Dopo otto anni di indagini, il gruppo GEMA dell’UNRC ha predisposto un rapporto con il quale conferma il “chiaro” legame del glifosato con le mutazioni genetiche, che possono provocare un cancro, causare aborti spontanei e nascite con malformazioni.
Otto anni di indagine, quindici pubblicazioni scientifiche e una certezza: gli agrochimici creano danni genetici e comportano maggiori probabilità di contrarre il cancro, subire aborti spontanei e nascite con malformazioni. L’affermazione proviene dal Gruppo di Genetica e Mutagenesi Ambientale (GEMA), ricercatori dell’Università Nazionale di Río Cuarto (UNRC), che hanno confermato con studi su persone e animali le conseguenze sanitarie del modello agropastorale. Glifosato, endosulfano, atrazina, cipermetrina e clorpirifos sono alcuni degli agrochimici nocivi. “Il legame tra danno genetico e cancro è chiaro”, ha ribadito Fernando Mañas, ricercatore dell’UNRC.
“La tossicità genetica del glifosato valutata con il test della cometa e con le prove citogenetiche” è il titolo dell’indagine pubblicata nella rivista scientifica Tossicologia Ambientale e Farmacologia (dell’Olanda). Il lavoro descrive l’effetto genetossico (il danno del materiale genetico) del glifosato nelle cellule umane e dei ratti. Hanno confermato anche un danno genetico nelle cellule umane con dosi di glifosato in concentrazioni fino a venti volte inferiori a quelle utilizzate nelle fumigazioni sul campo.
Un’altra delle indagini si chiama “Genetossicità dell’AMPA (metabolita ambientale del glifosato), valutata con il test cometa e le prove citogenetiche”. Pubblicata sulla rivista Ecotossicologia e Sicurezza Ambientale (degli USA). L’AMPA è il principale prodotto della degradazione del glifosato (l’erbicida si trasforma, principalmente per azione di enzimi batterici del suolo, nell’AMPA). Hanno confermato che l’AMPA ha aumentato il danno nel DNA nelle colture cellulari e nei cromosomi in coltura del sangue umano. “L’AMPA ha dimostrato di avere tanta o maggiore capacità genetossica della sua molecola di origine, il glifosato”, afferma l’indagine dell’università pubblica.
“In diverse ricerche confermiamo danni genetici a persone esposte ad agrochimici. Il danno cromosomico che abbiamo visto indica chi è più a rischio di soffrire un cancro, a medio e lungo periodo. Anche altre malattie cardiovascolari, malformazioni, aborti”, ha spiegato Fernando Mañas, dottore in Scienze Biologiche e membro del gruppo dell’UNRC.
Mañas lavora insieme a Delia Aiassa e dal 2006 coordinano insieme il gruppo di ricerca. All’inizio era di cinque ricercatori. Attualmente sono 21 con una impostazione multidisciplinare (biologi, veterinari, microbiologi, psicopedagoghi e avvocati). L’argomento comune sono gli effetti dell’esposizione a sostanze chimiche sulla salute umana, ambientale, animale. Lavorano insieme a popolazioni esposte ad agrochimici, studiano i cromosomi, il DNA e il funzionamento del materiale genetico.
Nei loro quindici articoli scientifici i ricercatori confermano l’effetto degli agrochimici sul materiale genetico, tanto su animali da esperimento in laboratorio come su popolazioni umane esposte per lavoro e involontariamente alle sostanze chimiche. L’ultima ricerca, del 2014, è stata effettuata su bambini tra i 5 e i 12 anni di Marcos Juárez e Oncativo (Córdoba), dove si è trovato anche un aumento del danno nel materiale genetico dei bambini.
Spiegano che gli studi sui cromosomi sono sul materiale genetico. Hanno trovato alti livelli di danni genetici in persone esposte ad agrochimici. Il danno nei cromosomi (materiale genetico) avverte che la persona è a rischio di sviluppare alcune malattie. “A maggior danno genetico, maggiore probabilità di cancro”, ha affermato Mañas.
Durante le loro quindici ricerche hanno utilizzato diverse tecniche. In tutte hanno confermato un danno genetico. “Gli agrochimici e il danno che provocano è assolutamente legato al modello agropastorale vigente”, afferma Mañas, anche se chiarisce che è una opinione a titolo personale, e non una posizione di tutto il gruppo di ricerca. Prima hanno lavorato con un campione di venti persone, della periferia di Río Cuarto. Hanno approfondito con 50 persone di altre località e, successivamente, con 80 di Las Vertientes, Marcos Juárez, Saira, Rodeo Viejo e Gigena. I prodotti più ritrovati e che provocano più danno sono il glifosato, l’atrazina, la cipermetrina, clorpirifos e endosulfano.
“Stress ossidante e test cometa su tessuti di ratti trattati con glifosato e AMPA” è il titolo di un’altra delle ricerche pubblicate nella rivista Genetica di Base e Applicata in Argentina. Hanno confermato un “ significativo incremento” del danno del DNA nel fegato e nel sangue. Nella rivista scientifica Bollettino di Contaminazione Ambientale e Tossicologica (degli USA) hanno confermato il danno genetico nei lavoratori rurali. “Questi risultati dimostrano che l’esposizione umana a miscele di agrochimici può aumentare il rischio di sviluppare patologie relazionate alla genetossicità (cancro, problemi riproduttivi e/o nella discendenza)”, precisa la pubblicazione scientifica.
Buona parte delle ricerche del gruppo accademico è presente nel libro Pesticidi alla carta. Danno genetico e altri rischi che tratta le caratteristiche dei pesticidi, gli effetti sul materiale genetico umano e di animali selvatici, la possibilità delle persone e gli effetti del glifosato, tra i vari agrotossici.
06-10-2014
Página/12
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Darío Aranda, “Daño genético y glifosato” pubblicato il 06-10-2014 in Página/12, su [http://www.pagina12.com.ar/diario/sociedad/3-256890-2014-10-06.html] ultimo accesso 20-10-2014. |