In tutto il paese si sono registrati anche centinaia di feriti e un alto numero di detenuti per la repressione della polizia.
Altre quattro persone sono morte questo venerdì per gli scontri tra poliziotti e cittadini, al terzo giorno di proteste per rifiutare le riforme della Previdenza Sociale, che comprendono l’aumento della quota del datore di lavoro e quella del lavoratore e un contributo del cinque per cento per i pensionati.
Álvaro Manuel Conrado Dávila, di 15 anni, che frequentava il quarto anno di secondaria nell’Istituto Loyola di Managua, è stato uno dei morti confermati in un comunicato dall’organizzazione Fé y Alegría.
L’altro morto è uno studente dell’Università Nazionale di Ingegneria (UNI) di Managua, così hanno confermato gli stessi studenti, ma non è stata divulgata la sua identità.
La prima dama e vicepresidente designata, Rosario Murillo, ha confermato questa notte un morto a Masaya, e ha detto che per oggi avrebbe dato dettagli sulla sua identità. Quasi a mezza notte di venerdì è stato riportato un morto a Sébaco, Matagalpa, a seguito degli scontri tra poliziotti e cittadini. Con questi sarebbero sette i morti tra giovedì e venerdì.
Studenti rifugiati nella cattedrale
A Managua, l’epicentro degli scontri tra poliziotti e universitari è stato nella Cattedrale Metropolitana, dove dalle 8.00 a.m. gli studenti hanno cominciato a giungere. Gli universitari hanno fatto della cattedrale un punto di raccolta di alimenti e acqua che organizzazioni e cittadini hanno inviato in modo spontaneo per sostenere le proteste degli studenti.
Ma nel pomeriggio, la cattedrale si è trasformata in un rifugio per i giovani, perché la Polizia Nazionale e la Gioventù Sandinista (JS) hanno circondato il luogo per cercare di impedire che i giovani portassero viveri ai loro compagni che protestano contro il Governo in differenti università.
Nonostante che la Polizia lanciasse gas lacrimogeni e proiettili di gomma all’interno del tempio, alcuni studenti sono riusciti ad uscire nelle prime ore del mattino per portare i viveri nelle università. Nonostante ciò, nelle reti sociali sono circolati video dove si potevano vedere i poliziotti assaltare veicoli che portavano i viveri.
Hanno abbattuto un “albero di lattine”
Gli scontri tra poliziotti e gli studenti nelle vicinanze della cattedrale sono aumentati di tono durante il pomeriggio, quando i giovani che erano rimasti nel tempio cattolico e nell’Università Nazionale di Ingegneria (UNI) sono riusciti ad abbattere un “albero della vita”, strutture metalliche che sono il simbolo del Governo Ortega-Murillo.
Questo ha fatto scoppiare la furia della JS, che armati di pietre, mortai e armi da fuoco hanno attaccato gli studenti che erano rimasti nei terreni della chiesa. Nell’attacco gli universitari sono corsi spaventati a rifugiarsi all’interno del tempio mentre la JS sparava contro di loro.
La polizia solo osserva l’aggressione della JS
Agenti della Polizia Nazionale a bordo di motociclette sono entrati, inoltre, nella cattedrale quando gli studenti stavano venendo circondati, ma hanno solo osservato l’attacco e si sono ritirati. Le forze antisommossa sono entrate anche nell’UNI dove hanno causato danni alle infrastrutture quando la maggioranza degli universitari che erano trincerati in quel luogo sono corsi nella cattedrale.
Nel frattempo, all’interno del tempio cattolico centinaia di giovani gridavano parole d’ordine contro il Governo, hanno intonato canzoni di protesta e dato assistenza a cinque studenti feriti.
Gli studenti hanno informato che durante la mattinata di venerdì hanno portato altri quattro feriti per i proiettili in un ospedale, ma per sicurezza non hanno detto dove.
Ticuantepe
Tre cittadini detenuti e vari feriti è stato il saldo del pomeriggio nel municipio di Ticuantepe, dopo quasi tre ore continuate di scontri tra abitanti e forze antisommossa della Polizia Nazionale.
Gli antisommossa hanno attaccato con gas lacrimogeni e proiettili, mentre gli abitanti facevano resistenza dietro una barricata che hanno formato con pietre e tronchi d’albero. Gruppi della JS, identificati dagli abitanti, attaccavano anche con pietre i cittadini sotto lo sguardo compiacente della Polizia.
Masaya
A Monimbó, Masaya, è stato più che evidente il sostegno tra la JS e i poliziotti antisommossa, che passavano i mortai per reprimere la popolazione.
Nonostante ciò, i manifestanti gridavano: “Viva il Nicaragua, fuori Daniel Ortega”, mentre altri sparavano con i loro mortai. La battaglia campale è iniziata verso le 13.00. I feriti sono stati soccorsi dagli studenti di infermeria, che hanno offerto i loro servizi agli abitanti di Monimbó, come è avvenuto a Managua da parte degli studenti di medicina di diverse università. Allo stesso tempo molte persone regalavano cibo.
Sul luogo si sono presentati i membri dell’Associazione Nicaraguense Per i Diritti Umani (ANPDH) per constatare sul luogo la situazione che si viveva nel quartiere Monimbó.
Granada
A Granada, i gruppi di scontro formati da delinquenti di La Villa e del quartiere Maldito, hanno cercato di incendiare, nella notte di venerdì, il municipio con l’obiettivo di incriminare i manifestanti che, secondo quanto hanno denunciato vari cittadini, hanno accompagnato civilmente il corteo contro le riforme dell’INSS.
Un gruppo di ragazzi incappucciati ha fatto un fuoco sul marciapiede dell’edificio verso le 19.00, nonostante che il luogo fosse controllato da 20 poliziotti municipali e le forze della Polizia Nazionale fossero disseminate nel settore fin dal pomeriggio.
Secondo una fonte, il partito di governo ha contrattato i delinquenti di La Villa, per intimorire i manifestanti, per cui i loro rivali, del quartiere Maldito, hanno occupato la strada dove era il gruppo di giovani che protestavano contro le riforme dell’INSS.
A Chinandega
A Chinandega, i giovani che venerdì erano scesi a protestare contro le misure del Governo hanno dato fuoco e saccheggiato le due case zonali del governativo Fronte Sandinista. Anche il supermercato (commissariato) della Polizia, situato nel quartiere Guadalupe, è stato saccheggiato dagli abitanti.
Il corteo che era iniziato timidamente alle 15.00, con una ventina di convocati nella zona posteriore al municipio di Chinandega, ha preso di sorpresa le autorità del FSLN, quando si sono aggiunti circa duemila giovani con striscioni e cartelli con diversi messaggi contro la riforma dell’INSS.
Repressione della polizia sui civili
La Polizia ha represso un affollato corteo pacifico di cittadini che si era riunito presso la rotonda Jean Paul Gennie, di Managua, per rifiutare la riforma della Previdenza Sociale.
Gli antisommossa nel loro attacco contro i cittadini, nella maggioranza giovani, hanno ferito con i proiettili Mario Pereira e suo figlio, che ha anche ricevuto sulla schiena un colpo con il calcio del fucile.
Altre persone sono state ferite e altre arrestate dagli agenti.
“È vero, ci ha represso la Polizia orteghista, ma dimostriamo al dittatore che siamo nelle strade e che il popolo non si lascerà rubare la propria previdenza sociale; questa ribellione non la fermano e Ortega lo sa”, ha detto la giovane Claudia Milena Vargas.
21-04-2018
La Prensa
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Scontri tra antisommossa e cittadini lasciano almeno sette morti in Nicaragua” pubblicato il 21-04-2018 in La Prensa, su [https://www.laprensa.com.ni/2018/04/21/politica/2407614-enfrentamientos-entre-antimotines-y-ciudadanos-dejan-al-menos-siete-muertos-en-nicaragua] ultimo accesso 21-04-2018. |