Vari settori della popolazione, tra i quali risalta la comunità studentesca che dà l’esempio, protestano nelle strade per chiedere la rinuncia del presidente.
Il panorama è complicato per un governo afferrato al potere. I nicaraguensi sono sul piede di guerra al di là della riforma della previdenza sociale, che è stata il detonatore di proteste di ogni tipo. “C’erano situazioni che hanno dato fastidio a vari settori della società, la protesta di contadini, la riforma della previdenza sociale, la violazione dei diritti e delle libertà”, ha spiegato il dottor Rodrigo Páez Montalbán, ricercatore del Centro di Indagini sull’America Latina e i Caraibi (CIALC) dell’UNAM.
Ha segnalato che il governo centroamericano, guidato da Daniel Ortega, vive le sue peggiori ore, “in 11 anni non aveva subito una simile crisi”. Vari settori della popolazione, tra i quali risalta la comunità studentesca che dà l’esempio, protestano nelle strade per chiedere la rinuncia del presidente.
Páez Montalbán ha dichiarato che il panorama di questo paese è inedito, “una pedata nello scacchiere della politica del Nicaragua”, dato che gli universitari si sono appropriati dell’arsenale simbolico e culturale del Fronte Sandinista affinché l’attuale sistema politico del Nicaragua cambi radicalmente, nonostante ciò, questo “crea molte domande”.
Da un lato, la voce diffusa che Ortega sia malato, che ha portato Rosario Murillo, Prima Dama e portavoce del governo, a pronunciarsi a nome del capo di stato su temi rilevanti per la nazione centroamericana, “lei controlla tutto in Nicaragua”.
Allo stesso tempo, la Chiesa cattolica ha assunto un ruolo preponderante nella politica di questo paese proponendosi come mediatrice del dialogo tra il governo e la società civile, “la vedono come una garanzia poiché in un modo o in un altro controlla il governo”, ha precisato Páez Montalbán.
Dopo varie settimane di proteste, l’economia comincia a subire l’impatto della crisi sociale. L’accademico ha osservato, inoltre, che i giovani fanno i loro primi passi nella politica, “molti di coloro che stanno partecipando non erano nati all’epoca della rivoluzione sandinista e il governo sta venendo superato, anche se ancora hanno delle risorse”.
Ha precisato che le cose si stanno infiammando, non ci sono gruppi forti a favore del governo per il fatto che è stato un processo accelerato, inedito, “politicamente può succedere qualunque cosa, bisogna solo sperare che non ci sia violenza, nulla di buono da qui se continua la violenza”, ha terminato.
1 giugno 2018
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Fabiola Méndez, “Crisis en Nicaragua, inédita: Rodrigo Páez” pubblicato il 01-06-2018 in UNAM Global su [http://www.unamglobal.unam.mx/?p=39743] ultimo accesso 04-06-2018. |