La Corte d’Appello di Salto del Guairá, nell’est del Paraguay, ha confermato le condanne contro gli 11 contadini, emesse nel luglio del 2016 per il massacro di Curuguaty, che nel 2012 fece 17 morti e causò la destituzione dell’allora presidente Fernando Lugo.
Secondo l’avvocato responsabile del caso, Jorge Bogarín, la Corte d’Appello ha ammesso il ricorso presentato dalla difesa dei condannati, ma ha deciso di non accettarlo, per questo la sentenza emessa nel luglio del 2016 contro gli accusati “è stata confermata in tutte le sue parti”.
Questa sentenza ha condannato a pene tra i 18 e i 30 anni di prigione quattro dei contadini accusati, che sono detenuti preventivamente nella prigione di Tacumbú, ad Asunción: Néstor Castro, Arnaldo Quintana, Rubén Villalba e Luis Olmedo. Oltre a questo, ha condannato a tre anni di prigione tre donne, Lucía Agüero, Fany Olmedo e Dolores López, che scontano la pena in casa invece che in carcere. Gli altri accusati, Felipe Benítez, Alcides Ramírez, Juan Carlos Tillería e Adalberto Castro, sono stati condannati a 4 anni di prigione, ma hanno finito con l’essere liberati perché hanno già scontato la propria pena durante il periodo che hanno trascorso detenuti, tra il 2012 e 2016, attendendo la data del giudizio.
Al riguardo, Bogarín ha deplorato la decisione della Camera d’Appello e ha evidenziato che “c’erano speranze di riuscire ad abolire una sentenza infondata e con molte lacune”. “Nella sentenza per il caso di Curuguaty c’erano numerose circostanze che avrebbero portato all’annullamento del processo, come la manipolazione della scena del crimine, ma queste non sono state analizzate dalla Camera”, ha dichiarato l’avvocato.
L’avvocato ha anche criticato il fatto che la Camera d’Appello abbia tardato dieci mesi per prendere posizione sul ricorso d’appello, quando la legge paraguaiana stabilisce un termine massimo di 30 giorni. “Questo ritardo cospira contro la giustizia, perché la giustizia che giunge tardi non è giustizia. I ritardi giudiziari sono un vero flagello che mina le basi delle istituzioni democratiche, ed è una materia che dipende dal Potere Giudiziario, se questo vuole recuperare la propria credibilità”, ha affermato.
Bogarín ha detto che i contadini condannati sono “delusi” per la decisione della giustizia. Gli avvocati si sono riuniti con gli altri quattro condannati che sono nella prigione di Tacumbú per confermare quali saranno le prossime azioni. Tra queste, un possibile ricorso straordinario di cassazione alla Corte Suprema di Giustizia (CSJ). Se anche la decisione della CSJ confermasse la sentenza, Bogarín dice che la difesa non scarta di ricorrere ai tribunali internazionali, come la Corte Interamericana dei Diritti Umani.
Il caso
Il caso di Curuguaty, una località che rimane nell’est del Paraguay, riguarda un’operazione effettuata il 15 giugno 2012 da centinaia di poliziotti, che riuscirono a sgomberare circa 70 contadini dalle terre che avevano occupato per chiedere la riforma agraria.
Durante questo sgombero avvenne una sparatoria nella quale morirono 11 contadini e 6 poliziotti, ma il Pubblico Ministero del Paraguay non analizzò le morti dei lavoratori rurali. Il massacro di Curuguaty servì da base affinché il Partito Colorado, che in quel periodo guidava l’opposizione politica del paese e che ora governa, promuovesse il colpo di stato contro Fernando Lugo in un processo di impeachment definito irregolare da istituzioni come il Mercosur e l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasul).
1 giugno 2017
Brasil de Fato
Traduzione in spagnolo di Colombia Informa.
tratto da Colombia Informa
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Paraguay: La justicia confirmó las condenas de 11 campesinos por la masacre de Curuguaty” pubblicato il 01-06-2017 in Colombia Informa, su [http://www.colombiainforma.info/paraguay-la-justicia-confirmo-las-condenas-de-11-campesinos-por-la-masacre-de-curuguatay/] ultimo accesso 07-06-2017. |