L’ACES contesta le azioni del Governo: “Non abbiamo paura e continueremo ad organizzarci”


I portavoce dell’organizzazione hanno messo in discussione il modo di agire del governo e hanno affermato che tutto questo risponde alla storica persecuzione politica contro gli studenti secondari.

Questa mattina i portavoce dell’Assemblea Coordinatrice degli Studenti Secondari (ACES) hanno fatto riferimento alla denuncia che il Governo ha presentato contro di loro per l’appello a boicottare la PSU (Prova di Selezione Universitaria).

La denuncia sarà indagata dai Carabinieri e invoca un articolo della Legge di Sicurezza dello Stato, in concreto l’articolo 6 lettera C che tipifica le condotte “che incitino, promuovano o danneggino le installazioni, i mezzi o gli elementi impiegati per il funzionamento dei servizi pubblici o di pubblica utilità”, tra gli altri. E si aggiunge che si applica anche per “coloro che, allo stesso modo, impediscano o rendano difficile il libero accesso a dette installazioni, mezzi o elementi”.

Al riguardo gli studenti hanno ribadito quello che già avevano dichiarato attraverso le reti sociali, dove hanno detto di non aver paura delle azioni legali che si stanno prendendo.

“L’appello è chiaro, che non abbiamo paura di lui e che continueremo ad organizzarci, che si comprenda che se la modalità è le denunce dovranno denunciare il popolo nel suo insieme, tutti territori che sono scesi nelle strade. L’appello è chiaro: è alla solidarietà, all’autodifesa e a continuare a mobilitarci nelle strade, ad organizzarci e a non cadere nel loro gioco della paura e nel loro show mediatico per reprimere gli studenti secondari”, ha detto Víctor Chanfreau.

Intanto, Ayelén Salgado ha dichiarato che “la persecuzione politica è storica verso gli studenti secondari e oggigiorno, sempre lo abbiamo detto, non siamo solo noi dell’ACES che siamo contro la PSU e che abbiamo fatto appello al boicottaggio, c’è molta gente che ci sta appoggiando in questo appello”.

I giovani, inoltre, hanno segnalato che sebbene non abbiano avuto ufficialmente notifica della denuncia, già si stanno consigliando legalmente per questa situazione e anche di fronte alle minacce di morte che hanno ricevuto per aver fatto appello a manifestare.

D’altra parte, Víctor Chanfreau ha fatto riferimento al ruolo della ministra dell’Educazione e ha detto che “la ministra Cubillos appare, non per parlare di educazione, ma per parlare nuovamente di repressione verso i secondari”.

“È un’altra dimostrazione che sono disperati e che questo governo violento non vuole ascoltare e l’unica cosa che vuole fare è continuare a reprimere il suo stesso popolo, allora ci sembra vergognoso e inaccettabile ed è un motivo di più per continuare a mobilitarci”.

Insieme a questo hanno contestato l’idea che è sorta, che la PSU sia effettuata in istallazioni militari, quindi hanno affermato che questo è “non comprendere che cosa significhino i militari nella storia di questo paese”.

Riguardo a possibili cambiamenti sul modo di richiedere l’ammissione universitaria, i portavoce dell’ACES hanno dichiarato che continueranno a mobilitarsi e a rifiutare questo meccanismo e che, se uno nuovo viene stabilito, sperano che questo sia creato insieme alle comunità educative.

9 gennaio 2020

Diario UChile

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
ACES por acciones del Gobierno: “No les tenemos miedo y vamos a seguir organizándonos”” pubblicato il 09/01/2020 in Diario UChile, su [https://radio.uchile.cl/2020/01/09/aces-por-denuncia-del-gobierno-no-les-tenemos-miedo-y-vamos-a-seguir-organizandonos/] ultimo accesso 11-01-2020.

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