L’acquazzone incomincia con una sola goccia


Raúl Zibechi

Le grandi e profonde crisi, quelle che capitano di tanto in tanto ma sono degli spartiacque, possono creare movimenti antisistema di lunga durata, ossia, movimenti che non si esauriscono in mobilitazioni che, per numerose che siano, sono necessariamente effimere. I movimenti, al contrario, perdurano, non svaniscono con il passare del tempo, sono capaci di superare le congiunture e adottano uno slancio proprio che li porta molto più lontani di ciò che possono le inerzie del momento.

Le crisi profonde rompono le barriere e i muri costruiti da quelli in alto per separare in compartimenti stagni i diversi in abbasso, come modo di impedire la convergenza delle ribellioni. Solo durante le crisi si producono questi straripamenti che mettono in contatto movimenti nati in diversi periodi, tra diversi settori della società, con varie geografie e con eterogenei dolori che, in quei precisi momenti, si riconoscono e si abbracciano.

Il 15 novembre i familiari e i compagni dei 43 scomparsi ad Ayotzinapa si sono recati al caracol Oventik per riunirsi con l’EZLN, facendo parte delle carovane che percorrono il paese. Nei momenti di maggior dolore, sono andati in cerca dei loro simili, dove hanno incontrato ascolto e rispetto. Hanno detto: siamo stati noi che li abbiamo cercati perché conosciamo la loro posizione politica e i loro modi di lavoro.

Sento che le parole del comando generale, per voce del subcomandante insurgente Moisés, meritano di essere accuratamente lette, perché nascono dal cuore di uno dei più rilevanti movimenti contemporanei. Riassumono la sapienza collettiva accumulata durante tre decenni dai ribelli chapanechi che, a loro volta, incarnano cinque secoli di resistenze contro la dominazione coloniale e il più consistente impegno per creare un mondo nuovo.

Le parole del comando vengono già dibattute dai collettivi in molti luoghi del mondo. Tre questioni mi sembra necessario mettere in risalto, anche se è sicuro che le migliaia che le discutono troveranno nel testo zapatista più e migliori argomenti.

Il dolore e la rabbia, trasformati in dignità attiva, creano i movimenti. Sono il nucleo che ha fatto muovere tutto, ha detto Moisés. Rabbia, ribellione e resistenza che contrastano con i dibattiti su tattiche e strategie, programmi, metodi di lotta e, certamente, colui o coloro che dirigono. Questo è la prima cosa. Senza questo, non c’è nulla, per quante elucubrazioni teoriche si facciano, per quanti discorsi e analisi razionali si elaborino. Le ribellioni, le rivoluzioni, i grandi movimenti, nascono dalla rabbia, motore di tutte le lotte e delle dignità collettive.

È la rabbia organizzata, fatta dignità, quella che impedisce che i ribelli finiscano con il vendersi o claudicare, in un mondo dove il calcolo razionale dice che la cosa migliore è adattarsi alla realtà, accomodarsi il più in alto che si può, perché vincere i potenti è quasi impossibile; non il programma né la lucida analisi accademica che, in ogni caso, servono alla rabbia, ma mai la sostituiscono.

La seconda questione da evidenziare sono questi meravigliosi e saggi paragrafi dove si sgrana la propria storia: l’abbandono dei 99 su 100 di quelli che si erano avvicinati nei momenti di euforia, fino a rimanere solo uno, una, precondizione indispensabile affinché succeda qualcosa di terribile e meraviglioso: scoprire che ci sono milioni come questo uno, una. Questo è saggezza ribelle, quella che si può apprendere solo vivendola. Chi non è rimasto solo, sola, non può riconoscersi in altri e altre, non può continuare ad andare avanti contro vento e maree. È la storia dello zapatismo.

È la storia di Olga Arédez, Madre di Plaza de Mayo, che per anni ha fatto giri nella piazza, sola, chiedendo l’apparizione in vita di suo marito, di fronte all’indifferenza dei suoi vicini di Ledesma, un paese intimidito dalla famiglia proprietaria dello zuccherificio. Quanta dignità aveva nel suo fragile corpo per continuare, in solitudine, a fare giri e giri nella piazza, fino a perforare la paura dei suo vicini. Grazie alla sua ostinata persistenza sono stati giudicati i padroni dello zuccherificio Ledesma, che avevano provocato interruzioni di corrente durante le quali l’esercito fece scomparire 400 militanti sociali e politici. L’oligarca Carlos Pedro Blaquier, padrone dello zuccherificio, è stato processato.

La terza è il tempo. Non sarà facile, dice Moisés. Non sarà rapido. È facile e rapido creare un partito elettorale, come raccomandano colonialmente alcuni accademici decolonizzatori. È il modo affinché le masse si aprano il cammino al potere, come dice il comunicato letto ad Oventik. Non ci sono scopi nel mercato della politica istituzionale. Manifestazioni in cambio di poltrone; intere organizzazioni che si vendono per incarichi, e così.

Solo il tempo ha la capacità di sedimentare le cose. Di fare sì che i sopravvissuti di un ciclo di lotte si colleghino con coloro che stanno iniziando nuovi combattimenti. La storia di quelli in basso è piagata da ribellioni e rivoluzioni. In quelle appaiono persone e collettivi che perseverano al di là del momento, i militanti. Tra loro, e anche questo ce lo insegna la storia, spesso si reclutano i membri delle nuove elite o delle classi dominanti.

La sfida è che questi militanti non si vendano per un incarico né abbassino le braccia ma, anche, che obbediscano al popolo, che soli non facciano da sé. Dopo un pugno di rivoluzioni trionfanti lungo quasi un secolo, questa è una sfida più grande che continuiamo ad affrontare. Di questo tratta il testo del comando. Lo zapatismo sfida la legge di ferro dell’oligarchia di Robert Michels, che assicurava che governerà sempre una minoranza, che ogni organizzazione diventa oligarchia.

Questo spiega, allo stesso tempo, perché i politici in alto li odiano e perché quelli in basso, che resistono, li prendono come riferimento.

28-11-2014

La Jornada

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Raúl Zibechi, “El aguacero empieza con una sola gota” pubblicato il 28-11-2014 in La Jornada, su [www.jornada.unam.mx/2014/11/28/index.php?section=opinion&article=029a1pol] ultimo accesso 09-01-2015.

 

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