E Lula dice no all’inganno


Eric Nepomuceno

Non c’è stata sorpresa, e si è aperto un finestrone di aspettative a partire dall’annuncio di Lula, divulgato nel pomeriggio di oggi attraverso una lettera manoscritta, che non accetta di passare al regime di semilibertà, come hanno richiesto i pubblici ministeri della “Operazione Lava Jato”.

Per Lula, l’unica cosa accettabile è di essere dichiarato innocente. Nient’altro gli interessa.

Ribadendo quello che dice da quando è stato condannato in un processo chiaramente manipolato, Lula ha scritto che non scambia la sua dignità con la propria libertà.

“Quello che i pubblici ministeri dovrebbero realmente fare, è chiedere scusa al popolo brasiliano, ai milioni di disoccupati e alla mia famiglia, per il male che hanno fatto alla democrazia, alla Giustizia e al paese”, ha sbottato, per poi rivendicare che “di fronte agli abusi commessi dai Pubblici Ministeri e da Sergio Moro, ora tocca alla Corte Suprema correggere quello che è sbagliato, affinché ci sia una Giustizia indipendente e imparziale”.

Con quello che Lula ha anticipato ieri, senza aspettare la decisione della giudice incaricata del suo caso, Carolina Lebbos, lo sforzo effettuato dai pubblici ministeri guidati da Deltan Dallagnol cade per terra. L’idea era di cambiare il regime di prigionia di Lula prima che la Corte Suprema adotti qualche decisione, diciamo, più radicale.

Allo stesso tempo, Lula ha aperto uno spazio per una discussione giuridica con pochissimi precedenti: può un prigioniero rifiutarsi ad un cambiamento di regime di prigionia previsto nella legge?

Ci sono divergenze sul fatto se si tratti di una sentenza o di una concessione legale. Sono pochissimi i precedenti di prigionieri che hanno rifiutato un miglioramento delle condizioni carcerarie e quando è avvenuto è sempre stato con l’argomento di temere per la propria vita nel caso fossero usciti dal carcere.

I giuristi ricordano che quello che il prigioniero può, è rifiutarsi di accettare delle condizioni imposte dal magistrato responsabile, come l’obbligo dell’uso di una cavigliera elettronica.

La decisione di Lula fa pressione su tutti i coinvolti: se gli si impone l’uso della cavigliera, Carolina Lebbos concede la possibilità che lui si rifiuti di rispettarla. Con questo si giustificherebbe la sua permanenza in prigione e, simultaneamente, si assicurerebbe spazio affinché continui a chiedere l’annullamento del processo che lo ha condannato.

Ma se non c’è un’imposizione e lo si forza a passare al regime di semilibertà o, in caso estremo, alla prigione domiciliare, Lula dirà che si è visto obbligato ad accettarla per il rispetto della legge, mentre continuerà a lottare fino a quando si farà giustizia e lui riuscirà a provare la propria innocenza.

Simultaneamente, Lula ha fatto nuovamente pressione sul Supremo Tribunale Federale, la cui omissione lo ha trasformato in complice di tutte le irregolarità commesse dall’allora giudice Sergio Moro e dai pubblici ministeri da lui teleguidati.

La difesa di Lula rivendica che si dichiari sospetta la conduzione del processo a Lula, soprattutto nei comportamenti di Sergio Moro e Deltan Dallagnol. È entrata anche con una richiesta di habeas corpus favorevole all’ex presidente dichiarando la parzialità di Moro, chiedendo l’annullamento del processo e l’immediata liberazione di Lula.

La somma di tutti questi movimenti indica che la mossa di Lula non è esattamente arrischiata, giacché lui non ha molto da perdere.

Al contrario, è stata una mossa magistrale. Rifiutando un beneficio, insistendo sul fatto che non accetta un’altra cosa che essere dichiarato innocente, rafforza il suo discorso di sempre. Se gli impongono il beneficio, dirà che lui sì, rispetta la legge, al contrario dei suoi aguzzini.

Con questo, aumenta e molto la pressione sui membri della finora negligente Corte Suprema brasiliana.

Ora, vediamo come si comportano i membri dell’istanza più elevata della Giustizia in Brasile, se con o senza dignità.

01 ottobre 2019

Página/12

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Eric Nepomuceno, Y Lula dice no a la trampa” pubblicato il 01/10/2019 in Página/12, su [https://www.pagina12.com.ar/222474-y-lula-dice-no-a-la-trampa] ultimo accesso 15-10-2019.

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