Intervista con il comandante Pablo Beltrán, della Delegazione dei Dialoghi dell’Esercito di Liberazione Nazionale: “C’è una guerra contro la società”.
Caracol Radio: Voi non avete dato una risposta positiva alle richieste del Governo per reiniziare i dialoghi. Che avverrà con l’ELN?
Pablo Beltrán: Noi rimaniamo a Cuba e i Garanti hanno insistito con il Governo che è bene reiniziare. All’inizio dell’anno, nel Congresso è stata votata la Legge di Ordine Pubblico e lì è stato tolto il punto che aveva posto il Governo su “chiedere requisiti prima di iniziare i negoziati”.
Qui stiamo aspettando che nominino la Delegazione del Governo, non ci saranno temi vietati al Tavolo, ma su requisiti o richieste unilaterali questa Delegazione non ha un mandato per accettarli.
Lei conosce una Sezione della Procura Generale per trattare l’estradizione di Pablo Beltrán, Nicolás Rodríguez, Silvana Guerrero e Alirio Sepúlveda, accusati dell’attacco alla Scuola di Polizia General Santander?
Ci hanno mandato qui a fare dei negoziati di pace, con un’Agenda che è già stata firmata; noi siamo venuti a conoscenza di questa azione qui a Cuba.
Quando siamo venuti qui il Governo cubano ci disse: “faccio da sede di questo Tavolo ma voi non mettetevi in altre cose diverse dai dialoghi”; noi abbiamo onorato questa parola.
Ci sono settori in Colombia che vogliono incriminare questa Delegazione per questa azione, per cui continuano a fare delle montature. Nel mio caso, credo di avere circa 10 condanne all’ergastolo, questa sarebbe la numero 11. Non penso che aiuti a sgomberare il Tavolo incriminare i negoziatori di pace, essendo qui slegati da quei fatti; questo è lo stile con cui questo Governo tratta la pace.
A chi dell’ELN si può attribuire l’infame attacco alla Scuola di Polizia General Santander?
In Colombia quasi tutte le cose della guerra sono infami, quest’anno ci sono stati più di 100 infami assassinii di dirigenti sociali, tutto questo continua e nessuno lo ferma; un gruppo di accademici ha detto che “c’è una guerra contro la società”.
Mi hanno inviato a negoziare una via d’uscita politica con lo stato, a disattivare un fronte di guerra tra lo stato e gli insorti; ma anche allo stato deve domandargli: Quando smetterà la guerra contro la società?
Noi siamo venuti qui a Cuba da maggio dell’anno scorso, ci siamo impegnati a non aver a che fare con azioni operative in Colombia e così abbiamo rispettato l’impegno, allora, mi dispiace non poterle rispondere con esattezza a questa domanda.
La Procura sta chiedendo l’estradizione e si sollecitata il Governo di Cuba a consegnarvi…
Ci fu una riunione in Vietnam del presidente Trump con il presidente della Corea del Nord, che fallì, Trump si alzò dal Tavolo arrabbiato perché non si giunse ad un accordo e se ne andò. Che sarebbe successo se Trump avesse detto al Governo del Vietnam: Siccome non abbiamo raggiunto un accordo perché il coreano non ha ceduto, allora arrestate la Delegazione coreana e inviatela attraverso l’Interpol?
Questo è ciò che sta facendo questo Governo, penalizzando una Delegazione di Dialoghi, è una vendetta verso di noi, non riconoscendo i Protocolli firmati.
Lei nega che qualcuno dei suoi fronti abbia partecipato a questo atto criminale?
Da parte della nostra Delegazione dei Dialoghi redistribuiamo il Settimanale del Comando Centrale dell’ELN chiamato Insurrección, che si pubblica tutti i lunedì.
Al signor Ceballos mandiamo tutti i lunedì questo settimanale dell’ELN, affinché si renda conto di quale sia la nostra politica, è un atto di rispetto verso di lui e questi invii li fa Silvana Guerrero; allora lui dice -questa è “la prova”-, che Silvana sapeva di questo attacco, per questo l’accusano attraverso l’Interpol; tutto questo è molto tirato per i capelli, è mala fede.
Qual è realmente la vostra relazione con il Presidente Nicolás Maduro?
Il primo negoziato al quale l’ELN assistì in modo ufficiale, fu fatto nel Palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas nel 1991, quando era presidente il defunto Carlos Andrés Pérez, allora il sostegno non cominciò con Chávez, perché da sempre il Venezuela ha facilitato affinché ci sia pace in Colombia; in questo bisogna fare onore alla verità.
Quando arrivò, Chávez -lui un rivoluzionario e noi rivoluzionari-, considerò che bisognava promuovere la pace della Colombia, fece da Garante nelle conversazioni con le FARC e con noi. Hanno detto una quantità di cose: che ci danno armi… a me un giornalista degli USA mi domandò: È vero che vi stanno addestrando ad usare missili antiaerei russi? Gli dissi No.
Riguardo alle attività minerarie. Il Venezuela, se è un paese molto ricco, tutte queste ricchezze sono quelle che si stanno disputando le potenze, per vedere chi rimane influente in Venezuela; l’ELN è una goccia in questo oceano, per questo non conta.
Lei accetta che l’attacco alla Scuola di Polizia General Santander sia un azione di guerra contro lo stato?
Lunedì 20 gennaio ci fu una dichiarazione pubblica della Direzione Nazionale dell’ELN, dove apparve la spiegazione di questo fatto; allora quando ci arrivò, facemmo quello che facciamo tutti i lunedì, distribuire quello che dice il Settimanale ufficiale dell’ELN.
L’ELN è coinvolto in attività di narcotraffico? In coltivazioni di uso illecito?
Questa discussione l’hanno fatta in varie ONG degli USA e hanno concluso questo: “l’ELN riscuote imposte alla gente sul terreno, ma l’ELN non è coinvolto in tutti i livelli di questo traffico, pertanto, non è né una mafia, né traffica”.
Un aspirante presidente ci disse l’anno scorso: “l’ELN finisce se smette di promuovere questa catena di traffico al suo interno”. Se l’ELN non è finito e oggi invece di andare indietro va avanti, è perché ha avuto dei controlli che noi chiamiamo “Demarcazione Categorica con il narcotraffico”; a colui che esce da queste norme lo si chiama a renderne conto.
Il collettivo Difendiamo La Pace vi fa un appello affinché dichiariate un cessate il fuoco unilaterale per sbloccare i dialoghi con il Governo…
Loro sono la migliore iniziativa che ci sia stata in questo paese negli ultimi anni, che è difendere la pace, noi gli abbiamo detto in diversi modi di fare conto sull’ELN per questo sforzo, il mandato che abbiamo è mettere la spalla affinché “giriamo la pagina della guerra”, che ora sarà di 70 anni.
Che deve fare l’ELN? Questo è tra due parti. Che tocca all’altra parte? Vogliamo mettere fine a questa guerra ma lo si chiede solo ad una parte? O credono che la causa principale della guerra siamo noi? Ambedue le parti devono fare uno sforzo più grande.
Quando si potrebbe dare una data a questo cessate il fuoco unilaterale? O non lo accettate?
Il medesimo Ceballos ha detto alcuni mesi fa che avevamo fatto più di 20 liberazioni, allora fare gesti unilaterali non è che “non ci fa dormire”, li abbiamo fatti e noi invitiamo anche il Governo per decidere un cessate il fuoco bilaterale, a fare ambedue lo sforzo: si insedia il Tavolo, si pone questo argomento, si discute e si dà al paese un risultato, “in così tanto tempo avremmo potuto pattuire un nuovo cessate il fuoco bilaterale”.
Vi ricordo due cose del precedente cessate il fuoco bilaterale, non ci fu una sola persona rapita, non ci fu un solo attacco all’oleodotto, a quello ci eravamo impegnati e abbiamo rispettato. Bisogna chiedere ad ambedue le parti e noi siamo disposti a fare la nostra, ma anche che l’altra parte faccia degli sforzi.
Chi fu quel candidato che stava parlando con voi? Ci sono altri inviati speciali di Duque che parlano con voi all’Avana?
Ad un certo momento ci furono delle visite, ora non ci sono. Sì, manteniamo diversi contatti diretti e indiretti con l’Ufficio del Delegato di Pace, perché siamo i primi interessati a che non si rompa il filo delle comunicazioni nell’attesa di un reinizio del Tavolo.
Audio: 21-06-2019
29/06/2019
La Haine
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“El ELN está dispuesto al diálogo pero no se le puede exigir el cese unilateral” pubblicato il 29/06/2019 in La Haine, su [https://www.lahaine.org/mundo.php/el-eln-esta-dispuesto-al] ultimo accesso 03-07-2019. |