Perché le centrali sindacali convocano uno sciopero generale in Brasile?


Fissato per il prossimo giorno 11, i lavoratori protestano contro la PEC 241 e le proposte di riforma di Temer.

Otto centrali sindacali brasiliane preparano uno sciopero generale per l’11 novembre. La paralisi è pianificata da diversi sindacati e fa parte di un aumento delle mobilitazioni di lavoratori e lavoratrici contro le misure che stanno venendo annunciate e difese dal governo non eletto di Michel Temer (PMDB).

Hanno partecipato alle riunioni per preparare la mobilitazione la Centrale Unica dei Lavoratori (CUT), la Centrale Generale dei Lavoratori del Brasile (CGTB), la Centrale dei Lavoratori e Lavoratrici del Brasile (CTB), Conclutas, Forza Sindacale, Intersindacale, la Nuova Centrale e l’Unione Generale dei Lavoratori (UGT). Un altro sciopero generale è previsto per il 25 novembre.

Le principali critiche sollevate dalle centrali sono sulla Proposta di Emendamento Costituzionale (PEC) 241 e sulle discussione della riforma del lavoro e previdenziale. Brasile de Fato spiega queste questione e segnala anche le altre misure che stanno venendo dibattute e che possono colpire la vita della classe lavoratrice:

PEC 241

La Proposta congela gli investimenti pubblici per i prossimi 20 anni, con la giustificazione di rimettere in ordine i conti statali. D’altra parte, i suoi critici -che chiamano il progetto la “PEC della Morte”- dicono che ci sono alternative per la questione fiscale nel paese e prospettano che nei prossimi decenni settori come sanità ed educazione smetteranno di ricevere centinaia di migliaia di milioni di reales. Degli studi ipotizzano che se la PEC fosse stata approvata 20 anni fa, la politica di valorizzazione del salario minimo, per esempio, non sarebbe potuta avvenire.

Età minima per andare in pensione

Il principale punto delle discussioni che il governo non eletto sta facendo riguardo la riforma della Previdenza Sociale, se tale misura fosse applicata, il calcolo per la pensione non sarebbe determinato solo dal tempo di contribuzione. Si discute se l’età minima per andare in pensione debba essere 65 o 70 anni. Le conseguenze danneggerebbero i più poveri: siccome incominciano a lavorare più presto, dovrebbero contribuire per più tempo per poter andare in pensione.

Equiparazione delle pensioni rurali e urbane

Legata alla questione precedente, lo stabilire un’età minima avrebbe carattere generale, valendo per lavoratori rurali e urbani. Riguardo ai primi, l’equiparazione avrebbe un effetto pregiudizievole: cominciano a lavorare più presto, effettuano attività più logoranti e vivono meno. Nel caso in cui l’età minima fosse di 65 anni, in alcuni stati, per esempio, un lavoratore rurale vivrebbe, in media, appena sei mesi dopo aver cominciato a ricevere la propria pensione.

MP 739: più difficoltà per ottenere i benefici della previdenza sociale

La Misura Previdenziale 739 ha già validità e la sua approvazione definitiva è discussa alla Camera. Il principale punto messo in discussione nella MP è la modifica del tempo minimo di contribuzione affinché lavoratori e lavoratrici possano ricevere benefici quali assistenza per malattie e maternità pagata dopo essersi svincolati dalla Previdenza Sociale.

Quanto viene concordato al di sopra di quanto legiferato

Uno degli assi che il governo sta difendendo nel campo lavorativo; l’idea significa che gli accordi collettivi tra lavoratori e padroni superano quanto disposto nella legge. Oggi, le negoziazioni in regola non possono essere fatte al di sotto del limite legale. Se la proposta fosse applicata, i diritti contenuti nella legislazione potranno non essere rispettati.

Terziarizzazione senza limiti

Un altro elemento difeso dal governo è il progetto che libera la terziarizzazione senza limiti in Brasile. Attualmente, solo le attività-medie -ossia, che non abbiano relazione diretta con il ramo di attività dell’impresa- possono essere terziarizzate. In generale, i lavoratori terziarizzati subiscono un’alta rotazione e salari minori comparati a quelli non terziarizzati.

PL 257: congelamento dei salario dei dipendenti pubblici

Il Progetto di Legge 257 riguarda l’aiuto finanziario che l’Unione vuole prestare a stati e municipi in difficoltà. Tra le altre cose, una delle contropartite presente nel PL, intanto, è che gli enti sub-nazionali congelino i salari dei dipendenti pubblici e non effettuino nuove assunzioni di funzionari.

PL 432: flessibilizzazione della lotta al lavoro schiavista

Il Progetto di Legge applicazione 432 diminuisce il numero di causali che possono essere considerate come lavoro analogo alla schiavitù. La realizzazione di attività lavorative in “condizioni degradanti” smette di essere configurata come una delle possibilità di applicazione della legge contro il lavoro schiavista.

Pré-sal

La recente votazione che ha tolto alla Petrobras la condizione di unico operatore dei nuovi campi Pré-sal ha impatti che vanno al di là di quelli subiti dal settore petrolifero. Parte dell’industria nazionale, come la navale, perderà possibilità economiche, fatto che può portare all’incremento della disoccupazione. In secondo luogo, anche la quantità di risorse del petrolio che sarebbero destinate a sanità ed educazione diminuirà.

MP dell’Insegnamento Medio

La cosiddetta riforma dell’insegnamento medio elimina il programma di studi unico per tutti gli studenti. Oltre a questo, punta verso la fine dell’obbligatorietà di alcune discipline: educazione fisica, educazione artistica, filosofia e sociologia. Specialisti in pedagogia criticano la misura, precisando che questa, oltre a non essere stata dibattuta nella società, diminuisce la qualità dell’educazione pubblica e intensifica la disuguaglianza delle opportunità.

24 ottobre 2016

Brasil de Fato

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
¿Por qué las centrales sindicales convocan una huelga general en Brasil?” pubblicato il 24-10-2016 in Brasil de Fatosu [https://www.brasildefato.com.br/2016/10/24/por-que-las-centrales-sindicales-convocan-una-huelga-general-en-brasil/] ultimo accesso 28-10-2016.

 

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