La Legge di Modernizzazione del Servizio Nazionale della Pesca minaccia i diritti dei popoli originari


Contravviene al Trattato 169

Adolfo Millabur denuncia: La Legge sulla Pesca Illegale minaccia i diritti dei popoli originari. Dietro ad un discorso di persecuzione della pesca illegale si cerca di allontanare il mapuche lafkenche (della costa) dall’uso ancestrale del mare.

Il sindaco di Tirúa, membro del coordinamento Identità Territoriale Lafkenche e di Amcam (Associazione delle Municipalità con Sindaco Mapuche), Adolfo Millabur, ha giudicato la Legge di Modernizzazione del Servizio Nazionale della Pesca, che precisa la pesca illegale, come una gravissima mancanza nei confronti dei diritti dei popoli originari.

Ha espressamente fatto riferimento agli aspetti punitivi dell’iniziativa del governo che, con la scusa di regolare la pesca illegale e con un discorso sulla sostenibilità delle risorse, lascia fuori le comunità originarie dalla possibilità di estrarre risorse, come lo hanno fatto nelle modalità ancestrali, per consumo umano.

Identità Lafkenche coordina comunità mapuche, includendo quelle peschiere della costa, dal Golfo di Arauco a Palena, invece ad Amcam partecipano i sindaci di Renaico, Chol chol, Puerto Saavedra, Currarrehue, Coyhaique, Paillaco, Tirúa, Alto Bío Bío e tra 150 e 180 consiglieri dell’etnia.

Il progetto di legge è al Senato, alla seconda formalità costituzionale, approvato in generale, e inviato alla Commissione della Costituzione per quanto riguarda le norme con effetto in materia penale.

Minaccia

Adolfo Millabur dice che è a favore della protezione delle risorse idrogeologiche, che è molto importante farlo, ma non che: “a proposito della regolazione della pesca illegale a favore della sostenibilità, vengano a tirare un colpo mancino proibendo l’uso di queste risorse a coloro che lo hanno sempre fatto (per sostentamento), i pescatori artigianali e certamente le comunità mapuche lafkenche”.

Analizza che essendo stato Raúl Sunico, (ex) sottosegretario della pesca autore intellettuale di questa legge, che si è dimostrato essere stata adeguata all’industria, non ci si può aspettare che l’iniziativa rispetti i diritti di tutti, ma è sì opportuno avvertire i senatori e i deputati che nuovamente legifereranno con la macchia della corruzione. Gli ingiunge di ammettere che stanno ledendo il Trattato Internazionale 169 perché la pratica del progetto viene portata avanti di nascosto del popolo mapuche. I mapuche hanno diritto al mare, loro erano qua prima di qualsiasi altro, dice, e di nuovo non li stanno considerando e neppure consultando, pertanto il progetto è di una legge snaturata nei confronti delle regole internazionali.

Il Trattato 169 dell’OIL è un trattato internazionale sottoscritto dal Cile che tra gli altri punti stabilisce il dovere dello stato di consultare per quanto riguarda le misure legislative e amministrative suscettibili di colpire direttamente i popoli originari.

Il sindaco Millabur rileva che la stessa FAO, nel Rapporto in cui ha valutato la Legge sulla Pesca, in una delle sue raccomandazioni avverte lo stato e il governo e il Parlamento cileni che la legge sulla Pesca non ha considerato il diritto dei popoli originari, che c’è un’abbondante legislazione internazionale che obbliga gli stati a includerlo, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza alimentare.

Acutizzerà i conflitti

Millabur avverte che queste regole sono carenti di consultazione e le conseguenze saranno di acutizzare la mancanza di una convivenza tranquilla nel litorale. Fa vedere che già ci sono conflitti per l’uso della terra e nei prossimi tempi ci saranno maggiori conflitti e forse più duri in materia di mare e i parlamentari, creandoli, sono responsabili verso il loro stesso futuro, verso quello del Cile, verso quello dei loro figli, stanno seminando incertezza invece di certezze come dovrebbe essere. Denuncia anche che nemmeno i parlamentari che rappresentano le regioni dove vivono i popoli originari costieri si sono dati la pena di informare che c’è una legislazione in discussione che sta danneggiando i popoli originari.

Tribunale Costituzionale

Aggiunge un altro precedente: “quando è stata fatta la Legge sulla Pesca noi abbiamo fatto ricorso al Tribunale Costituzionale e c’è stata una votazione divisa nel TC sul fatto che fosse necessario consultare i popoli originari. Anche il Parlamento, lo stesso Presidente del Senato ha emesso un rapporto dicendo che la Legge sulla Pesca prima di essere approvata doveva essere portata alla consultazione dei popoli originari; ci sono rapporti di giuristi che hanno avvisato il Parlamento che era necessario consultare i popoli originari prima della Legge Longueira, allora non abbiamo molti dubbi che su questa legge ci dovrebbe essere una consultazione”.

Future azioni

Riconosce che: “la verità è che come Identità Territoriale Lafkenche abbiamo perso la fiducia, la credibilità e  la fiducia basilare sul fatto che questo Parlamento possa fare qualcosa di positivo a favore dei popoli originari”. Perché loro vedono, dice, una vocazione dello stato, una decisione politica di non rispettare i diritti dei popoli originari, di non rispettare la Legge Lafkenche (20.249), allora gli rimane l’impressione che, di fronte a questa legge, dovranno prima ricorrere davanti all’Esecutivo, sicuramente andare subito in tribunale e se non gli va bene ricorrere ai Tribunali Internazionali.

Millabur conclude segnalando che non è più possibile andare avanti così per le poverissime condizioni di discredito che la politica ha nel paese, per cui crede che i cambiamenti passeranno attraverso una nuova Costituzione che regoli i diritti di tutti in modo più equilibrato perché ora l’imbuto è molto largo per molto pochi e troppo stretto per una gran parte della popolazione.

Fonte: Fedepes Biobío

Mapuexpress

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Ley de Modernización del Servicio Nacional de Pesca atenta contra derechos de los pueblos originarios” pubblicato il 03-2017 in Mapuexpresssu [http://www.mapuexpress.org/?p=16900] ultimo accesso 08-04-2017.

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