Da quattro giorni circa settemila contadini del nord del Paraguay protestano esigendo dal governo un aiuto di fronte ai cattivi raccolti causati dalla siccità. Temono che le banche e le imprese creditrici vogliano impossessarsi delle loro terre, di fronte all’impossibilità di pagare i propri debiti.
Mercoledì 12 novembre si sono interrotti i negoziati dei contadini con il ministro dell’Agricoltura, Jorge Gattini, e i delegati della Banca Nazionale di Sviluppo e Credito Agricolo. Questi ultimi si sono opposti a condonare il debito delle famiglie contadine e ad offrire qualche tipo di aiuto statale per affrontare la difficile situazione del raccolto.
L’offerta del ministro era stata semplicemente di ristrutturare il debito ma non di condonarlo giacché, secondo quanto ha argomentato, facendolo dovrebbe estenderlo a tutti i contadini del paese. I dirigenti contadini, nonostante ciò, hanno ricordato che il governo ha appena finito di farsi carico dei debiti di un impresa zuccheriera privata con i propri lavoratori. Hanno anche evidenziato che l’Esecutivo consegnerà circa 15 milioni di dollari non rimborsabili a imprenditori del trasporto urbano per il rinnovo della loro flotta “senza essere ugualmente generosi con i contadini”.
Di fronte alla mancanza di risposte, a Santa Rosa del Aguaray (a 250 chilometri da Asunción), i contadini hanno rafforzato il blocco dell’importante via III, isolando praticamente il nord del paese. Da allora staranno lì “fino a quando saranno realizzate le nostre richieste”.
Tra le rivendicazioni dei lavoratori agricoli c’è la richiesta di un decreto di sussidio per i produttori impossibilitati a commercializzare i propri raccolti, un’assicurazione agricola e la creazione di un istituto incaricato di aiutare l’agricoltura familiare.
Giovedì il ministro Gattini ha riaffermato nelle dichiarazioni alla stampa che il governo non accetterà le richieste e ha offerto solo un rifinanziamento dei debiti oltre ad accusare i dirigenti del movimento di essere colpevoli del conflitto, e ha detto che hanno precedenti giudiziari.
Uno dei dirigenti contadini, in una dichiarazione ad un canale televisivo, ha negato anche questa accusa ed ha affermato che i precedenti giudiziari non hanno impedito al presidente Horacio Cartes di essere eletto e di aver assunto l’attuale carica.
Questo venerdì, da un’altra parte, si è unita alla protesta, anche se con proprie richieste, l’Associazione dei Piccoli Produttori del Dipartimento di Misiones, a circa 195 chilometri da Asunción, ma nella zona orientale del paese.
Come misura di protesta stanno bloccando, in modo irregolare, la strada internazionale numero 1, denunciando anche il ministro Gattini e l’amministrazione paraguayana dell’impresa idroelettrica bi-nazionale Yaciretá.
Il presidente dell’Associazione, Saúl Rotela, ha annunciato che chiedono circa 250 dollari di sussidio per 5415 famiglie, come compensazione per le perdite subite a causa dello straripamento delle acque della diga durante le ultime tempeste. Chiedono anche la consegna di alimenti e la creazione di un gruppo tecnico per la realizzazione di programmi produttivi che permettano il sostentamento dei distinti insediamenti.
Fino al momento, tanto nel nord, come nella zona orientale, non si sono registrati incidenti e le proteste continuano.
17.11.2014
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Campesinos paraguayos cortan una ruta y aíslan el norte del país” pubblicato il 17-11-2014 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/?p=6511] ultimo accesso 20-11-2014. |