Uno studio dell’agenzia di indagini Tendencias Económicas y Financieras ha registrato che tra gennaio e marzo i licenziamenti hanno superato i 127 mila. Solo a marzo 19.424 persone hanno perso il proprio lavoro e 8.083 sono state sospese.

L’occupazione comincia ad essere il grande problema del mercato del lavoro argentino. E i rilevamenti privati non finiscono di dare cattive notizie. In questo senso un nuovo studio dell’agenzia di indagini Tendencias Económicas y Financieras ha registrato che durante il primo trimestre dell’anno, i licenziamenti già superano i 127 mila.

Concretamente il lavoro dell’agenzia di indagini parla di 127.144 licenziamenti tra gennaio e marzo e sottolinea che il fenomeno è trasversale, si dà tanto nell’ambito pubblico come nel privato, anche se ci sono punti di maggiore tensione.

Poco meno di due terzi dei licenziamenti sono nel settore privato, dove hanno prevalso quelli verificatisi nelle costruzioni, che hanno rappresentato il 44% del totale dei licenziamenti del mese, e in minore misura nell’industria sidero-metallurgica, meccanica, degli alimenti, della componentistica auto, commercio, trasporti e stampa.

Il terzo restante ha avuto luogo nel settore pubblico, nell’amministrazione nazionale, nel Congresso, nelle organizzazioni pubbliche, sanità e municipi.

Il rapporto mostra che solo a marzo 19.424 persone hanno perso il proprio lavoro in tutti i settori dell’economia.

Lo studio diretto dall’economista José Luis Blanco, effettua questo rilevamento dal 1986 sulla base di articoli giornalistici di tutto il paese. I 19.424 di marzo rappresentano un aumento del 95% rispetto al medesimo periodo del 2015.

Le sospensione sono state 8.083, rilevazione superiore di 16 volte rispetto a marzo 2015 e sono state principalmente nell’industria sidero-metallurgica, auto, chimica e alimentare. Nel trimestre le sospensione sono state 27.588, con un aumento di 8 volte rispetto al simile periodo dell’anno precedente.

12 aprile 2016

Resumen Latinoamericano/ InfoGremailes