Il Consiglio Missionario Indigeno esprime un rifiuto veemente alle dichiarazioni che il ministro dell’Agricoltura, dell’Allevamento e dell’approvvigionamento, Katia Abreu (PMDB-TO) ha dato in un’intervista pubblicata oggi 5 Gennaio 2015 sul quotidiano Folha de S. Paulo.
Il ministro difende ancora una volta la proposta di Emendamento Costituzionale 215/00 e cerca di delegittimare il diritto dei popoli indigeni alle loro terre tradizionali, sostenendo la tesi assurda che “gli indiani lasciarono la foresta e scesero nelle zone di produzione”.
Una dichiarazione talmente fuori luogo e scollegata dalla realtà del nostro Paese non può che essere il frutto di una ignoranza totale e di una malafede profonda. Chi conosce realmente la storia del nostro paese sa che non sono stati i popoli indigeni a essere andati via o a lasciare le foreste. Sono i grandi agenti del latifondo, del ruralismo, dell’agrobusiness che invadono e devastano le foreste, espellono e uccidono le persone che vivono in essa.
La “Regina della motosega”, come è anche chiamata il ministro dell’Agricoltura, diventa ridicola nel negare il diritto dei popoli ricordando che “tutto il Brasile era loro.” Non è degno di chi è stato chiamato ad essere ministro di Stato del Brasile diffondere l’idea caricaturale che le popolazioni indigene starebbero rivendicando “tutto il Brasile.”
La Costituzione federale del 1988 garantisce il diritto dei popoli indigeni, superstiti dei massacri, alle terre tradizionalmente abitate da loro, come garanzia per la loro sopravvivenza fisica e culturale.
E ‘ per lo meno un atteggiamento bizzarro quello che ha assunto malamente il Ministero dell’Agricoltura, dell’allevamento e dell’approvvigionamento, di render pubbliche insinuazioni irrispettose della Legge Suprema del Paese. Non contenta di attaccare fin dall’inizio del “nuovo” governo Dilma, i popoli indigeni, la rappresentante del latifondo cerca ancora di buttare una ” gettata di calce” sull’ inesistente processo di riforma agraria in Brasile e brandire spudoratamente la tesi che in Brasile non ci sarebbe più grandi latifondi.
Con questa intervista il ministro Katia Abreu, oltre a mostrare arroganza e cinismo, dimostra chiaramente che è nel governo Dilma per calpestare i diritti di coloro che lottano per una distribuzione equa delle terre, per i diritti dei popoli indigeni, dei quilombi, delle comunità tradizionali, dei contadini e dell’ambiente. Il ministro ammette senza mezzi termini che ha preso il suo portafoglio per difendere il latifondo e i privilegi che il governo ha concesso all’agrobusiness. La presidente Dilma Rousseff non si è lasciata impressionare dalle manifestazioni contrarie di ampi settori della società brasiliana alla nomina di Katia Abreu, nemica dichiarata dei popoli indigeni, quilombi, delle comunità tradizionali, dei contadini e dell’ambiente.
Con l’intervista appare chiaro che le preoccupazioni e le paure di questi settori nei confronti del nuovo governo Dilma sono legittime e giustificabili.
I latifondi, i ruralisti e l’agrobusiness non hanno limiti. Di fronte a una così grande sciocchezza e insensibilità, non c’è altra alternativa per i popoli se non quella di continuare il processo di coordinamento, mobilitazione e lotta in difesa delle loro terre e delle loro vite.
Brasilia, DF, 5 gennaio 2015. Don Erwin Kräutler, Vescovo di Xingu e Presidente del Cimi Emília Altini, Vice-Presidente del Cimi Cleber César Buzatto, Segretario Esecutivo del Cimi
6 Febbaio 2015
MST
traduzione Antonio Lupo
Traduzione di Antonio Lupo: |
“Em nota, Cimi repudia declarações de Kátia Abreu” pubblicato il 06-01-2015 in MST, su [http://www.mst.org.br/node/16918] ultimo accesso 08-01-2015. |