Lei crede che siamo un popolo colonizzato, chiaro, però è confusa: siamo una comunità che ha dovuto sopportare 130 anni a l’ombra, ma in questo tempo non stavamo dormendo, ma resistendo e imparando continuamente da persone come lei che pensavano di averci conquistato, per poterci rialzare con la nostra forza.
E la forza dei nostri antenati che ci proteggono tramite la natura.
Non siamo stupidi, non se lo dimentichi mai, stiamo appena rinascendo, mentre ci leviamo di dosso il piede di un sistema che ci schiaccia nel tentativo di ammansirci…
Un estratto dell’ultima lettera scritta da Facundo Jones Huala, diffusa dalla Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche, indirizzata a Patricia Bullrich: ministro della sicurezza nazionale dell’attuale governo Macrì.
La lettera, in cui viene riaffermata forte la volontà e determinazione di proseguire nella lotta per il recupero delle terre ancestrali e per la sopravvivenza del popolo Mapuche, arriva a qualche giorno dal ritorno in carcere di Facundo, strappato dagli arresti domiciliari (video) all’indomani della conferma dell’estradizione in Chile.
Il lonko, appartenente alla comunità Mapuche en Resistencia de Cushamen (comune di Chubut), era stato arrestato nel giugno 2017 nel corso di un’operazione per il recupero di terre strappate alle comunità Mapuche dal fenomeno di neo-colonialismo condotto dalla multinazionale italiana Benetton nella Patagonia argentina.
Detenuto nel carcere di Esquel per 13 mesi, ad inizio agosto gli erano stati concessi gli arresti domiciliari durati fino al 23 dello stesso mese, quando la corte suprema di giustizia ha confermato l’estradizione in Chile di Facundo, un provvedimento a lungo rincorso dallo stesso presidente argentino Macrì.
Persino l’ONU si è scomodato in questi giorni chiedendo l’annullamento dell’estradizione, non smentendo però la caratteristica ambiguità che contraddistingue gli organi istituzionali.
Perché se da un lato l’organizzazione mondiale ha fatto apparentemente un passo a sostegno di Facundo, dall’altro ha disconosciuto che esista una qualche forma di persecuzione ai danni delle comunità Mapuche cilene, nonostante da mesi sia attivo un apposito squadrone (Comando Jungla) che gli da la caccia tra le foreste dell’Araucania e del Bio Bio.
Allo scopo di farne un monito per chi ha intenzione di ribellarsi contro i poteri forti, Facundo in questi mesi è diventato tra i principali destinatari del regime oppressivo calato dallo stato argentino sulle comunità Mapuche, espresso anche attraverso Comando unificato contro la violenza della RAM.
Un documento redatto nel dicembre 2017 dalla stessa ministra Bullrich (destinataria della lettera) al preciso scopo di criminalizzare la resistenza Mapuche, identificando gli/le stess* come estremisti e terroristi, provvedimento che si estende anche ai/alle solidali nonmapuche.
Sempre la Bullrich, con un ignobile atto squadrista, all’epoca del processo per chiarire i fatti inerenti alla sparizione di Santiago Maldonado, ucciso dalla gendarmeria argentina nell’agosto 2017 nel corso di una protesta per la liberazione dello stesso Facundo, rese pubblico il nome del testimone che ha confermato le violenze condotte dalla polizia.
Ma Tutto ritorna, scrive Facundo che, in quanto appartenente al popolo della Terra (significato di Mapuche), non china la testa di fronte alla repressione subita, ma al contrario esorta alla resistenza contro ogni intimidazione da parte di uno stato che vuole cancellare la storia Mapuche, con il contributo del landgrabbing made in italy.
…affogate tutti i giorni in un mare di ideologie che non avete potuto uccidere.
PP
6 settembre 2018
Earth Riot (Convivenza Pacifica)
“Tutto ritorna – Lettera di Facundo alla ministra Bullrich” pubblicato il 06/09/2018 in Earth Riot (Convivenza Pacifica), su [http://earthriot.altervista.org/blog/5397-2/] ultimo accesso 08-09-2018. |