Organizzazioni e movimenti sociali contadini messicani mantengono l’eredità e gli ideali di Emiliano Zapata.

A 99 anni dal suo assassinio, l’eredità e la lotta del dirigente della Rivoluzione Messicana, Emiliano Zapata, continuano ad essere validi in Messico e nel mondo.

Durante la sua vita, Zapata lottò per il diritto alla terra dei contadini e degli indigeni messicani, le sue idee furono raccolte nel Piano di Ayala (1911) con il quale chiedeva la restituzione di terre e beni ai municipi e ai cittadini.

Zapata nella storia messicana

Per Felipe Ávila Espinosa, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Studi Storici della Rivoluzione del Messico (INEHRM), Emiliano Zapata è una delle figure più illustri della Rivoluzione e della storia contemporanea del Messico.

“Lungo il XX secolo si è trasformato nel simbolo dell’agrarismo nel mondo. È il personaggio che a livello mondiale meglio rappresenta la lotta dei contadini per la giustizia e la libertà, è uno di quei messicani che ha superato le nostre frontiere”, ha commentato lo storico.

Ávila Espinosa ha ricordato che Zapata promosse la riforma agraria che insieme agli altri ideali sociali della Rivoluzione Messicana cambiò le strutture politiche, economiche e sociali del paese, sulle quali fu edificata la storia del XX secolo messicano.

“La Rivoluzione fu una rivoluzione contadina, fatta dai settori agrari poveri di una buona parte della Repubblica, che cambiarono il regime della proprietà. Prima di questo movimento, il campo era dominato dalla tenuta e dal latifondo, ma la Rivoluzione mise fine ai proprietari terrieri, permise ai contadini messicani di acquisire la terra”, ha dichiarato il direttore generale aggiunto dell’INEHRM.

La lotta per la terra di Zapata fece sì che milioni di contadini messicani si trasformassero in proprietari di terre quando più della metà del territorio messicano si trovava nelle mani dei proprietari terrieri.

Per il ricercatore la riforma agraria di Emiliano Zapata fu una parte sostanziale della Rivoluzione Messicana, “per questo è diventato il simbolo dell’agrarismo per antonomasia, per questo è importante ricordare la sua figura, perché rappresenta la Rivoluzione Messicana dal punto di vista dei contadini che cambiarono il paese per poter avere la terra e lavorarla”.

La validità di Emiliano Zapata

A quasi un secolo dalla sua morte e a più di 100 anni dalla Rivoluzione Messicana (1910) e dalla promulgazione del Piano di Ayala (1911), gli ideali di Emiliano Zapata guadagnano una particolare validità e rilevanza di fronte alla situazione che affrontano in Messico il campo e i contadini.

I vari Governi messicani hanno lasciato da parte le richieste sociali dei contadini abbandonando la dottrina sociale e riformatrice di Zapata.

Durante il Governo di Enrique Peña Nieto i livelli di povertà, disuguaglianza sociale e la disparità economica è aumentata nell’ultimo sessennio.

Secondo cifre del Consiglio Nazionale per la Valutazione della Politica di Sviluppo Sociale (Coneval) tra il 2012 e il 2016 il numero di messicani poveri è aumentato di 100 mila, passando da 53,3 milioni a 53,4 milioni.

Secondo il Coneval circa 9,4 milioni di messicani si trovavano nel 2016 in condizione di povertà estrema.

I livelli di insicurezza hanno trasformato il 2017 nell’anno più violento del Messico, essendo stati registrati 26.573 omicidi.

Dal 2013 al 2018 si sono presentati 144 omicidi così come lo sfollamento di comunità contadine per la violenza.

La privatizzazione dell’industria statale petrolifera (Pemex), gli aumenti dei prezzi nei servizi di base e della benzina, le relazioni con il Governo degli USA e la precarizzazione lavorativa sono alcuni dei problemi che ha affrontato il Messico durante il mandato di Peña Nieto.

Di fronte a questo panorama le organizzazioni e i movimenti sociali chiedono al Governo di Peña Nieto politiche che tengano conto dei problemi sociali, frutto del sistema economico e politico vigente nella nazione.

10 aprile 2018

teleSUR