Equipo Mapuche

TEMUCO/ L’unica arma che Felipe Durán ha utilizzato in modo certo e coraggioso durante tutti questi anni è stata la sua macchina fotografica. Questa agguerrita Canon ha percorso il Wallmapu e si è andata abituando alla fatica vicino al mate, al calore del fuoco della vita in comunità, si è andata riempiendo di piccole manine di bambini che giocano con lei curiosando quando giunge “Felipón”.

Ha questo colore del fumo del falò ed è diventata sudicia per tanti inverni, per tanta lotta e per tanta vita. È la sua unica arma: la più letale, perché ci ha mostrato “dal di dentro” la costante e smisurata repressione, la brutale violenza, i pallini nel corpo dei peñis (fratelli, ndt), il sangue e il pianto sul viso dei bambini, le madri, le vedove, i processi, il carcere, i recuperi, il lavoro, la semina e il raccolto, la vita quotidiana e la morte nelle nostre terre Mapuche.

La sua fotografia è pericolosa e letale perché proviene dalla coscienza, perché è sincera e rispettosa, perché è impegnata, perché è libera, perché non ha modelli, perché ha il fegato che nessun mezzo di comunicazione potrebbe reggere, perché è un contributo, un grido e non la caricatura di titolo effimero. Hanno ragione, Felipe è sempre stato armato.

Nel suo vecchio zaino porta con sé la più temibile delle armi, quella che a saputo svelare uno stato che violenta giorno dopo giorno i figli della terra …

La sua macchina fotografica! Per questo, più che mai, oggi abbiamo bisogno di più terroristi come te.

tratto da AFI Santiago

23 Septiembre, 2015

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