Quale pace per i minatori?


Oscar Paciencia

Ci sono voluti 42 giorni di sciopero generale continuato; miniere d’oro deserte; negozi chiusi scuole distrutte; tre morti ufficiali e altre tre non contabilizzate; oltre 50 feriti e 20 arresti; centinaia di persone sfollate dalle loro abitazioni. È stata necessaria la pazienza della Mesa Minera e degli ottantamila abitanti tra Segovia e Remedios (piccole cittadine nel nordest di Antioquia), ma anche la loro determinazione nel resistere all’incursione della polizia, dei battaglioni speciali dell’ESMAD – Escuadrón Móvil Antidisturbios – autori dei tre omicidi e dei gruppi paramilitari, mai estinti in questa zona del Paese. Infine la resistenza civile, attrezzata a sopportare la mancanza di alimenti, inventandosi 36 cucine comunitarie sparse per Segovia e foraggiate dalla solidarietà; mantenendo in funzione l’unico centro di salute presente, costantemente circondato dalle forze dell’ordine; permettendo lo svago ai ragazzini e alle ragazzine proponendo attività ricreative.

Alla fine la disputa tra i minatori tradizionali di Segovia e Remedios da un lato e il governo nazionale, dipartimentale, l’impresa Gran Colombia Gold (canadese) dall’altro si è conclusa con la firma di un accordo accettato dai minatori e dalla Mesa Minera , loro rappresentante.

Rimane però una domanda: se la Colombia ha fatto la pace con le FARC e (pare) si appresta a farla con l’ELN, di quale pace si tratta? Quali cambiamenti apporta questa pace nei territori, nell’economia, nella gestione dei conflitti, nelle rivendicazioni, nella convivenza, se occorrono ancora morti, sfollamenti, saccheggi, distruzioni provocati dallo stato?

È possibile considerare in pace i municipi di Segovia e Remedios?

1 settembre 2017

nuncamas

 

Oscar PacienciaQuale pace per i minatori?” pubblicato il 01-09-2017 in nuncamassu [http://nuncamas.altervista.org/quale-pace-minatori/] ultimo accesso 05-09-2017.

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