Il massimo tribunale ha confermato la sentenza.

Giovedì pomeriggio la Corte Suprema di Giustizia della Nazione ha confermato la sentenza del giudice federale di Bariloche, Gustavo Villanueva, che il dirigente della Resistenza Ancestrale Mapuche (RAM), Facundo Jones Huala, sia estradato in Cile, affinché le autorità di quel paese possano giudicarlo per l’incendio di una casa e il porto abusivo di un’arma da fuoco.

I giudici Ricardo Lorenzetti, Elena Highton de Nolasco e Juan Carlos Maqueda hanno respinto le motivazioni della difesa del dirigente della RAM con le quali si è opposta all’estradizione argomentando che non rispettava la norma sui popoli originari e il “principio di doppia discriminazione”.

I tre magistrati hanno anche precisato che gli avvocati di Jones Huala non hanno argomentato sufficientemente considerando positivamente che “l’estradizione risultava contro il diritto essendo relazionata ad un delitto politico o connesso”.

Lorenzetti, Highton e Maqueda hanno anche negato la posizione della difesa che ha prospettato che “nel caso l’accusato sia estradato, ci sarebbe il rischio di persecuzione di razza e nazionalità o che sarebbe stata applicata una pena crudele, inumana e degradante”.

In ogni modo, la Corte Suprema ha informato le autorità del Cile che “il tempo di privazione della libertà a cui è stato sottoposto Jones Huala per la pratica dell’estradizione (in Argentina) sia calcolato in Cile come se avesse subito il corso del processo”.

Ora, affinché il dirigente della RAM sia estradato, mancano solo due firme: quella del cancelliere Jorge Faurie e quella del presidente Mauricio Macri.

24/08/2018

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