Guaidó si è riunito con dei paramilitari. L’appartenenza degli individui al gruppo paramilitare è stata fornita da una organizzazione dei DD.UU. e confermata dalla stampa e dalla giustizia colombiana.
Le fotografie di Juan Guaidó insieme a due dirigenti del gruppo paramilitare Los Rastrojos non hanno potuto essere negate. Lì c’è l’autoproclamato presidente abbracciato e sorridente insieme a due uomini -uno dei quali porta una pistola alla cintura- con i medesimi vestiti con i quali ha attraversato la frontiera dal Venezuela alla città di Cúcuta, Colombia, il 22 febbraio per assistere a quello che doveva essere il grande concerto seguito dal tentativo di entrare con la forza in territorio venezuelano il giorno 23.
L’appartenenza degli individui al gruppo paramilitare è stata fornita da un’organizzazione dei diritti umani, confermata da ritagli di giornali, e dai rapporti della giustizia colombiana.
“La banda Los Rastrojos è una delle organizzazioni più pericolose della Colombia che si dedica al narcotraffico, al sicariato, ai sequestri, all’estorsione e al reclutamento di minori. Alla frontiera si riuniscono per il contrabbando dal Venezuela alla Colombia, specialmente contrabbando di combustibile per produrre la cocaina”, ha informato il ministro di interni, giustizia e pace del Venezuela, Néstor Reverol.
Gustavo Petro, candidato a presidente nelle ultime elezioni presidenziali della Colombia, ha fornito altri dati per descrivere Los Rastrojos: “A Puerto Santander hanno una casa de pique per squartare gli esseri umani”.
Fu proprio a Puerto Santander che il 22 Guaidó entrò in territorio colombiano: “i paramilitari gli fornirono sicurezza e vigilanza nel trasferimento, da La Palmita nel Táchira (Venezuela) fino a Puerto Santander, le comunità furono sottoposte ad un coprifuoco paramilitare affinché non fosse visto”, ha informato Reverol.
Il ministro ha fornito altre fotografie di Guaidó insieme a membri dei Los Rastrojos, una delle principali organizzazioni paramilitari della Colombia contro la quale il governo venezuelano aveva già agito in due occasioni nel proprio territorio.
La prima volta fu nel 2012, arrestando nel Barinas uno dei loro capi fondatori, Diego Pérez Henao -alias Diego Rastrojo-, che successivamente fu deportato in Colombia. La seconda volta avvenne il 23 marzo di quest’anno, arrestando nella città di Valencia, Wilfredo De Jesús Torres Gómez -alias Neco- capo dei Los Rastrojos, con un allerta azzurra dell’Interpol per sicariato.
La detenzione di Neco era stata data dal ministro delle comunicazioni, Jorge Rodríguez, che lo associò alle strutture paramilitari e mercenarie introdotte nel paese dalla destra venezuelana per effettuare delle azioni terroriste nell’ambito del tentativo di abbattere Nicolás Maduro. Rodríguez aveva informato che il suo arresto avvenne grazie ad una informazione ritrovata nel cellulare di Roberto Marrero, mano destra di Guaidó e appartenente al suo partito, Voluntad Popular.
L’apparizione delle fotografie ha messo in immagini quello che molte volte ha denunciato il governo del paese, così come settori internazionali come l’Organizzazione delle Nazioni Unite: l’esistenza di una trama occulta legata al paramilitarismo, a gruppi mercenari, allo scopo di portare avanti un processo di guerra non dichiarata per riuscire ad ottenere con la forza l’uscita del governo venezuelano.
Guaidó ha risposto: “a me chiedono migliaia di foto”, come unico argomento per cercare di dimostrare che non sapeva con chi quel giorno si stava fotografando.
L’apparizione delle fotografie ha coinvolto anche il governo di Iván Duque, anfitrione dell’evento a Cúcuta e delle manovre che sono state effettuate il 23 per tentare l’ingresso con la forza in territorio venezuelano con l’argomento di voler far entrare degli aiuti umanitari.
Duque, dopo aver mantenuto il silenzio, ha affermato: “noi abbiamo facilitato il suo ingresso in territorio colombiano… al di là del fatto se ci siano foto o se non ci siano foto, del fatto se abbia salutato o non salutato molte persone con affetto, perché molte persone lo salutano con stima e affetto, quello che voglio mettere in risalto è chi è lui, lui è un titano, un eroe che sta lottando per la democrazia nel proprio paese”.
Le foto non lasciano luogo a dubbi: Guaidó si abbraccia con quattro dirigenti dei Los Rastrojos. Non dà spiegazioni al riguardo. Anche così il suo discorso, così come quello di vari dirigenti dell’opposizione, è stato quello di continuare ad accusare il governo di Maduro di dare una copertura a gruppi guerriglieri, narcotrafficanti e paramilitari. Questa accusa sarà portata da Duque all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La notizia avviene in un momento di alta tensione tra il governo venezuelano e quello della Colombia, Nicolás Maduro ha dichiarato l’allerta arancione, dispiegando la Forza Armata Nazionale Bolivariana, e denunciando che da parte del governo di Duque si sta preparando un’azione sotto una falsa bandiera per aumentare la tensione che potrebbe portare ad uno scenario di guerra dichiarata.
13 settembre 2019
Página/12
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Marco Teruggi, “El líder opositor venezolano se fotografió con los jefes de una banda criminal colombiana” pubblicato il 13/09/2019 in Página/12, su [https://www.pagina12.com.ar/218177-guaido-estuvo-reunido-con-paramilitares] ultimo accesso 17-09-2019. |