L’unico ruolo che il potere giudiziario sembra assegnare ai membri della comunità qom è quello di accusati.
Esauriti tutti gli appelli nella giustizia di Formosa, il CELS (Centro di Studi Legali e Sociali, come rappresentante della comunità qom Potae Napocna Navogoh) ha ieri presentato un ricorso di fronte alla Suprema Corte di Giustizia della Nazione con una denuncia per la mancanza di risposte nella causa che indaga la morte di Roberto López, avvenuta durante la repressione della polizia del 23 novembre 2010. “Nella giustizia provinciale vanno avanti solo le cause con gli indigeni imputati, specialmente quelle dove appare Félix Díaz”, ha detto a lavaca l’avvocato dell’istituzione che segue la questione, Federico Efron.
Chi indagano?
Agli inizi di novembre il qarashe della comunità Félix Díaz e altri quattro qom sono stati processati per i delitti di “resistenza all’autorità e furto di armi” per la stessa repressione del 2010 in cui morirono Roberto López e un poliziotto, per la cui indagine fa ricorso il CELS. L’avvocato Efron pensa che la giustizia abbia indagato minuziosamente le azioni dei membri della comunità, ma non le condizioni causate dall’azione della forza di polizia, che comportò una repressione con armi da fuoco. Il CELS ha fatto appello a queste sentenze, ma l’andamento della giustizia provinciale non fa sperare in buoni risultati.
5 a 2
Le cause riguardanti quella repressione non sono le uniche che indagano la comunità qom, c’è un complesso groviglio di istanze giudiziarie e di denunce con un denominatore comune: “Sono tutte relative alle rivendicazioni di terre”, dice Efron. Solo Félix Díaz annoverava 5 cause contro di lui, di cui due sono state archiviate. Altre denunce, le più nuove, risalgono ad appena una settimana fa quando la sposa di Félix, Amanda Asijak, e sua figlia Jorgelina hanno subito aggressioni, minacce e tentativi di intimidazione all’interno del territorio della comunità.
In questo contesto, la causa che indaga la repressione del 2010 è la più simbolica: per la morte di Roberto López e del poliziotto, e per gli atti dello stato relativi al concreto conflitto per la proprietà delle terre.
Tutto indietro
A luglio 2013 il Tribunale Superiore di Giustizia di Formosa –la massima istanza provinciale– ha annullato, ratificando quanto disposto dalla Prima Camera Penale, l’archiviazione di Félix Díaz che era stata chiesta dal CELS insieme all’avvocata Marina Morales Ríos. Nel suo documento, il Tribunale Superiore ha anche raccomandato di riqualificare Díaz come “istigatore” dell’omicidio del poliziotto, e ha confermato il diniego a che Erma Peteñi, vedova del qom morto, Roberto López, si costituisca come parte civile nella causa.
Queste erano state le ultime carte che la difesa ha giocato nella giustizia provinciale, oltre a fare appello all’archiviazione dei poliziotti imputati come presunti autori dell’omicidio di López, Gustavo Javier Coronel e Orlando Roberto Paredes. Nulla di ciò si è riusciti a dar corso nella giustizia di Formosa, che ha nuovamente ratificato le misure della Prima Camera Penale, che si sono focalizzate nel criminalizzare i qom.
Il provvedimento di ricorso alla Suprema Corte della Nazione, riconosce Efron, “è l’ultima misura che abbiamo”. E specifica: “Protestiamo affinché permettano alla famiglia di querelare e indaghino in che modo quel giorno la polizia ha lavorato”.
La Corte è già intervenuta in una causa analoga dopo che la Corte Interamericana dei Diritti Umani aveva richiesto protezione per i membri della comunità qom. In quella occasione, la Corte intimò al Governo di Formosa e all’Istituto Nazionale degli Affari Indigeni (INAI) di questa provincia di stabilire un nuovo rilevamento delle terre della comunità indigena. Efron dice: “È l’unica causa che va avanti in termini normali, perché è nella Corte. Attualmente è in istanza di rilevamento, bisogna vedere come la porta avanti la Segreteria Generale della Nazione”.
Anche nel marzo del 2012, la Corte tenne una udienza per dirimere la causa presentata dalla comunità Qom che reclamava le proprie terre, durante la quale ascoltò Félix Díaz.
Con questa nuova presentazione alla Corte, si sta cercando di far uscire la causa dal fermo provinciale, che non è nuovo ma non meno allarmante. Efron: “È normale che questo accada: è la criminalizzazione della protesta. Tutte le cause penali hanno un punto di incontro che è la protesta per le terre. Non è una casualità. Speriamo che la Corte faccia chiarezza sulla giustizia provinciale”.
05-12-2013
Lavaca
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Acusados: los qom en la tierra sin ley” pubblicato il 05-12-2013 in Lavaca, su [http://lavaca.org/notas/acusados-los-qom-en-la-tierra-sin-ley/] ultimo accesso 23-12-2013. |