A Città del Messico irrompe la società civile e organizza il recupero e la raccolta


Gloria Muñoz Ramírez

Città del Messico/ Giovani uomini e donne hanno oggi occupato le strade colpite dal sisma di 7,1 gradi Richter che ha lasciato più di mille immobili seriamente danneggiati a Città del Messico, nel Morelos e nel Puebla, con un saldo fino a questo momento di 225 persone morte.

La gioventù chilanga (del distretto federale, ndt) viaggia in bicicletta, motocicletta e a piedi e inonda le strade distribuendo viveri e acqua, mettendosi a disposizione nei compiti di recupero, comprando pale e picconi, lampade e pile. Praticamente non c’è luogo devastato dove non ci sia il sostegno della società organizzata. Non si tratta di atti di carità ma di espressioni di autentica solidarietà e responsabilità civile. All’incrocio tra la Medellín e il Viadotto, nella colonia Roma, ci sono centinaia di persone comuni che organizzano la gente che giunge con rifornimenti e formano le brigate di recupero. Gruppi di soldati, poliziotti e del personale del governo della Città del Messico praticamente si mettono ai loro ordini, dietro alle casalinghe che preparano alimenti e fanno borse di medicamenti, e agli uomini che organizzano la distribuzione di pale e picconi.

Le strade della colonia Roma sono apparse all’alba con gente che le percorreva offrendo aiuto. Di fatto in molti centri di distribuzione si è riusciti a raccogliere cibo e acqua sufficiente, ma questo non ferma l’aiuto. Persone camminano da un lato all’altro portando taniche d’acqua, pale, teli, latte di tonno, lampade e medicamenti, mentre i negozi commerciali aprono le loro porte per quello che manca. Un salone di bellezza che ha la luce si offre di caricare i cellulari e giungono decine di persone; un ferramenta offre tutta la propria mercanzia gratis, una pasticceria regala i propri dolci e offre caffè a tutti i passanti. La gente si fa carico dell’emergenza con autonomia, senza aspettare che qualcuno le dica che fare.

Il recupero della propria città, in definitiva, è nelle mani dei chilangos. Camion portano brigate di 10, 20 o 30 persone nel cassone posteriore, sono giovani con pale e caschi arancioni con l’atteggiamento di chi vuole recuperare. Non ci sono protagonismi, sovrabbonda la voglia e non mancano le persone.

“Mancano bende”, grida una signora di fronte alla fabbrica tessile situata nelle strade di Bolívar e Chimalpopoca, nella colonia Obrera, e subito spuntano chi sa da dove decine di pacchetti gialli con bende nuove. “C’è bisogno di casse”, dice un’altra. E appaiono le casse come per magia. “Venti volontari di qua”, e se ne uniscono 200 nel giro di pochi minuti.

Sotto le macerie della fabbrica ieri hanno recuperato 14 persone, la maggioranza sarte. Un’altra volta, come nel sisma di 32 anni fa, sono lavoratrici dell’industria tessile quelle colpite. Questa mattina ne hanno recuperata un’altra e si cerca ancora vita. Le centinaia di persone che spalano le macerie di fermano all’improvviso e alzano le braccia in alto allo stesso tempo. Silenzio! gridano. E in pochi secondi la folla si zittisce. È il segnale che hanno udito delle voci che possono provenire da sotto le pietre.

Il Messico profondo si unisce in ogni angolo, mentre piccoli gruppi di soldati e qualche camion si rendono visibili nelle strade. La novità oggi è il crollo di edifici che ieri sono rimasti danneggiati e che da un momento all’altro possono venire giù. Sono stati evacuati dato che il pericolo è latente.

Il terremoto nei tempi delle reti. La gente risponde alle convocazioni e alle sollecitazioni di aiuto, offrono i propri servizi medici, ingegneri, infermiere e architetti. Anche delle imprese mettono a disposizione scavatrici e altri macchinari per il recupero. Se Facebook fosse esistito nel 1985, senza dubbio un’altra storia sarebbe stata raccontata.

Centinaia di giovani si organizzano per eliminare le macerie della scuola Renacimiento, in via Orizaba, nella Roma. Uomini e donne portano pesanti carichi di pietre e organizzano catene umane per portare fuori secchi e sacchi pieni.

Non c’è tregua mentre si avvicina la seconda notte in cui decine di famiglie torneranno a dormire nelle proprie macchine o all’intemperie.

Foto: Luis Jorge Gallegos

20 settembre 2017

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Gloria Muñoz Ramírez, Irrumpe la sociedad civil en la Ciudad de México y organiza el rescate y acopio” pubblicato il 20-09-2017 in Desinformémonossu [https://desinformemonos.org/irrumpe-la-sociedad-civil-en-la-ciudad-de-mexico-y-organiza-el-rescate-y-acopio/] ultimo accesso 21-09-2017.

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