Un golpe parlamentare e il ritorno reazionario di religione, famiglia, Dio e contro la corruzione


Leonardo Boff

Osservando il comportamento dei parlamentari nei tre giorni in cui hanno discusso l’ammissibilità dell’impedimento della presidente, Dilma Rousseff, ci sembrava di stare vedendo dei bambini che si divertivano in un giardino d’infanzia. Grida da tutti i lati. Cori che recitavano i propri mantra contro o a favore dell’impedimento. Alcuni sono venuti ornati con i simboli delle loro cause. Gente vestita con la bandiera nazionale, come se fosse un giorno di carnevale. Cartelli con le loro ripetitive parole d’ordine. Alla fine, uno spettacolo poco degno di persone decenti dalle quali si spererebbe un minimo di serietà. Si è anche giunti a fare un gioco di scommesse come se fosse una lotteria o una partita di calcio.

Ma la cosa più sorprendente è stata la figura del presidente della Camera che ha presieduto la sessione, il deputato Eduardo Cunha. È stato imputato di molti crimini ed è accusato dal Tribunale Supremo: un gangster che giudica una donna decente contro la quale nessuno si azzarda attribuirle qualche delitto.

Dobbiamo discutere della responsabilità del Tribunale Supremo Federale per aver permesso questo atto che ci ha fatto vergognare nazionalmente e internazionalmente, al punto che il New York Times del 15 aprile ha scritto: “Lei non ha rubato nulla, ma viene giudicata da una banda di ladroni”. Che interesse segreto alimenta il Tribunale Supremo per commettere una omissione così scandalosa? Ci rifiutiamo di pensare che stia partecipando ad una cospirazione.

Durante la discussione del voto è avvenuto qualcosa di assolutamente scandaloso. Si trattava di giudicare se la presidente avesse commesso un crimine di irresponsabilità fiscale con altre gestioni amministrative delle finanze, come base giuridica per un processo politico di impedimento che avrebbe implicato la rimozione della presidente dalla carica che aveva ottenuto mediante il voto popolare maggioritario. Gran parte dei deputati neppure hanno fatto riferimento a questa base giuridica, il famoso “pedaleo” (pedalata) delle imposte, ecc. Invece di appoggiarsi giuridicamente all’eventuale delitto, hanno incoraggiato la politicizzazione della generalizzata insoddisfazione che si allarga nella società per la crisi economica, la disoccupazione e la corruzione nella Petrobras. Questa insoddisfazione può rappresentare un errore politico della presidente, ma non costituisce un delitto.

Come in un ritornello, la grande maggioranza si è focalizzata sulla corruzione e sugli effetti negativi della crisi. Hanno ipocritamente accusato il governo di corrotto, quando sappiamo bene che un gran numero di deputati è sospettato di delitti di corruzione. Buona parte di loro è stata eletta con il denaro della corruzione politica, sostenuta dalle imprese. Generalizzando, con onorevoli eccezioni, i deputati non rappresentano gli interessi collettivi, ma quelli delle imprese che finanziano le loro campagne elettorali.

Bisogna segnalare un fatto preoccupante: come spauracchio è sorta di nuovo la vecchia campagna che ha sollecitato il golpe militare del 1964: i cortei della religione, della famiglia, di Dio e contro la corruzione. Decine di parlamentari del gruppo evangelico hanno fatto discorsi con un tono religioso, invocando il nome di Dio. E tutti, senza eccezioni, hanno votato per l’impedimento. Poche volte è stato offeso tanto il secondo comandamento della legge di Dio che proibisce di usare il santo nome di Dio invano. Gran parte dei parlamentari, in modo puerile, hanno dedicato il proprio voto alla famiglia, alla moglie, alla nonna, ai figli e nipoti, citando i loro nomi, in una banale spettacolarizzazione della politica. In cambio, coloro che si sono pronunciati contro l’impedimento lo hanno argomentato e hanno mostrato un comportamento decente.

Si è trattato di un giudizio dalle tinte politiche senza basi legali convincenti, fatto che viola il dettame costituzionale. Quanto è avvenuto è stato un inaccettabile golpe parlamentare.

I voti contro l’impedimento non sono stati sufficienti. Tutti ne siamo usciti diminuiti, come nazione e con la vergogna dei rappresentanti del popolo che, in realtà, non li rappresentano né hanno l’intenzione di cambiare le regole del gioco politico.

Ora ci rimane solo di sperare nella razionalità del Senato, che esaminerà la validità o no degli argomenti legali, la base per un giudizio politico su un possibile delitto di responsabilità, negato da illustri giuristi del paese.

Forse non siamo ancora maturati come popolo per poter portare a termine una democrazia degna di questo nome: la traduzione nel campo della politica della sovranità popolare.

* Leonardo Boff è un giornalista di JB online e uno scrittore.

18-04-2016

ALAI

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Leonardo Boff, “Un golpe parlamentario y el retorno reaccionario de la religión, familia, Dios y contra la corrupciónpubblicato il 18-04-2016 in ALAI, su [http://www.alainet.org/es/articulo/176835] ultimo accesso 21-04-2016.

 

,

I commenti sono stati disattivati.