Governo della Colombia e FARC-EP firmano un nuovo accordo di pace


La Colombia ha già un nuovo accordo di pace ed è stato firmato a L’Avana, Cuba.

Le delegazioni hanno rinegoziato l’accordo con l’inserimento delle proposte dei difensori del “no” nel plebiscito del 2 ottobre.

Questo sabato i delegati del Governo colombiano e delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC-EP) hanno firmato l’accordo definitivo per la pace dopo aver redatto e inserito le proposte dei detrattori del primo accordo nel plebiscito.

Il comunicato congiunto sostiene: “Abbiamo raggiunto un nuovo Accordo Finale per la fine del conflitto armato, che integra cambiamenti, precisazioni e contributi dei più diversi settori della società, che abbiamo rivisto uno ad uno”.

Il capo della delegazione del Governo colombiano, Humberto de la Calle, ha ringraziato la generosità del Governo cubano “per l’impeccabile lavoro diplomatico” che ha permesso un dialogo sincero con le FARC-EP.

“È stato uno sforzo genuino, leale, che ci ha permesso di raccogliere la totalità delle iniziative, ordinarle e studiarle in quasi cento ore di lavoro costruttivo con i portavoce del No per inserirle in un nuovo accordo di pace”, ha riferito De la Calle.

In quanto ai temi inseriti, De la Calle ha specificato che sono stati fissati gli spazi territoriali specifici per il rispetto delle sanzioni così come i periodi delle azioni riparatorie.

“Chiediamo di superare il conflitto armato, di aprire cammini alla riconciliazione ed ottenere una società più equa, questa è la sfida, per i nostri figli, per i nostri nipoti”, ha esortato il capo della delegazione governativa.

Da parte sua, il capo della delegazione delle FARC-EP, Iván Márquez, ha messo in evidenza come contro vento e maree, la Cuba solidale, il Venezuela e il Cile hanno aiutato per lungo tempo a trovare la via della riconciliazione.

Difficili ma fruttifere, così il dirigente della guerriglia ha valutato il lungo processo per raggiungere la pace tra ambedue le parti. “I risultati del plebiscito hanno messo a serio rischio cinque anni di sforzi per la riconciliazione, ma per la fortuna di milioni di compatrioti, la pace continua il suo inarrestabile cammino”.

Ha aggiunto che questo accordo incorpora aggiustamenti e precisazioni che rimuovono dubbi in materia di giurisdizione e quelli concernenti la riforma rurale integrale, la nuova politica sulle droghe e il referendum.

“Abbiamo mantenuto fede! L’unica cosa che manca è costruire una pace stabile e duratura”, ha dichiarato Márquez, augurandosi che si uniscano i compagni dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e i poteri pubblici dello stato.

L’annuncio è giunto alle ore 18.00 del pomeriggio di sabato, dopo una riunione a Rionegro (Antioquia) tra Santos e l’ex presidente Álvaro Uribe, dirigente del partito conservatore Centro Democratico che ha capitalizzato l’opposizione all’accordo con le FARC. “Ho chiesto al Presidente che i testi non abbiano una portata definitiva, che siano messi a conoscenza dei portavoce del No e delle vittime, che in breve tempo li studieranno ed esporranno qualsiasi osservazione o richiesta di modifica in una nuova riunione con il gruppo negoziatore del Governo”, ha dichiarato Uribe.

Ora Santos dovrà scegliere che percorso adotta per applicare l’accordo in Colombia. Il suo obiettivo è raggiungere una maggioranza che gli permetta di convalidare i punti firmati con le FARC. Si è in attesa che nei prossimi giorni l’opposizione dia il proprio parere sul fatto se le modifiche incluse siano sufficienti a confermare quanto concordato.

Iván Márquez, capo della Delegazione di Pace delle FARC ha mostrato la sua opinione favorevole all’accordo: “Il nuovo accordo di pace è la vittoria della Colombia”.

Viene mantenuto il modello della giurisdizione speciale per la pace

Fonti di una parte e dell’altra, al corrente del nuovo testo, affermano che il modello di Giurisdizione Speciale per la Pace, grosso modo, viene mantenuto, per cui i guerriglieri eviteranno di andare in carcere e continueranno a poter scegliere di partecipare alla politica. Il nuovo accordo, secondo il comunicato congiunto conosciuto questo sabato, precisa le regole e le aree di restrizione della libertà per i condannati. Le FARC, inoltre, si impegnano a consegnare in anticipo una lista dei loro beni. Le principali modifiche all’accordo sottoscritto a settembre si sono centrate, secondo coloro che conoscono il nuovo testo, a garantire che la proprietà privata non correrà pericolo, una delle richieste dei fautori del “no” o a tranquillizzare i settori ultraconservatori del paese, mediante una nuova redazione dei contenuti relativi al punto sulla questione di genere. Il 2 ottobre il voto evangelico è stato definitivo per la vittoria del “no”. Il leader delle chiese protestanti stima che almeno due milioni di fedeli abbiano votato contro gli accordi, che, a suo giudizio, privilegiavano la comunità LGTBI.

Dopo la mazzata dovuta al risultato del plebiscito, che ha fatto affacciare la Colombia ad un precipizio dalle incerte conseguenze, il Governo e le FARC hanno insistito sulla necessità di cercare il più rapidamente possibile un altro nuovo accordo. Il principale timore era il limbo nel quale si trovavano i circa 7.000 guerriglieri -e gli altrettanti miliziani- che hanno bloccato il loro trasferimento verso le zone dove si dovevano concentrare e iniziare il disarmo. L’urgenza del Governo e delle FARC contrastava con la pazienza che chiedevano i vincitori del plebiscito. I fautori del “no”, guidati da Uribe, insistevano sul fatto che il nuovo testo richiederebbe un dibattito tranquillo. Coloro che hanno puntato sul “sì” considerano che l’intenzione di Uribe fosse di ritardare il dibattito per avvicinarlo il più possibile all’inizio della corsa elettorale. La Colombia sceglierà il successore di Santos nel 2018.

Il Governo di Santos -che ha ricevuto il Nobel per la Pace alcuni giorni dopo essere uscito sconfitto nel plebiscito- ha cercato di inviare il messaggio che il nuovo accordo è più completo dopo aver raccolto le osservazioni dei fautori del “no”, qualcosa che non hanno fatto durante i quattro anni di conversazioni iniziali. Si è anche cercato di far vedere che i cortei e le mobilitazioni che sollecitavano un nuovo accordo sono stati essenziali per far avanzare il nuovo testo.

Da quando si è saputo che in questo fine settimana sarebbe stato fatto un importante annuncio da L’Avana, attraverso le reti sociali è stata convocata una manifestazione verso Piazza di Bolívar, nel centro di Bogotà. Con l’etichetta #HayAcuerdoHayPaz, su Twitter si è parlato tutto il pomeriggio del tema. Dai vari angoli del paese, soprattutto quelli che sono stati segnati dalla violenza, hanno appoggiato che, dopo varie settimane di incertezza, apparisse una nuova possibilità di consolidare la pace.

12 novembre 2016

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Gobierno de Colombia y FARC-EP firman nuevo acuerdo de paz” pubblicato il 12-11-2016 in Resumen Latinoamericanosu [http://www.resumenlatinoamericano.org/2016/11/12/gobierno-de-colombia-y-farc-ep-firman-nuevo-acuerdo-de-paz/] ultimo accesso 13-11-2016.

 

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