Per prima cosa bisogna partire chiarendo chi siano queste pericolose caste capitaliste, che si trovano riunite con un gruppo di transnazionali e di imprese di distruzione ambientale nel Wallmapu, territorio ancestrale appartenente al popolo Mapuche: territorio che è stato usurpato e continua ad esserlo.
Dall’anno 2008 la Multi Corporazione dell’Araucanía, è composta da otto associazioni produttive private:
Bene, ora potrete immaginare la quantità di denaro che arriva sopra sfruttando la Madre Terra e progettando giorno dopo giorno progetti e iniziative capitaliste che ci sono nella fertile e generosa “Regione dell’Araucanía, così chiamata dal colonialismo.
La multi corporazione riunisce gran parte dei settori produttivi della regione, tra loro, la distruttiva industria forestale (CORMA), con imprese come ARAUCO e MININCO, i cui padroni sono tra le famiglie più ricche e potenti di questo paese.
Bisogna aggiungere a questo che le imprese forestali danno finanziamenti a gran parte dei partiti politici borghesi in cambio di “favori legislativi” quando questi giungono al governo, affinché possano fare mosse che favoriscano i loro interessi economici, come firmare a favore del decreto 701, che sovvenziona le piantagioni forestali. Come dire, continuare ad espandere nel sud l’invasione forestale, danneggiando gravemente la terra, l’acqua, le comunità e i contadini poveri. Tutto trasformato in un affare milionario per poche famiglie che nemmeno vivono lì e che non sono danneggiate dalla grave situazione in cui si trova la terra, a causa dell’industria della monocoltura forestale.
Un altro punto importante, è che la Multi Corporazione, ha negato di avere proprie imprese e installazioni in territorio rubato. Hanno fatto solo delle campagne mediatiche costruendosi una immagine di “vittima di attentati”, senza riconoscere di mantenere attive le proprie operazioni e il transito dei camion in zone dove ci sono comunità nel processo di recupero territoriale, fa sì che le contraddizioni si acutizzino e le posizioni si radicalizzino.
Il popolo mapuche ha già lottato da vari decenni per recuperare metro dopo metro il suo prezioso territorio, che è fondamentale per sviluppare la propria vita culturale e spirituale, il proprio lavoro politico e il proprio sostentamento economico, mantenendo sempre il principio di equilibrio e di rispetto della natura e degli esseri viventi che lì convivono. Territori di alto significato nella loro millenaria cosmovisione, chiamati “spazi sacri”, dove si svolgono cerimonie ancestrali e attività comunitarie, ma chiaramente, questo dal punto di vista capitalista è “non trarre profitto dalla terra”, “queste terra piane e fertili devono essere sfruttate a beneficio del paese” … dicevano gli editorialisti del Mercurio quando stavano preparando il panorama sociale e politico per giustificare il genocidio e il furto del territorio durante la così mal detta Pacificazione dell’Araucanía.
Oggigiorno la mentalità degli imprenditori continua ad essere la medesima, il conflitto non ha via d’uscita, tutte le misure che prende il governo di turno sono per calmare momentaneamente la situazione da un lato o dall’altro, ma non sono una soluzione definitiva, che si potrebbe raggiungere solo in una fase in cui tutto il territorio usurpato tornerà gradualmente ad essere nella prassi del popolo mapuche. Ma poiché ancora esistono milionari interessi economici e tra quelli ci sono politici in mezzo al bottino: non c’è una soluzione possibile, solo una crescente ondata di violenza, occupazioni di fondi e brutale repressione. Misure governative che riproducono la spirale.
In questo momento il principale nemico del popolo mapuche è l’industria Forestale, sono loro che concentrano la maggior quantità di territorio usurpato. La forestale MININCO, del gruppo Matte, per esempio, ha più di un milione di ettari di proprietà forestale e il totale di tutta la popolazione mapuche, della Regione dell’Araucanía, non arriva ad avere più di settecentomila ettari.
Come dire, solo una famiglia di ricchi capitalisti ha più terra di tutti i mapuche messi insieme, e dopo protestano nei loro servili mezzi di comunicazione quando le comunità si prendono i fondi o quando incendiano i camion per evitare che l’impresa continui a produrre, a saccheggiare e a distruggere l’ambiente. Lo scenario si fa più complesso, accertato perfino nei tribunali, che ci sono stati attentati incendiari provocati dagli stessi camionisti per riscuotere l’assicurazione. Come dire, siamo in una fase dove il conflitto trae cifre milionarie, come nella guerra, aumenta gli investimenti in tecnologia, assicurazioni, apparati e squadroni repressivi, ma queste misure solo allontanano la soluzione e serve ai ricchi per occultare i motivi di fondo di queste azioni di resistenza sociale.
Come funziona il modus operandi del neocolonialismo:
Porre l’attenzione sui fatti violenti, decontestualizzarli, isolarli, travisarli, serve a che un processo di legittima difesa da parte di comunità che stanno recuperando il proprio territorio, si trasformi in “fatti isolati” o “attentati terroristi”, dei quali non si spiegano al pubblico le ragioni e i motivi di questi fatti, creando un’immagine di violenza senza senso o gratuita. Ma bisogna mettere in chiaro che queste azioni sono a difesa della terra e contro le infrastrutture e le macchine delle imprese, affinché smettano di distruggere boschi, colline, montagne, pascoli, pianure e il ricco territorio di biodiversità che c’è nell’Araucanía.
Incendi di camion affinché l’impresa smetta di operare e se ne vada dal territorio, è a grandi linee la strada che hanno preso molte comunità e organizzazioni a seguito della mancanza di volontà politica di restituire il territorio e di saldare lo storico debito pendente da più di 100 anni, in un sanguinoso periodo di espansione della nascente repubblica cilena.
Non si può rimanere con le braccia incrociate mente fuori di casa tua distruggono la tua madre terra e per di più vivendo in piccole campi di terra secca e deserta per colpa delle piantagioni forestali. I camion bruciati sono la conseguenza diretta di anni di furti, saccheggi e violazioni sistematiche di un popolo guerriero ferito dalla storia e dal presente, ma con buona memoria e capacità di adattamento ai nuovi scenari.
L’attuale sistema capitalista, rappresentato da una casta di organizzazioni multi corporative, partiti politici e imprese transnazionali, cerca il modo di reinventarsi, di legittimarsi, di imporsi nuovamente, di ottenere la propria perpetuazione economica e il proprio dominio politico, attraverso una serie di “misure e riforme” che fanno solo distogliere l’attenzione per “evitare le conseguenze” e non dare una soluzione alla “causa che provoca le conseguenze”. Come dire, che si focalizzano i cambiamenti installando nuovi e moderni meccanismi di controllo e sicurezza, aumentando l’iniezione di risorse agli usurpatori. Pseudo soluzioni che riproducono e rafforzano il medesimo sistema che tanto male crea. Non gli interessa e conviene fare un necessario cambiamento del modello economico, in cui la terra sia distribuita meglio, restituita ai suoi abitanti originari e che i modi di produzione siano in un quadro di armonia e sostenibilità con la terra.
Date le condizioni precedentemente esposte, possiamo riflettere, a prima vista, che a seguito della complicità che c’è tra la classe politica borghese, il mercato globale e l’industria capitalista, ce ne possiamo rendere conto, che questo conflitto non si risolverà facendo una serie di “cortei di camionisti” o “serie televisive mediatiche pro impresari” o “montature CAM-FARC” (Coordinamento Arauco Malleco-Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, ndt). Sono solo dei distrattori di massa, una falsa soluzione mediocre che nasconde il macabro affare dell’accumulazione e distruzione della terra da parte di poche mani …
Se le imprese aumentano le proprie misure di sicurezza e vigilanza, alla Resistenza Mapuche non rimane altro che continuare a perfezionarsi nell’arte di sabotare i propri ladroni per raggiungere i propri obiettivi di recupero e rivendicazione territoriale.
Così è la guerra. Non è il tempo di piangere …
Per un Wallmapu Libero e autonomo!!!
Senza transnazionali capitaliste!!!
Amulepe taiñ Weichan, Marrichiwew!!
(Che la nostra Lotta continui, Vinceremo dieci volte!!)
24 Agosto 2015
Werken
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Equipo Mapuche, “¿Qué esconde el SHOW de la Multi Gremial de la Araucanía marchando a la Moneda?” pubblicato il 24-08-2015 in Werken, su [http://werken.cl/que-esconde-el-show-de-la-multi-gremial-de-la-araucania-marchando-a-la-moneda/] ultimo accesso 27-08-2015. |