Lo scorso 27 luglio, nell’occidente della città di Medellín, capoluogo del dipartimento di Antioquia, hanno preso il via ufficialmente le operazioni di scavo nella discarica La Escombrera, la fossa comune urbana più grande del mondo, altra macabra opera del conclamato terrorismo dello Stato colombiano.
Sono passati quasi tredici anni da quel 16 ottobre del 2002, quando, nel solco della criminale politica della “Sicurezza Democratica” implementata dall’ex narcopresidente Uribe, venne scatenata la Operación Orión; la Comuna 13, enorme quartiere popolare nella periferia di Medellín, venne investita dalla furia repressiva dell’Esercito Nazionale in sinergia con i paramilitari del Bloque Cacique Nutibara, diretto da Diego Fernando Murillo , alias “Don Berna”. Proprio quest’ultimo, nel quadro del programma farsa di finta smobilitazione del paramilitarismo, ha dichiarato che i paramilitari diedero ausilio all’Esercito Nazionale durante l’Operación Orión, e che La Escombrera fu individuata come luogo dove far sparire le vittime della repressione.
Responsabile della mattanza di inermi cittadini, oltre alla Polizia Metropolitana con a capo il generale Leonardo Gallego, fu anche l’ormai noto generale Mario Montoya, compagno di merende di Uribe e comandante dell’Esercito tra il 2006 e 2008, costretto poi a dimettersi per vincoli con il paramilitarismo e per essere responsabile di esecuzioni extragiudiziali.
Una delle tante testimonianze delle vittime che richiedono giustizia, risarcimento e garanzie di non ripetizione, è fornita da Luz Elena Galeano, tenace attivista per i diritti delle vittime e portavoce dell’associazione Mujeres Caminando por la Verdad, che racconta come “l’ex presidente Álvaro Uribe arrivò dando l’ordine che tutto ciò che si muoveva, tutto ciò che si trovava in strada, venisse sterminato, come se fossimo chissà che cosa. Fu orribile perché ci attaccarono dall’aria e da terra e a farlo fu la IV Brigata dell’Esercito, la Polizia ed i paramilitari”. La stessa Luz Elena segnala che le criminali operazioni di “pulizia sociale” continuarono poi nel tempo ed in diverse altre zone limitrofe a La Escombrera, dove i corpi interrati potrebbero essere almeno 300; per questo l’associazione di cui fa parte ha da tempo richiesto che si faccia una ricerca integrale ed approfondita per esumare tutte le vittime delle esecuzioni e delle sparizioni, in modo da poter riconsegnare i corpi ai loro cari e dare loro una degna sepoltura. “Tuttavia -ammonisce Luz Elena- il conflitto attualmente continua ad essere presente. Le barriere invisibili continuano ad esistere e la Forza Pubblica ugualmente calpesta i diritti della società civile”.
L’apertura della più grande fossa comune urbana del mondo, i cui scavi proseguiranno per diversi mesi, è, come dichiarato dalla delegazione di pace all’Avana delle FARC-EP, “qualcosa che senza dubbio non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata la pressione delle comunità e l’impulso che i dialoghi di Pace all’Avana stanno propiziando per la verità e la lotta contro l’impunità […] La società colombiana deve mobilitarsi per esigere la fine della connivenza tra lo Stato e il paramilitarismo, per cui è urgente adottare misure necessarie al chiarimento ed allo smantellamento di tale fenomeno”.
03/08/2015
Associazione Nazionale Nuova Colombia
“Aperta la fossa comune urbana più grande del mondo” pubblicato il 03-08-2015 in Associazione Nazionale Nuova Colombia, su [http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6215-0308-aperta-la-fossa-comune-urbana-piu-grande-del-mondo.html] ultimo accesso 01-09-2015. |