Città del Messico / “Il verdetto che è stato appena emesso NON soddisfa le nostre richieste di giustizia come vittime nell’assassinio di Berta Cáceres e del tentativo di assassinio di Gustavo Castro”, hanno dichiarato i familiari e i membri del Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH) dopo che un tribunale aveva dichiarato colpevoli le sette persone implicate nel caso e ne aveva assolte altrettante.
“Questa sentenza, che è stata pronunciata nell’Aula I del Tribunale che condanna il gruppo di sicari e la struttura intermedia che ha dirette relazioni con l’impresa DESA, non significa che si sia ottenuta giustizia”, ha detto il Consiglio, quindi ha affermato che le strutture e le persone “che dettero il denaro affinché questi criminali assassinassero Berta Cáceres” per essersi opposta all’impresa idroelettrica Agua Zarca “continuano a godere della libertà e della possibilità di continuare a portare avanti impunemente crimini come questo”.
I familiari e i membri del COPINH durante tutto il processo hanno denunciato le irregolarità e le arbitrarietà delle autorità a favore degli impresari della DESA, incaricata della costruzione dell’impianto idroelettrico. Hanno, inoltre, denunciato che la “famiglia Atala Zablah, padroni azionisti dell’impresa DESA, stanno dietro ad ogni trama di persecuzione, oppressione, attacchi e minacce che hanno portato all’assassinio di Berta Cáceres”, ma che continuano ancora ad essere in libertà.
A seguire il comunicato completo:
Il verdetto che è stato appena emesso NON soddisfa le nostre richieste di giustizia come vittime nell’assassinio di Berta Cáceres e del tentativo di assassinio di Gustavo Castro.
Questa sentenza che è stata pronunciata nell’Aula I del Tribunale che condanna il gruppo di sicari e la struttura intermedia che ha dirette relazioni con l’impresa DESA, non significa che si sia ottenuta giustizia.
Le strutture e le persone che dettero il denaro affinché questi criminali assassinassero Berta Cáceres continuano a godere della libertà e della possibilità di continuare a portare avanti impunemente crimini come questo.
Fin dall’inizio di questo processo, già quasi tre anni fa, è stato chiaro che l’assassinio di Berta Cáceres fu pianificato dai dirigenti dell’impresa DESA per poi essere eseguito da sicari legati alle Forze Armate dell’Honduras. Nonostante ciò, la verità sul crimine, e tutti i responsabili, è stata limitata a coloro che ora sono stati giudicati a seguito dei forti ostacoli che lo Stato dell’Honduras ha interposto attraverso il suo Pubblico Ministero e i suoi tribunali per negare la verità come parte di una reale giustizia.
Quello che è anche diventato sempre più chiaro di questo processo giudiziario dal quale siamo stati espulsi, per il fatto che non siamo stati zitti di fronte alle arbitrarietà che quotidianamente ci sono state nei tribunali, è che la famiglia Atala Zablah, padroni azionisti dell’impresa DESA, sono dietro ad ogni trama di persecuzione, oppressione, attacchi e minacce che hanno portato all’assassinio di Berta Cáceres.
La nostra partecipazione come vittime è una parte fondamentale nel processo di giustizia, e lo stato, escludendoci in modo sistematico, perpetua l’impunità che inonda questo paese e che fa tanta i danni.
Durante il processo siamo stati testimoni, così come gli osservatori internazionali, i membri del corpo diplomatico e la stampa, delle comunicazioni telefoniche che evidenziano questa partecipazione. Questo ha anche reso chiaro che i fatti criminali commessi dall’impresa DESA sotto la direzione di questa famiglia vanno al di là dell’assassinio e comprendono una serie di crimini effettuati contro Berta Cáceres, il COPINH, il popolo Lenca e anche l’amministrazione pubblica e lo stato dell’Honduras.
Domandiamo allo stato e alle sue istituzioni, che interessi sono in gioco e motivano che con i suoi comportamenti siano protetti i massimi responsabili i cui nomi non sono un segreto? Perché, essendoci una prova della loro partecipazione, non sono stati processati al giorno d’oggi dopo quasi 3 anni dal vile crimine? Che aspettano ad adempiere alle proprie responsabilità?
Chiediamo che siano portati davanti alla giustizia tutti i responsabili dell’assassinio di Berta Cáceres e non unicamente coloro che pagati dalla DESA hanno eseguito il crimine.
Con il capitolo che oggi si chiude, le condanne dell’anello più basso della struttura criminale con le quali lo stato honduregno vuole silenziare la richiesta di giustizia, non termina la lotta per la giustizia per Berta Cáceres e il popolo Lenca, al contrario, aumentano i nostri sforzi.
Queste condanne, sono il primo livello nella ricerca di giustizia, e noi, la famiglia, Gustavo Castro, il COPINH e i gruppi legali, siamo stati accompagnati da coloro che credono a Berta Cáceres, alla sua parola e alla sua azione e sappiamo che continueranno a stare coerentemente dalla parte della verità e della giustizia nelle future battaglie che con totale determinazione faremo.
L’impunità che fino ad oggi mostrano e godono gli autori intellettuali di questo crimine, fa parte della trama di corruzione e violenza che sostiene il modello estrattivista che saccheggia i nostri popoli, di fronte al quale noi vittime insieme ad altre persone, comunità e organizzazioni, ci impegnamo a continuare ad affrontarli, come lo ha fatto Berta Cáceres, fino a quando la Dignità, la Verità e la Giustizia, prevarranno in questa causa e in tutte le lotte che ora stesso si stanno ingaggiando in vari territori dell’Honduras e del mondo.
La giustizia honduregna è in debito con noi, con tutto il popolo honduregno!
Emesso nella città di Tegucigalpa, il 29 novembre dell’anno 2018
30 novembre 2018
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Redacción Desinformémonos, “A pesar de sentencia, autores intelectuales del asesinato de Berta Cáceres siguen libres: COPINH” pubblicato il 29/11/2018 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/pesar-sentencia-autores-intelectuales-del-asesinato-berta-caceres-siguen-libres-copinh/] ultimo accesso 11-12-2018. |