di Donne
K-luumit X’ko olelo’ob, Bacalar, Quintana Roo, di fronte alle minacce a Pedro Uc.
Nelle ultime settimane, il governo del Messico ha realizzato un simulacro di grande portata. Non per proteggersi di fronte ai sismi, ma per far credere alla popolazione di tutto il paese, e specialmente a quella del Sudest, che sono state fatte consultazioni con i popoli indigeni sul Treno Maya e che decine di migliaia di persone -indigene e altri- hanno dato la propria approvazione al progetto, che è un atto avanzato della manipolazione e della falsificazione della realtà.
La cosa brutalmente reale, è che oppositori indigeni del progetto, come il poeta maya Pedro Uc e la sua famiglia, sono tormentati e minacciati di morte affinché stiano zitti. Molte reti e collettivi hanno denunciato queste minacce, che fanno anche parte della nutrita lista di assassinii, attacchi e aggressioni contro i difensori dei territori, e che i popoli hanno denunciato nella Quarta Assemblea congiunta del Congresso Nazionale Indigeno e del Consiglio Indigeno di Governo, così come nel Forum a Difesa del Territorio e la Madre Terra, che sono stati realizzati nel dicembre 2019 con l’EZLN, nel Chiapas.
Il Treno Maya è uno dei progetti ai quali tutte queste organizzazioni e popoli si oppongono, ma che il governo di López Obrador considera chiave e si propone di portare avanti a qualunque costo. Così lo ha stabilito nel suo piano di governo fin prima di essere eletto presidente. Il progetto congiungerebbe con linee ferroviarie, cinque stati: Chiapas, Yucatán, Campeche, Quintana Roo e Tabasco. Il treno in sé stesso, come spiegano Samuel Rosado e Ramón Vera Herrera in Ojarasca, è appena una parte del progetto. Anche se la linea e l’aumento del traffico avranno impatti ambientali, sociali e sulla natura, soprattutto in zone dove non esistono strade o altre linee ferroviarie precedenti, come Calakmul, gli impatti più devastanti del progetto saranno in aree che vanno molto al di là delle zone dove passeranno le vie.
Riassume Heber Uc, del Consiglio Indigeno di Bacalar, “il Treno Maya è l’inizio di una connessione di differenti progetti che da alcuni anni sono portati a termine nella penisola, come le celle fotovoltaiche, i parchi eolici, l’agroindustria, i mega allevamenti di suini e il cosiddetto turismo ‘verde’, tra gli altri”. Tutto questo, spiega, sarà unito dal treno. La speculazione della terra è già cominciata e “dall’annuncio del progetto molta gente sta giungendo nella zona per appropriarsi della terra, e lungo i bordi della via del tratto da Bacalar a Cancún sta avvenendo una serie di spoliazioni mediante la violenza”.
Questi sono tutti gli aspetti centrali del progetto Treno Maya, ma che il governo non mette in discussione. Sul recente processo chiamato di “consultazione” che a novembre e dicembre il governo ha realizzato acceleratamene, l’organizzazione dei Diritti Umani dell’ONU, che è stata convocata dal governo ad assistere come osservatrice e ha partecipato alla metà delle “assemblee” consultive, ha elaborato un rapporto critico. Ha segnalato che non erano state rispettate le condizioni che esigono gli standard internazionali ai quali è soggetto il Messico, secondo i quali la consultazione dovrebbe essere per cercare il permesso, in modo “precedente, libero, informato e culturalmente adeguato”.
Dichiarano che sebbene l’esercizio che ha svolto il governo -15 riunioni informative e 15 cosiddette assemblee- sia stato precedente all’esecuzione del progetto, la ricerca del permesso non si è riflessa nella convocazione e nel protocollo di consultazione nei quali si descrive “come uno dei suoi obiettivi stabilire degli accordi con le comunità riguardo alla loro partecipazione alla implementazione e alla distribuzione dei benefici, fatto che potrebbe far intendere che il progetto si farà indipendentemente dal risultato della consultazione”.
L’ONU-Diritti Umani ha rivelato che non sono stati nemmeno rispettati gli altri requisiti, giacché l’informazione ha descritto solo i presunti benefici, senza informare degli impatti negativi, neppure quando, al riguardo, sono stati interpellati nelle riunioni i rappresentanti governativi. Addizionalmente, gli eventi non sono stati organizzati insieme alle comunità, per rispettare i loro tempi, usi e costumi, ma sono stati programmati dalle autorità, con appena due settimane tra le riunioni informative e le cosiddette assemblee. Nonostante il nome, queste istanze non erano assemblee delle comunità, ma sono stati convocati rappresentanti municipali e agrari, senza dare l’opportunità alle stesse comunità di discutere, elaborare l’informazione ed eleggere, insieme alle proprie autorità tradizionali, coloro che sarebbero le e i delegati a tali consultazioni. L’ONU-Diritti Umani ha segnalato anche la bassa partecipazione di donne e che molte persone non hanno potuto accorrere per mancanza di risorse economiche.
Ma il punto di maggior di preoccupazione dell’organizzazione è stato di aver osservato che per i partecipanti, il rispetto di diritti e necessità fondamentali, come acqua, igiene, sanità, educazione, lavoro, casa, apparivano condizionati dall’accettazione del progetto. L’organizzazione ha spiegato che in alcuni casi, rappresentanti del governo hanno dichiarato che i diritti economici, sociali e culturali, non erano condizionati, ma il modo in cui si è sviluppata la presunta “consultazione” ha fatto intendere che con il Treno Maya questi diritti si sarebbero concretizzati.
A questo riguardo, è illustrativo il racconto di Margarita Valdovinos, ricercatrice dell’UNAM, che come osservatrice ha anche partecipato alle consultazioni. Riferisce che le “informazioni” che sono state date alle comunità, sone stata parziali e viziate, così come ha segnalato l’ONU, ma anche, che nella convocazione sono stati esortati a venire a porre del domande e petizioni delle comunità, non specificatamente sul progetto. Questo ha fatto sì che nelle riunioni, i presenti esprimessero una lunga lista di necessità, a cui i rappresentanti governativi in modo diretto o indiretto hanno risposto o fatto intendere che si sarebbero potute soddisfare con il progetto, per cui alla fine della riunione, hanno interpretato che i presenti davano la propria approvazione al Treno Maya.
Di fronte alle preoccupazioni espresse dall’ONU-Diritti Umani, il governo del Messico ha risposto, come tanti altri governi, con la denigrazione dell’organizzazione, adducendo che le sue valutazioni non erano vere -come se non fossero stati lì di persona e non avessero visto tutto in prima fila- e li ha accusati di “assumere una linea da militanza sociale d’opposizione”. Ha aggiunto anche che l’organizzazione ignorava “la volontà espressa dalle comunità” a favore del progetto.
Con il Progetto Integrale Morelos, il governo di AMLO ha accusato le ed i contadini, che da anni difendevano il proprio territorio, di essere “radicali conservatori”, fatto che ha dato adito all’assassinio del comunero Samir Flores. Ora all’ONU-Diritti Umani sono “militanti sociali d’opposizione”, perché segnalano le severe deficienze di queste cosiddette consultazioni, dando adito a nuove aggressioni nella regione del progetto Treno Maya. Pedro Uc ha ricevuto le minacce poche ore dopo essersi espresso in una riunione criticamente sul progetto.
Sono gli stessi popoli coloro che sanno che sviluppo vogliono, come e perché. A loro non gli è stato chiesto, molto meno alle loro condizioni e con le loro forme politiche e culturali. Le consultazioni ordite dal governo vogliono solo vendere e giustificare l’avanzamento di un progetto con il quale le imprese guadagneranno e di progetti devastatori, spogliando le comunità dei loro territori. Sono tempi infausti. Come dice Alika Santiago, i popoli continueranno a fiorire nonostante tutte le siccità.
30 dicembre 2019
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Silvia Ribeiro, “Tren Maya: neocolonialismo de alta intensidad” pubblicato il 30/12/2019 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/tren-maya-neocolonialismo-de-alta-intensidad/] ultimo accesso 13-01-2020. |