Argentina: A Plaza de Mayo 120 mila persone sono tornate a chiedere giustizia per il caso di Santiago Maldonado


La folla ha ripetutamente gridato “castigo per i colpevoli” e ha chiesto la rinuncia della Bullrich e di Noceti.

“Santiago era un ragazzo di pace, in sua memoria, una volta di più, protestiamo per sapere cosa gli è successo e chi sono i responsabili della sua morte e di intralciare e di occultare le motivazioni della sua scomparsa e della sua morte”, ha protestato Sergio Maldonado guidando la quarta marcia per suo fratello scomparso per 78 giorni fino a quando il corpo è stato ritrovato nel fiume Chubut. “Non contino su di me per seminare odio e divisione”, ha messo in evidenza.

Gli organizzatori hanno stimato che più di 120 mila persone si sono mobilitate per la quarta volta in Plaza de Mayo da quel 1° agosto, quando Santiago Maldonado scomparve dopo la repressione della Gendarmeria nel Pu Lof de Cushamen, Chubut. A tre mesi, la parola d’ordine è stata “Giustizia per Santiago Maldonado”, con il corpo già riconosciuto dalla sua famiglia, 80 giorni dopo la sua scomparsa, e in attesa che il Potere Giudiziario termini le perizie complementari per sapere come, quando e dove ha perso la vita. “Santiago era un ragazzo di pace, in sua memoria, una volta di più, protestiamo per sapere cosa gli è successo e chi sono i responsabili della sua morte e di intralciare e di occultare le ragioni della sua scomparsa e della sua morte”, ha protestato Sergio, suo fratello.

Sergio, di fronte alle migliaia di persone che sono tornate a riempire la Plaza, ha criticato i media commerciali che si sono fatti carico di “mentire impunemente sul caso, avvallando false teorie”. “Non contino su di me per seminare odio e divisione nella società”, ha dichiarato il fratello di Santiago e ha sottolineato che la famiglia ha mantenuto fin dall’inizio come unica richiesta quella di “sapere la verità e di ottenere giustizia senza distinzioni di partito e speculazioni elettorali, come vogliono fare”.

“Non voglio smettere di ringraziare ogni persona, ogni organizzazione sociale, che ha collaborato all’organizzazione e diffusione di ogni convocazione che hanno appoggiato questa lotta”, ha ringraziato Sergio di fronte alle bandiere delle organizzazioni dei diritti umani, dei movimenti sociali, dei sindacati e dei partiti di sinistra, che hanno solidarizzato con la protesta.

Prima di salire sul palco, il fratello del giovane, e chi ha messo il corpo per la famiglia Maldonado, insieme a sua moglie Andrea Antico, ha ricevuto un cordone di abbracci e di affetto, da parte della madre di Plaza de Mayo, Vera Jarach, e Alberto Santillán, padre di Darío, il giovane assassinato dalla polizia alla stazione di Avellaneda il 26 giugno 2002.

“Accompagnamo la sofferenza e vogliamo che abbiano giustizia tutte le vittime di sparizione in democrazia”, ha protestato dal palco, dove è stato accompagnato da sua moglie, dalla titolare delle Nonne di Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, dalla Madre di Plaza de Mayo, Taty Almeida, tra gli altri rappresentanti dei diritti umani.

Ed è tornato a ringraziare per il sostegno popolare che ha fatto pressione sul Potere Giudiziario e sul Governo nazionale per andare avanti nella causa: “Questa solidarietà ci segue ogni minuto, con i migliori valori degli esseri umani, e ci abbraccia. Grazie per averci accompagnati tutti i giorni in questi tre mesi, non abbandoneremo e chiederemo giustizia tutti i giorni fino a quando sapremo la verità”.

La mobilitazione è stata convocata dalla famiglia di Santiago e da organizzazioni dei diritti umani, e nella precedente la famiglia del giovane aveva pubblicato un nuovo comunicato su una pagina web. I Maldonado hanno riaffermato che “l’ultima immagine che si ha di lui è durante l’illegale operazione repressiva che la Gendarmeria dispiegò il 1° agosto 2017 nella Pu Lof di Cushamen, nella Provincia di Chubut”, tornando così a responsabilizzare quella forza di sicurezza che dipende dalla ministra Patricia Bullrich.

I Maldonado affermano che continueranno a cercare giustizia per il giovane morto e ringraziano “tutte le persone che ci accompagnano nelle piazze dell’Argentina e del Mondo”, in una giornata in cui, al compiersi tre mesi dalla sua scomparsa, ci si aspetta una grande concentrazione a Plaza de Mayo, lo stesso luogo dove sono state effettuate le due marce precedenti.

Il testo completo che hanno diffuso i Maldonado è quello che segue.

Oggi sono 3 mesi dall’ultima volta che Santiago è stato visto in vita.

L’ultima immagine che si ha di lui è durante l’illegale operazione che la Gendarmeria dispiegò il 1° agosto 2017 nella Pu Lof di Cushamen, nella Provincia di Chubut.

In questi 3 mesi, abbiamo passato molte cose dolorose e difficili, prima alla ricerca di Santiago, e dopo l’apparizione del suo corpo senza vita.

Siamo tristi e addolorati.

Così tristi che ci è impossibile mettere in parole il nostro dolore perché Santiago non può ancora riposare.

Insieme a voi chiediamo in modo pacifico che si sappia la verità.

Continueremo a lottare con fermezza fino a quando ci diranno cosa hanno fatto a Santiago e si farà Giustizia.

Vogliamo ringraziare tutte le persone che ci accompagnano nelle piazze dell’Argentina e del Mondo.

Sappiate che siete il motore con il quale possiamo continuare a protestare.

Santiago ora fa parte di noi, le sue idee e la sua solidarietà continueranno ad essere vive attraverso il tempo.

Giustizia per Santiago e per tutti!

01 novembre 2017

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Argentina: En Plaza de Mayo 120 mil personas volvieron a exigir justicia para el caso de Santiago Maldonado” pubblicato il 01-11-2017 in Resumen Latinoamericanosu [http://www.resumenlatinoamericano.org/2017/11/01/argentina-en-plaza-de-mayo-120-mil-personas-volvieron-a-exigir-justicia-para-el-caso-de-santiago-maldonado-la-multitud-exigio-castigo-a-los-culpables-y-la-renuncia-de-bullrich-y-nocetti/] ultimo accesso 03-11-2017.

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