Redazione Desinformémonos

Ieri è iniziato in Guatemala il dibattito sul caso conosciuto come Sepur Zarco. Questo si riferisce agli atti di violenza sessuale e schiavitù domestica e sessuale commessi nel decennio del 1980 da parte di membri dell’Esercito contro donne di Sepur Zarco, comunità maya Q’eqchi’, così come per la scomparsa forzata di vari uomini.

Questa è la prima volta al mondo che una corte nazionale giudica la schiavitù sessuale in un contesto di guerra e la prima volta che in Guatemala i delitti di violenza sessuale sono giudicati come crimini internazionali.

Per questo, diverse organizzazioni internazionali celebrano l’inizio del processo che “per il Guatemala rappresenta una nuova opportunità di far avanzare l’obbligo di saldare i propri debiti di verità, giustizia e riparazione, rendendo visibile e sanzionando la violenza contro le donne durante il conflitto ed evitando la ripetizione di così aberranti crimini”.

Nel conflitto armato guatemalteco per lungo tempo la violenza contro le donne fu uno strumento di terrore e dominazione reso invisibile. Cosicché per decenni casi come quello di Sepur Zarco sono rimasti nel silenzio e nell’impunità.

“Noi organizzazioni firmatarie solidarizziamo con le persone sopravvissute, specialmente con le donne che testimonieranno nel dibattito, per il loro coraggio e la loro forza, e deploriamo i messaggi di alcuni settori che vogliono screditarle. Esprimiamo anche il nostro sostegno al collettivo Alleanza per Rompere il Silenzio e l’Impunità che sta accompagnando le vittime nella loro ricerca di giustizia”, si legge in un comunicato del Centro per la Giustizia e il Diritto Internazionale, della Fondazione per il Dovuto Processo, della Piattaforma Internazionale contro l’Impunità, del Washintong Office on Latin America, dell’Impunity Watch, dell’International Center for Transitional Justice e della Guatemala Human Rigths Commission.

2 febbraio 2016

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