Lo sciopero generale in Cile torna a paralizzare il paese, mentre continuano la mobilitazione e la repressione


Gloria Muñoz Ramirez

Santiago de Chile. Un nuovo sciopero generale è tornato a paralizzare il paese, nel momento in cui fin dalle prime ore le strade hanno cominciato ad essere inondate dai differenti settori della popolazione che chiedono, al di là di un patto di partiti, un’Assemblea Costituente che modifichi totalmente la Costituzione neoliberale pinochetista, che durante gli ultimi quattro decenni ha condizionato la profonda ingiustizia sociale in Cile.

Nel 39° giorno di rivolta popolare, lontano dal diminuire, la protesta sociale è aumentata, così come la repressione dello stato da parte dei carabinieri, qui conosciuti come “pacos”, ai quali è diretta la maggior parte degli insulti durante le manifestazioni.

L’attualmente chiamata Plaza de la Dignidad, prima conosciuta come Plaza Italia, è fin dal mattino centro di riunione di lavoratori delle costruzioni, della sanità, dell’educazione, dei trasporti, dei comuni e un lungo eccetera che avanza lungo l’Alameda verso il palazzo presidenziale della Moneda, che si trova certamente presidiato dalle forze speciali della polizia.

La manifestazione è allegra. Gli automobilisti fanno suonare i clacson in segno di sostegno, mentre il rumore dei fischietti inonda le strade. La gente balla al ritmo delle casseruole, mentre centinaia di persone volontarie distribuiscono acqua e cibo gratuito. È la festa della solidarietà in un paese in cui si è incuneato, forse come in nessun altro, il culto dell’individualismo. La gente ricorda l’ambiente in cui si è vissuto in Cile prima e durante il governo socialista di Salvador Allende.

I pensionati sono immancabili nelle manifestazioni, ugualmente ai giovani delle secondarie, che il 18 ottobre scorso hanno ricordato a questo paese che questo modello li esclude.

Per l’Alameda non c’è un pezzo di muro senza scritte. Nemmeno panchine, dato che con mazze sono state distrutte per trarre da lì le pietre per lo scontro. Fionde professionali sono ora ciò che si vende agli angoli, così come maschere antigas. Lungo tutto il corteo contingenti di volontari distribuiscono acqua, bicarbonato e mascherine. Alcuni si scontrano con i carabinieri e altri li coprono.

Le strade parlano un loro proprio idioma, mentre Gonzalo Blumel, ministro degli Interni, ha invitato i membri dell’Unità Sociale (principale raggruppamento di forze sociali) ad iniziare un dialogo, a quasi un mese e mezzo dall’esplosione gli è diventato chiaro che apparentemente non è con la classe politica che possono patteggiare.

Ma il governo reprime mentre chiama al dialogo. Questa settimana il presidente Sebastian Piñera ha inviato al Congresso un progetto di legge che permetterebbe l’uso delle forze armate per proteggere le infrastrutture dei servizi fondamentali, fatto che giustificherebbe l’uso dell’esercito senza decretare lo stato d’emergenza.

Da parte sua, il direttore esecutivo per l’America Latina di Human Rights Watch (HRW), José Miguel Vivanco, ha consegnato formalmente a Piñera il rapporto su quanto osservato dall’organizzazione in Cile e che denuncia “gravi violazioni dei diritti umani” da parte dei carabinieri.

Nel documento si stabilisce che “membri della polizia nazionale del Cile hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani, che includono l’uso eccessivo della forza nelle strade e abusi negli arresti”, dopo le massicce proteste che sono cominciate il 18 ottobre.

Human Rights Watch ha anche precisato che “fattori come l’uso indiscriminato e indebito di armi e fucili antisommossa, gli abusi contro persone detenute mentre erano a disposizione delle autorità e sistemi di controllo interni deficienti hanno facilitato che avvenissero gravi violazioni dei diritti di molti cileni”.

Il rapporto di HRW include “prove solide di uso eccessivo della forza contro manifestanti e passanti e raccomandazioni orientate a prevenire abusi dei Carabinieri e a rafforzare i loro meccanismi di supervisione”.

Foto: Gerardo Magallón

26 novembre 2019

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Gloria Muñoz RamirezHuelga general en Chile vuelve a paralizar el país, mientras la movilización y la represión continúan” pubblicato il 26/11/2019 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/huelga-general-en-chile-vuelve-a-paralizar-el-pais-mientras-la-movilizacion-y-la-represion-continuan/] ultimo accesso 27-11-2019.

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