1. Fatti:
Quattro poliziotti violentano una minore e, quando lei, sua madre e suo nonno vanno a denunciare, si scontrano con il disprezzo dell’istituzione, del pubblico ministero e della Capa di Governo.
Un pugno di donne, femministe indignate, vanno a protestare e a denunciare l’atrocità di ciò che significa che la polizia ti violenti… “attaccano” con pericolosissima brillantina e, loro sono le provocatrici! Loro sono quelle che devono essere disciplinate! Su di loro vanno i capi d’accusa!
Migliaia di donne cominciano una conversazione attraverso le reti sociali, amplificando la rabbia che già satura e bolle in centinaia di collettivi che si auto-proteggono dalla brutalità patriarcale, uniformata e non uniformata, e alla Capa di Governo non le capita nient’altro che organizzare l’ugualmente indignante messa in scena di soppiantare che abbiamo visto migliaia di volte: riunisce alcune signore dello stesso potere e invita Marta Lamas -che afferma di continuare ad aderire ad un femminismo ideologico superato e inutile-… Questa riunione la esibiscono come “dialogo” tra il governo della città e il femminismo. Sordità, cinismo, ripetizione fino alla nausea dei modi di governo che detestiamo.
Un’ampia mobilitazione femminista si autoconvoca e si dispiega in varie città, ripetendo sempre più che ciascuna di noi è protetta dalle amiche e che la polizia ci violenta, ci ruba, ci aggredisce. La brillantina è il segno distintivo del 16 agosto. Molte donne femministe cominciano a mobilitarsi in diverse città della Repubblica. A Città del Messico, dove sono trincerati i poliziotti violentatori -o, con più precisione, quei poliziotti violentatori che questa volta sono stati immediatamente denunciati; chiarisco perché c’è di più- avviene una mobilitazione grande e molto molto furiosa. C’è un riunirsi di donne in lotta e anche macchie di pittura e cose rotte. Ci sono uomini picchiatori tra donne incappucciate e, soprattutto, c’è confusione. Molta confusione.
Anche questo lo conosciamo, già lo abbiamo visto ripetersi in tante altre occasioni. Quali? Per menzionare quella che mi salta in mente più velocemente: quella di quel 1° dicembre 2012 quando Peña Nieto divenne presidente in mezzo ad un San Lázaro murato.
Il modello è così: lotta sociale, forza crescente, raggruppassi, indignazione che cresce… protesta che si amplifica, corpo che si espande… e allora… tentativi patetici per far marcire la protesta. E tali “tentativi” si assomigliano anche: disinformazione, persecuzione, provocazione, spingere la mobilitazione sul terreno della violenza… Sul luogo dove i potenti sono forti e dove possono, una volta di più, armare un discorso vittimista che trasforma in aggressori le aggredite, che disprezza la parola delle violentate e che presenta come decenti coloro che sono collusi con i violentatori.
Sì, questo modo di reinstallare il mondo alla rovescia già lo abbiamo visto…
Ma questa volta… contro tutte queste violenze maschiliste… intelligenza e più lotta femminista!
2. Sentimenti:
Confusione, rabbia, irritazione, più confusione, ira che germoglia nelle viscere, più confusione. Momento di lucidità ricordando esperienze passate: ci vogliono portare di nuovo sul terreno dell’impotenza!
Non permettiamo questo!
Non permettiamolo!
I poliziotti non devono violentarci
Le autorità non devono cercare di soppiantarci
Le manovre che loro fanno non devono sortire effetto
No!
Non permettiamolo!
Non lasciamoci trascinare sul terreno dell’impotenza!
Non lasciamoci trascinare in discussioni che non sono quelle che noi vogliano porre nel dibattito pubblico!
Il problema non è l’ira, propria e indotta!
Il problema non sono alcune macchie di pittura sull’Angelo né una stazione del metrobus rotta!
Il problema è che la polizia violenta una minore, viene fatta una denuncia e non succede nulla!
Il problema è che non c’è giustizia!
Il problema è che non c’è modo di processare la brutalità con cui ci trattano coloro che credono di essere impuniti!
Il problema è che questo sembra non importare a coloro che ora governano!
Il problema è che la Sheinbaum, quando ha saputo della violenza non è andata a cercare, immediatamente, la minore aggredita e la sua famiglia per mandare un messaggio politico chiaro!
Il problema è che a lei non è importato se la minore violentata le avessero preso dei campioni con cautela e tenerezza dopo quello che aveva passato!
Il problema è che in questo caso si comporta come se non intendesse quello che succede!
Il problema è che lei è rimasta di stucco perché non ha pensato a cosa farebbe se le oltraggiate fossero sue figlie!
Il problema è che ha montato una simulazione!
Il problema è che la Lamas si è prestata a che fosse installata una nuova divisione tra noi: decenti e sensate contro rabbiose ed esaltate!
Il problema non siamo noi!
Il problema… il suo problema è che non ci lasceremo più!
Il problema… il suo problema è che stiamo prendendo sul serio che “se toccano una rispondiamo tutte”!
Il problema… il suo problema è che non siamo disposte a che tutto continui uguale!
19 agosto 2019
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Raquel Gutiérrez Aguilar, “Furia feminista: desprecio y ausencia de justicia” pubblicato il 19/08/2019 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/furia-feminista-desprecio-y-ausencia-de-justicia/] ultimo accesso 21-08-2019. |