Deyanira Morán / Damián Mendoza
Perché avanza l’ultra destra nel mondo? Che vedono gli elettori nei nuovi leader segnalati come autoritari, xenofobi e razzisti? Questi leader dove conducono il mondo?
L’internazionalista e professore della Facoltà di Studi Superiori Acatlán, Dr. Eduardo Rosales, afferma che siamo di fronte ad uno tsunami dell’ultra destra a livello mondiale che va dall’Asia, dall’Europa e giunge in America Latina e che ha la sua origine in una crisi economica planetaria provocata dagli Stati Uniti, esportata a causa dell’interdipendenza e della globalizzazione. Cadute nelle borse valori, disoccupazione, aumento dell’inflazione, sono elementi che colpiscono grandi settori della popolazione e propiziano l’arrivo dell’estremismo politico.
Personaggi come Marine le Pen in Francia, la formazione di destra Alternativa per la Germania, Viktor Orbán in Ungheria, Sebastian Kurz in Austria, solo per menzionare alcuni identificati con l’ideologia di destra hanno guadagnato posizioni molto importanti nei propri paesi, alcuni di governo e altri come movimenti.
Il fatto è che anche il modello dell’Unione Europea è entrato in crisi, la gente non percepisce soluzioni e sono cominciati i separatismi come il movimento della Catalogna e la Brexit nel Regno Unito, quest’ultimo con implicazioni molto serie per la regione essendo la potenza mondiale militare e nucleare dell’Europa.
In questo modo, conclude, siamo di fronte ad una terza guerra mondiale frammentata: “viviamo un momento veramente pericoloso e complicato”, c’è una polarizzazione nel panorama internazionale nel quale l’ultra destra e di suoi leader vanno tessendo una specie di fratellanza o cartello che fa alleanze e a sua volta semina astio verso chi non condivide i suoi punti di vista.
Da parte sua Adolfo Laborde, internazionalista, dottore in Scienze Politiche e Sociali dell’UNAM, afferma che le politiche negative hanno fatto sorgere contraddizioni nelle società in cui ci muoviamo e che si pensava che fossero già state superate. Cita come esempio il caso del Brasile, che venendo da governi progressisti con Lula Da Silva e Dilma Rouseff, ora ha eletto Jair Bolsonaro, un uomo di destra, come prossimo presidente.
L’analista afferma che siamo di fronte ad una nuova organizzazione globale dove questi leader rompono protocolli, tale è il caso del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che non riconosce istituzioni mondiali e accordi di organismi internazionali come l’ONU, attentando contro processi democratici.
Certamente, non c’è da stupirsi che a livello regionale gli altri governi ne siano contaminati, casi come Brasile, Argentina o Ecuador hanno fatto una svolta a destra, fatto che a sua volta spiega che molte volte l’irresponsabilità di non creare soluzioni ai problemi della gente provoca una certa anarchia e questo favorisce che le proposte della destra sembrino redditizie per gli elettori.
Verso dove vanno i governi di destra? L’internazionalista spiega che questo ha a che vedere con la realtà che circonda ciascun paese e tutto è connesso, come dire, la non soluzione dei problemi in paesi come Afganistan, Siria o Irak, provoca instabilità e scoordinamento nelle politiche globali. L’immigrazione diventa incontenibile e questo genera una situazione complessa nella quale la gente prende posizioni per affrontare nuove realtà, e tra queste posizioni c’è quella di guardare verso l’ultra destra.
16 novembre 2018
UNAM Global
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Deyanira Morán / Damián Mendoza, “El tsunami de la ultraderecha en el mundo” pubblicato il 16/11/2018 in UNAM Global, su [http://www.unamglobal.unam.mx/?p=52817] ultimo accesso 20-11-2018. |