La carovana migrante in Messico: tra l’esodo, la crisi umanitaria e la criminalizzazione


Guillermo Castillo Ramírez

I migranti centroamericani e la crisi umanitaria

Le migliaia di centroamericani, principalmente honduregni, che nelle settimane passate sono entrati in Messico, sono molto più che una carovana. Sono la viva immagine e l’incarnazione della crisi umanitaria di migliaia di persone che, scappando dall’acuta precarietà che vivono nelle loro case e comunità, sono fuggiti in un esodo di massa. Sono due principalmente le cause della loro uscita: 1) la violenza strutturale e costante (del crimine organizzato, le bande e lo stato); 2) e l’acuta e generalizzata povertà come condizione permanente di vita. Non si tratta di criminali, come deliberatamente e perfidamente mente il presidente nordamericano. Ma al contrario, sono migranti forzati, che sono dovuti uscire per avere un’esistenza, non si dica degna, ma per lo meno vivibile fuori dei loro paesi.

La migrazione, correlata all’esclusione e alla violenza strutturale

Honduras, El Salvador e Guatemala, di dove è la maggioranza dei migranti, sono tra i paesi più violenti del globo (con elevatissimi indici di omicidi) e tra i più poveri del continente. La violenza e la povertà estrema, tra le altre cause, sono state messe in relazione all’intromissione negli ultimi decenni degli Stati Uniti (EU) nella regione. Gli USA con le loro politiche intervenzioniste e di controllo regionale, non solo hanno propiziato l’accentuazione e la generalizzazione dei processi di disuguaglianza economica e di esclusione in detti paesi (con il conseguente correlato dell’accelerata crescita dell’estrema povertà), ma hanno anche contribuito a destabilizzare la regione, appoggiando regimi autoritari e colpi di stato, generano climi proclivi alla generalizzata e costante violenza.

Un esodo con una storia

Questi migranti sono stati lì per anni. La migrazione centroamericana è incominciata dal secolo passato, ma da per lo meno un lustro, la media di centroamericani che annualmente cercano di passare attraverso il Messico per giungere negli USA è di centinaia di migliaia. Fuggono dalla mancanza di lavoro e dai salari da fame, ma anche dalla violenza di essere taglieggiati, aggrediti e assassinati dalle bande e dai gruppi del crimine organizzato della regione. Scappano dai propri paesi perché lì le loro vite non sono né rispettate né valorizzate. Fuggono da una terra che, non solo gli nega la promessa di un futuro, ma che, giorno dopo giorno, gli fa sparire il presente e neppure gli garantisce la sopravvivenza. In quale momento cercare di (soprav)vivere ha smesso di essere un diritto ed è diventato un delitto?

9 novembre 2018

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Guillermo Castillo Ramírez, La caravana migrante en México: Entre el éxodo, la crisis humanitaria y la criminalización” pubblicato il 09/11/2018 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/la-caravana-migrante-en-mexico-entre-el-exodo-la-crisis-humanitaria-y-la-criminalizacion/] ultimo accesso 11-11-2018.

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