Héctor Llaitul e la nuova Costituzione: “La lotta del popolo nazione mapuche ha un altro cammino”


Tomás González F.

In una conversazione con Radio Universidad de Chile, il portavoce del Coordinamento Arauco-Malleco (CAM) ha affermato che, anche se devono andare per strade diverse, “la liberazione del nostro popolo passa anche attraverso la liberazione del popolo cileno”.

Questa settimana è stato approvato alla Camera dei Deputati il progetto di legge che propone di stabilire il numero di seggi riservati in un eventuale organo costituente affinché questi siano utilizzati da rappresentanti dei distinti popoli originari che abitano il territorio nazionale.

Dentro al Congresso, i principali detrattori di questa idea sono stati i settori più conservatori della destra, come l’UDI e alcuni RN, che vedevano con preoccupazione che non ci fossero rappresentanti indigeni dei loro settori. Nonostante ciò, il progetto è stato approvato con una pesante maggioranza, venendo così inviato al Senato per la seconda formalità legislativa in una giornata che molti parlamentari hanno giudicato come “storica” per i popoli originari.

Nonostante ciò, anche dentro le medesime etnie ci sono detrattori di questo sistema, come è il caso del Movimento Mapuche Autonomista e del suo dirigente, Héctor Llaitul. In una intervista a Diario y Radio Universidad de Chile, il portavoce del Coordinamento Arauco-Malleco si è mostrato restio a partecipare ad un processo guidato da un’interculturalità che, dice, non li rappresenta.

Come è stata vista dal CAM la lotta che negli ultimi tempi sta facendo il movimento sociale cileno, dove nelle manifestazioni sono stati protagonisti anche i simboli mapuche?

È soprattutto un riconoscimento di noi che nel Movimento Mapuche Autonomista abbiamo avuto un profilo e una definizione anticapitalista. Di fatto, consideriamo molto gratificante e ci riempie di orgoglio che nelle manifestazioni di diversi parti del paese si sollevino le bandiere mapuche, che mostrano che c’è un riconoscimento della resistenza del nostro popolo.

L’immagine di Camilo Catrillanca, comunero mapuche assassinato dalla polizia, insieme ad altri simboli mapuche, è stata protagonista delle manifestazioni.

Che in un eventuale organo costituente si vogliano includere dei rappresentati dei popoli originari, credi che sia anche un tipo di “riconoscimento”?

Noi crediamo che la società cilena, sopratutto il movimento sociale e politico, che sta dietro alle proteste e alle manifestazioni, debba costruire il suo proprio cammino riguardo a ciò che vuole. Di come otterranno la rappresentanza, di come svilupperanno la propria lotta per i diritti, che sono inerenti alla loro condizione.

La lotta del popolo nazione mapuche ha un altro cammino, ha un cammino di ricostruzione del popolo nazione mapuche, e in questo quadro, noi consideriamo che la situazione sia separata”.

In questo senso la lotta del popolo cileno non è la medesima di quella mapuche?

In un certo modo, la liberazione del nostro popolo passa anche attraverso la liberazione del popolo cileno, ma attraverso cammini diversi nel modo di costruire. Ma non ci uniremo alle lotte dei cileni, soprattutto in materia di istituzioni, perché queste istituzioni non ci rappresentano per nulla, di fatto, è un problema di tipo ideologico-culturale.

Per dove passa questa sfiducia verso le istituzioni vigenti?

Nel fatto che sono questi medesimi partiti quelli che tengono oggi cooptati dirigenti mapuche e non hanno fatto assolutamente nulla in questi due decenni di lotta che abbiamo portato avanti. Allora non lo vediamo di buon occhio e non ci sono garanzie per noi di poter ottenere qualcosa.

Héctor Llaitul è stato oggetto di varie detenzioni in diversi processi che alla fine non hanno avuto esito.

Allora non vi interessa partecipare al processo costituente?

Tutto il contrario, pensiamo che assumendo una posizione al riguardo, si darebbe solo continuità ad una forma di istituzioni oppressore del nostro popolo.

E non vedete in una nuova Costituzione una possibilità, forse, che questo cambi?

Per la gente può essere interessante questo tema della Costituzione, della convenzione o dell’assemblea costituente, o altre forme che sono portate avanti da un punto di vista statale.

Ma quando noi parliamo di ricostruzione della nazione mapuche stiamo parlando nel senso che recupereremo le autorità tradizionali e la nostra territorialità dove possiamo esercitare queste capacità etnopolitiche.

Qual è il cammino del popolo nazione mapuche per recuperare questa territorialità?

La lotta del popolo nazione mapuche è già da un paio di decenni contro il modello neoliberale e più particolarmente contro il sistema capitalista. Noi lo definiamo come ultra capitalismo nella nostra territorialità, data la presenza di politiche estrattiviste che sono altamente depredatrici e distruttive del nostro ambiente e della nostra condizione di popolo nazione mapuche. La nostra è una lotta contro lo sterminio del popolo nazione mapuche, e il processo di Daniel Canío rappresenta questo.

Il caso di Daniel Canío Tralcal

Il processo a cui fa riferimento è quello che affronta il comunero mapuche e militante del CAM, Daniel Canío Tralcal, che dall’ottobre del 2018 si trova in prigione preventiva, accusato di aver partecipato ad un attentato incendiario in un campo di lavoro dell’impresa forestale Arauco, a Lautaro.

In questa causa il Governo è querelante, avendo invocato la Legge Antiterrorismo, mentre da parte del Coordinamento Arauco-Malleco sono stati presenti fin dall’inizio del processo nel Tribunale di Garanzia dichiarando che non escludono “azioni concrete” nella macro zona dell’Araucanía per chiedere la sua libertà.

“Lui è molto amato e rispettato tra i weichafe (guerrieri), per la sua traiettoria e dedizione alla causa mapuche”, racconta Llaitul.

“Se lo stato cileno lo condanna, gli Organismi di Resistenza Territoriale (ORT) del Coordinamento Arauco-Malleco (CAM) radicalizzeranno la lotta contro le imprese forestali e si acutizzerà il conflitto”, avverte.

Sindaci di cinque comuni, dirigenti e Lonkos Mapuche, nelle tribune del Congreso, per manifestare il proprio parere sui seggi riservati.

22 dicembre 2019

Diario Uchile

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Tomás González F., Héctor Llaitul y nueva Constitución: La lucha del pueblo nación mapuche tiene otro camino” pubblicato il 22/12/2019 in Diario Uchile, su [https://radio.uchile.cl/2019/12/22/hector-llaitul-y-nueva-constitucion-la-lucha-del-pueblo-nacion-mapuche-tiene-otro-camino/] ultimo accesso 27-12-2019.

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