Cile: La madre de Matias Catrileo si pronuncia sulla violenta aggressione subita


Riproduciamo la testimonianza di Monica Quezada, madre del Weichafe Matias Catrileo.

Sull’aggressione che ho subito da parte del personale di sicurezza del Reparto della Bachelet.

Oggi è un nuovo giorno, ringrazio per questo la madre terra e tutti coloro che hanno solidarizzato con noi. Ora vengono i minuti della riflessione e del dolore.

Ieri, con fatica sono andata con mia figlia Catalina a contestare pubblicamente la Bachelet, massima responsabile dell’assassinio del nostro amato Matías. Anche se non ha premuto il grilletto, sono stati i suoi poliziotti del Capitale, dei Latifondisti che gli hanno sparato. In definitiva lo ha ucciso il Governo della Bachelet che ha permesso la smisurata repressione che ha esercitato lo Stato Cileno contro coloro che lottano per i propri diritti.

Così, sentendomi in debito con il mio amato figlio, siamo andate a redarguirla, ad affrontarla per non aver assunto la RESPONSABILITÀ POLITICA, che ha nei fatti essendo stata il capo del Governo. La situazione era difficile, con il cerchio di sicurezza che aveva, 2 file di transenne e un gran numero di personale di sicurezza all’interno di queste. Sebbene fosse giusto e necessario, avevamo da rimetterci. Ma, come permettere che venga nel luogo dove abbiamo salutato nostro figlio? a fare una FESTA per la chiusura della campagna elettorale, piena di cinismo e di menzogne. Non si può se uno ha sangue nelle vene. Abbiamo fatto ciò che abbiamo potuto, gridare con un megafono che come famiglia di Matías Catrileo Quezada, la contestavamo per il suo agire indolente, che le sue mani erano macchiate di sangue mapuche, che ha applicato la legge antiterrorismo, e soprattutto perché non si è assunta la responsabilità politica che ha avuto nell’assassinio di Matías.

Poco dopo l’inizio della protesta ci si avvicina una parte del personale di sicurezza che si trovava all’interno delle transenne per AGGREDIRCI. UNA DI QUESTE GUARDIE DI SICUREZZA DELLA BACHELET –un uomo di circa 45-55 anni di media statura (più alto di me)– MI HA COLPITA DI FRONTE SULLA BOCCA, DALL’ALTO VERSO IL BASSO ROMPENDOMI UN DENTE E LASCIANDOMI CON LA BOCCA INSANGUINATA. Dopo è arrivata la stampa e abbiamo potuto denunciare, allora delle persone che stavano al lato e dietro di noi (fuori delle transenne) hanno incominciato a colpirci, quando arrivano i carabinieri e ci allontanano dal luogo.

Dopo viene la rabbia, l’impotenza. Fino a quando dobbiamo venire picchiati noi che ci azzardiamo a dissentire e a protestare!! Che abuso di Potere.

E ora che? Facciamo la denuncia? Accertiamo le lesioni? Facciamo una querela contro chi è responsabile di questo gruppo di sicurezza del reparto della Bachelet? Avrà senso?

Alla fine, di notte decidiamo di andare al commissariato dove facciamo la denuncia, con l’evidente lesione dentale, per l’aggressione che ho ricevuto da parte di quest’uomo appartenente al gruppo di sicurezza del reparto della Bachelet, che secondo quanto hanno affermato i Carabinieri va alla procura.

Nonostante ciò, abbiamo ottenuto che alla chiusura della campagna elettorale la Bachelet mostrasse la sua vera faccia.

Sappiate, forse oggi mi fanno male i colpi, ma nulla farà così male come il fatto che mi abbiano ucciso mio figlio.

Matías vive nel cuore del popolo!

Mónica Quezada, Madre di Matías Catrileo

12 novembre 2013

Werken

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Mónica Quezada, “Madre de Matias Catrileo se pronuncia sobre la agresión violenta que recibió da parte del comando de Bachelet pubblicato il 12-11-2013 in Werken, su [http://www.werken.cl/?p=26203] ultimo accesso 15-11-2013.

 

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