A Chilpancingo i manifestanti incendiano la sede del PRI


Sergio Ocampo, Rubicela Morelos ed Héctor Briseño

Professori e normalisti si scontrano con la polizia. Sono riportati 25 feriti, tra loro un fotografo di La Jornada Guerrero.

Normalisti e membri del Coordinamento Statale dei Lavoratori dell’Educazione del Guerrero (CETEG) hanno incendiato parte delle installazioni del PRI, si sono scontrati con i poliziotti e hanno trattenuto il sottosegretario per la Pubblica Sicurezza dell’istituzione, Juan José Gatica Martínez, che hanno liberato in cambio della consegna di due insegnanti arrestati durante lo scontro, in cui ci sono state 25 persone ferite, tra professori, studenti, giornalisti e uomini in divisa.

La giornata di protesta per chiedere la presentazione in vita dei 43 alunni della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa è iniziata alla ore 11.00. Decine di manifestanti sono giunti alla sede statale del PRI, hanno permesso ai lavoratori di questa organizzazione di uscire dall’edificio e hanno cominciato a dar fuoco agli uffici e all’auditorium al grido di “Un Messico senza PRI sarebbe un altro”.

Hanno anche dipinto scritte contro il presidente Enrique Peña Nieto, al quale hanno chiesto di rinunciare, perché rappresenta il “narcostato” che assassina e fa scomparire gli studenti. “Vivi li hanno portati via e vivi li vogliamo!”, diceva uno.

Hanno anche gridato slogan contro Luis Adrián Ramírez, segretario dell’organizzazione del Fronte Giovanile Rivoluzianario del PRI, che nelle reti sociali aveva manifestato il suo rifiuto delle proteste per il caso Iguala.

Scontro a sassate

Verso le ore 11.30, la colonna di fumo si poteva osservare da vari punti della capitale. Dieci minuti dopo, quando il fuoco consumava l’edificio del tricolore, sono giunti circa 200 poliziotti antisommossa con lo scopo di aprire la strada ai pompieri e ai lavoratori della Protezione Civile per spegnere le fiamme.

Con un megafono, il sottosegretario per la Pubblica Sicurezza dello stato, Juan José Gatica Martínez, chiedeva a maestri e normalisti di ripiegare per fare entrare i pompieri.

Subito, circa un centinaio di manifestanti con il volto coperto hanno cominciato a lanciare pietre e bastoni contro la prima pattuglia che hanno incontrato; successivamente, contro i poliziotti antisommossa, ma vedendo che li superavano per numero, sono arretrati.

Dopo si è sentita l’esplosione di vari razzi. Sul viale José Francisco Ruiz Massieu ambedue le fazioni si sono lanciate le pietre. I docenti hanno protestato contro gli uomini in divisa perché difendevano di più gli uffici del PRI che il palazzo del governo, che era stato incendiato due volte.

I normalisti riuniti nella Federazione degli Studenti Contadini Socialisti del Messico (FECSM) e i membri della CETEG sono ripiegati a circa 500 metri dalla sede del PRI.

All’incrocio di viale Ruiz Massieu con il viale René Juárez Cisneros hanno richiesto rinforzi ai maestri che erano rimasti al picchetto dello zócalo di Chilpancingo per fare fronte agli antisommossa.

Pochi minuti più tardi sono giunti dei rinforzi e circa alle ore 12.15 hanno lanciato razzi e pietre contro i poliziotti appostati a circa 200 metri da loro.

Nella pioggia di pietre, alcune lanciate con fionde, sono rimasti feriti due fotografi, José Eduardo Ramírez di La Jornada Guerrero, e Juan Carlos Navarrete, giornalista di El Sur, tre poliziotti e circa 20 membri della CETEG.

I manifestanti avanzavano e gli uomini in divisa non arretravano. Il “contingente Ayotzinapa” ha attaccato un furgone tipo Urvan, lo ha rovesciato e distrutto, fatto che ha obbligato gli agenti a dividersi permettendo ai professori e ai normalisti di avanzare di qualche metro. Gli antisommossa hanno risposto con sassate.

Alcuni poliziotti e funzionari del governo del Guerrero hanno proposto di iniziare un dialogo con i manifestanti. Membri della CETEG e della FECSM hanno sollecitato la mediazione dei giornalisti, ma quando questi si stavano avvicinando al gruppo dei poliziotti, gli agenti non hanno smesso di lanciare le pietre.

Nel tentativo di calmare gli animi, i manifestanti hanno bloccato il sottosegretario per la Pubblica Sicurezza, Juan José Gatica Martínez, e lo hanno portato verso lo zócalo di Chilpancingo.

Subito, lanciando razzi, pietre e bastoni hanno fatto ripiegare gli uomini in divisa fino alla sede del PRI. Alle ore 12.40 hanno cominciato a lanciare i gas al peperoncino e lacrimogeni, per cui gli insegnanti e i normalisti si sono dispersi. Gli antisommossa hanno arrestato due professori.

Circa alle ore 13.00, gli insegnanti e i normalisti si sono diretti in corteo verso lo zócalo, e alle ore 16.00 le parti hanno negoziato lo scambio dei due professori arrestati con Gatica Martínez.

Ad Acapulco occupano un casello per il pedaggio

Ad Acapulco, circa 400 giovani hanno sfilato in corteo per il lungomare Miguel Alemán per chiedere la presentazione in vita dei 43 normalisti. La manifestazione si è conclusa con un comizio di fronte al parco Papagayo, dove gli antagonisti hanno fatto tre blocchi stradali intermittenti.

Nel frattempo, circa 30 normalisti hanno occupato per un’ora il casello per il pedaggio di La Venta, nell’Autostrada del Sole Città del Messico-Acapulco, chiedendo agli automobilisti delle quote volontarie e distruggendo una barriera per incanalare gli autoveicoli.

12 novembre 2014

La Jornada

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Sergio Ocampo, Rubicela Morelos ed Héctor Briseño, “Incendian manifestantes la sede del PRI en Chilpancingo” pubblicato il 12-11-2014 in La Jornada, su [http://www.jornada.unam.mx/2014/11/12/politica/007n1pol] ultimo accesso 17-11-2014.

 

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