Uno studio segnala che in Brasile la Polizia di San Paolo uccide di più neri e giovani


Juliana Gonçalves

Dati mostrano la disparità tra le morti di giovani e neri in relazione con il resto della popolazione dello stato.

Diminuiscono le morti di agenti di sicurezza e aumentano le morti di giovani neri che vivono nelle periferie brasiliane.

Uomini, neri e giovani sono le principali vittime di assassinio da parte della polizia. Questa è la principale conclusione dello studio lanciato questo giovedì (17) da Samira Bueno, sociologa e direttrice esecutiva del Forum Brasiliano della Sicurezza.

L’analisi è stata realizzata sulla base di 3.107 registri di 20 municipi dello stato di San Paolo, regione sudorientale del Brasile, tra il 2013 e il 2016. La ricercatrice ha intervistato, inoltre, 16 ex poliziotti militari di un carcere militare, il Presidio Militare Romão Gomes, situato nella capitale.

Durante il periodo della ricerca, il 67% degli assassinati dai poliziotti erano neri e meticci e il 17% hanno meno di 17 anni.

Valdenia Paulino Lanfranchi, attivista dei diritti umani e militante del Centro dei Diritti Umani di Sapopemba, che lavora soprattutto con la gioventù, commenta che il principale profilo degli assassinati è quello di adolescenti che dovrebbero essere tutelati dallo stato.

“Il risultato di questo studio spaventa molto. Le risposte delle autorità dello stato di San Paolo sul tema della violenza con esiti mortali sono anche molto spaventose”, si lamenta.

Sproporzione

La ricerca ha rivelato che ogni mille giovani arrestati da agenti di pubblica sicurezza, 6 sono stati assassinati. Tra gli adulti, il numero è di 3,4 ogni mille incarcerati.

Lo studio segnala anche che come aumentano le morti effettuate da poliziotti, l’assassinio di poliziotti diminuisce. Nel 2016 la polizia ha assassinato 856 persone, nel 2017 il numero è salito a 943. Il numero di poliziotti assassinati è passato da 80 nel 2016 a 60 nel 2017.

Per Bruno Paes Manso, giornalista e ricercatore su fiducia istituzionale e legittimità del Nucleo di Studi sulla Violenza dell’Università di San Paolo, la violenza poliziesca nello stato deve essere una delle priorità delle istituzioni, che ancora percepiscono la letalità come prevenzione e non come un problema politico.

“Le morti durante gli interventi polizieschi, dopo la generale diminuzione degli omicidi a San Paolo, rappresenta quasi il 20% degli assassinati a San Paolo. Negli ultimi anni gli omicidi sono diminuiti, ma la violenza poliziesca rimane elevata”, afferma.

La ricerca segnala che tra le vittime più giovani ci sono bambini tra i 10 e gli 11 anni che vivono nelle zone periferiche di San Paolo. Valdenia Paulino Lanfranchi afferma che la percezione degli abitanti di questi luoghi sulla Polizia Militare è negativa “perché non c’è una polizia preventiva, ma solo una che reagisce nell’esercizio delle proprie funzioni”.

Evidenzia anche che in queste località gli abitanti convivono con la corruzione della polizia, dove i medesimi poliziotti che assassinano le persone si incontrano anche nei punti di vendita delle droghe o nei negozi chiedendo bustarelle.

Politica genocida

Al di là della posizione difensiva della polizia nel giustificare gli eccessivi assassinii, Bruno Paes Manso considera che in generale i numeri rivelano una certa condiscendenza della società di fronte a questi assassinii.

“Il grande problema è il marchio di questi gruppi,  di questi giovani, uomini e abitanti dei quartieri della periferia, che sono visti come villani. Nelle città le persone sentono paura e accettano questo tipo di agire poliziesco senza percepire gli effetti collaterali che produce”, afferma.

Da tempo i movimenti popolari, i movimenti neri e i gruppi dei diritti umani analizzano il problema dalla prospettiva del genocidio di neri e poveri in Brasile, collegando il tema degli assassinii per mano della polizia con una visione politica: “il problema non è nel poliziotto come individuo, ma in una politica statale genocida. Non ci sono dubbi, non si tratta di un errore. C’è una politica di esecuzioni e sterminio promossa dal Potere Esecutivo dello stato di San Paolo”, asserisce il giornalista.

La caduta nel numero di omicidi a San Paolo, che è diminuito del 65% tra il 2001 e il 2016 non ha prodotto una caduta nella letalità poliziesca, che nel medesimo periodo è aumentata del 42%.

Edizione: Diego Sartorato | Traduzione in spagnolo: Luiza Mançano

Foto: Alexandre Carvalho/A2img

22 maggio 2018

Brasil de Fato

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Juliana Gonçalves, En Brasil, la Policía de São Paulo mata más a negros y jóvenes, señala estudio” pubblicato il 22-05-2018 in Brasil de Fatosu [https://www.brasildefato.com.br/2018/05/22/en-brasil-la-policia-de-sao-paulo-mata-mas-a-negros-y-jovenes-senala-estudio/] ultimo accesso 29-05-2018.

, ,

I commenti sono stati disattivati.