Necessità del governo ecuadoriano di controllare le organizzazioni sociali


Ivonne Yánez, Acción Ecológica

Rafael Correa comprende che la forza delle organizzazioni sociali può essere un pericolo per il suo progetto. Sa anche che i temi ambientali e le rivendicazioni indigene si contrappongono ai suoi piani di sviluppo.

Ecuador. Per portare avanti il suo modello di “estrattivismo per uscire dall’estrattivismo”, per il governo è urgente mettere fine alla resistenza, controllare le organizzazioni e i movimenti sociali, eliminare le voci discordanti in materia ambientale, annientare i settori organizzati di sinistra e, per ultimo, mettere fine al cittadino politico ecuadoriano. Uno dei suoi strumenti per ottenerlo è il Decreto 16.

Il 4 giugno 2013, il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha emesso il Decreto 16 che dà corso al Regolamento per il Funzionamento del Sistema Unificato di Informazione delle Organizzazioni Sociali e Cittadine. Questo decreto non può essere inteso senza dare prima uno sguardo al contesto sociopolitico nel quale viene emesso e agli obiettivi che persegue. Successivamente osserveremo le sue implicazioni nell’esercizio delle attività delle organizzazioni sociali del paese.

Quest’anno il governo di Correa ha inaugurato un nuovo periodo di amministrazione con un cambiamento significativo nel suo gabinetto, nominando come vicepresidente Jorge Glas, una persona legata all’industria e ai grandi capitali. Questo fatto ha segnato una tendenza ad approfondire il modello estrattivista e di cambiamento della matrice produttiva, ripreso nel PNBV- Piano Nazionale del Buen Vivir 2013-2017.

La trasformazione include varie linee d’azione, come: l’incremento dei prodotti agricoli da esportazione, piantagioni forestali, catena produttiva, biocommercio e ricerche nelle biotecnologie; la costruzione di numerose centrali idroelettriche, una forte enfasi sull’industria mineraria come asse del cambiamento della matrice produttiva –incluso lo sviluppo di processi siderurgici–, tra gli altri. Sebbene il PNVB includa il mantenimento dell’Iniziativa Yasuni-ITT (la non estrazione di 900 milioni di barili del blocco petrolifero 43), il 15 agosto il presidente Correa ha fatto marcia indietro annunciando lo sfruttamento di questo campo.

Questo modello, che proclama “l’estrattivismo per uscire dall’estrattivismo”, sta creando conflitti, resistenza, mobilitazioni e proteste da parte dei popoli e delle organizzazioni che difendono i propri territori di fronte all’avanzamento dei progetti che il governo vuole mettere in moto.

L’Ecuador è un paese che si caratterizza per essere ampiamente politicizzato. Alla cittadinanza piace riflettere sulla politica, cerca di informarsi, e non teme di manifestare nelle strade quando un piano del governo può danneggiarla. Numerosi presidenti sono stati deposti, norme derogate, leggi non applicate, o misure viste come impopolari, difficilmente emesse. Il movimento indigeno dell’Ecudor è internazionalmente riconosciuto come detentore di molto potere e guardato con ammirazione, così come le organizzazioni ambientaliste hanno un riconoscimento per le loro originali proposte in difesa della natura. Per esempio, il processo costituente del 2008 ha consolidato l’Ecuador come pioniere nella difesa ambientale, avendo riconosciuto la natura come soggetto con diritti, per aver fatto dei passi significativi verso uno stato plurinazionale e aver gettato le basi per la costruzione del sumak kawsay.

Certamente Correa comprende molto bene che la forza delle organizzazioni sociali in Ecuador possa rappresentare un pericolo per la continuità di ciò che lui chiama “il progetto”. Sa anche che i temi ambientali e le rivendicazioni indigene in difesa dei propri territori si contrappongono radicalmente ai sui piani di sviluppo. A questo si aggiunge che i movimenti e i partiti di sinistra organizzati riuniscono settori di insegnanti o di studenti, nella loro maggioranza critici del modello capitalista.

Si è allora sviluppato un governo confuso. Da un lato, nella retorica è un paese che deve sentirsi orgoglioso dei suoi progressi costituzionali –realmente ispirati alle richieste dei movimenti sociali– e, da un altro, c’è una continua violazione della Costituzione, attraverso l’emanazione di leggi da parte di un’Assemblea Nazionale allineata all’esecutivo (come la Legge sulle Miniere), o attraverso la legislazione di fatto con l’emissione di decreti presidenziali e ministeriali (tra i quali c’è il Decreto 16). La Corte Costituzionale avalla questo cammino, ed è arrivata ad inventare figure come la “costituzionalità limitata”, e ha permanentemente respinto le denunce di incostituzionalità dei settori organizzati.

In questo scenario, da parte del governo c’è la necessità di mettere fine alla resistenza, di controllare le organizzazioni e i movimeti sociali, di eliminare le voci discordanti in materia ambientale, di annientare i settori organizzati di sinistra e, per ultimo, di mettere fine al cittadino politico ecuadoriano. Per questo usa strategie come la denigrazione dei partiti politici, la persuasione a delegare con il voto l’esercizio totale della politica al presidente, o la proibizione di “fare politica” a collettivi sociali, associazioni o organizzazioni, e di criminalizzarli per questo. Il presidente ha usato diversi strumenti tra i quali risaltano i discorsi, di propaganda e psicosociali, giustizialisti e repressivi, di cooptazione, o politiche economiche di sussidi e assistenza. L’uso di queste operazioni grossolane ha causato indignazione in Ecuador e nel mondo. Uno dei suoi strumenti è il Decreto 16.

Nell’anno 2008, l’esecutivo approvò il Decreto 982, che tentava di sciogliere le organizzazioni della società civile (OSC) attraverso disposizioni ambigue, come “allontanarsi dalle mete e dagli obiettivi per i quali sono state costituite”, tra gli altri.

Avvalendosi del Decreto 982, nel marzo del 2009 il governo di Rafael Correa chiuse Acción Ecológica. Questo atto fu chiaramente associato all’opposizione che la nostra organizzazione aveva avuto nell’invio della Legge sulle Miniere per attentare ai diritti umani e della natura. Un grande movimento nazionale e internazionale riuscì alcuni mesi dopo a restituirci la personalità giuridica. Acción Ecológica ha presentato un’iniziativa pubblica di incostituzionalità del Decreto 982, senza che fino ad oggi il caso sia stato esaminato dalla Corte Costituzionale.

Il Decreto 16 ha abrogato il Decreto 982, ma non è altro che una reincarnazione dello stesso con molte caratteristiche simili. Esistono numerosi articoli del Decreto 16 che starebbero violando il diritto di associazione e l’autonomia del settore della società civile, classificando le organizzazioni con il fine di controllarle, o farle tacere nel caso di dissenso con le politiche dello stato.

Il campo d’azione del decreto tocca ogni tipo di organizzazione sociale, incluse comuni, comunità, popoli, nazionalità e collettivi (articoli 2 e 3). Di fronte a ciò, l’organizzazione indigena kichwa della sierra dell’Ecuador, Ecuarunari, in modo categorico ha segnalato che “le comuni, comunità, popoli e nazionalità indigene sono organizzazioni storiche che non hanno bisogno di certificati per esistere […] per cui non vengono riconosciuti i diritti acquisiti e consuetudinari facendo sì che la loro esistenza e le loro attività dipendano dalla certificazione rilasciata da un organo statale che è eminentemente politico”.

Uno degli articoli che preoccupa oltremodo è quello che dice che “le organizzazioni, avendo carattere territoriale o essendo uniche nel proprio territorio, non potranno negare l’ingresso alle persone che avessero un interesse legittimo a partecipare” (articolo 7, lit. 10). Come già lo segnalava Acción Ecológica, questa disposizione viola il diritto delle persone ad associarsi con altri di propria scelta, e renderà le organizzazioni soggette ad azioni ostili da parte di persone che per unirsi all’organizzazione affermino “interessi legittimi”. Per esempio, una organizzazione che appoggia persone con l’ HIV dovrà ammettere membri che abbiano dei pregiudizi contro i portatori. Un altro esempio può essere che organizzazioni dei danneggiati dalla Texaco sarebbero obbligate ad accettare membri che possono essere sostenuti dalla medesima impresa.

Il Decreto 16 stabilisce che le organizzazioni sono obbligare ad organizzare, ordinare e conservare ogni tipo di documento e informazione prodotto durate la loro vita organizzativa; e a consegnare all’ente competente dello stato in modo completo e chiaro la documentazione e l’informazione stabilita in questo Regolamento, inclusa quella che venisse prodotta in futuro come conseguenza dell’operatività dell’organzizazione sociale (articolo 7). Acción Ecológica sostiene che questi requisiti, di mantenere in modo indefinito i registri, possano avere anche un carattere retroattivo riferendosi alla documentazione prodotta da quando le organizzazioni fossero fondate, che si contraddice con le richieste di altri enti pubblici, come quello tributario, la cui richiesta di mantenere informazioni di supporto raggiunge i sette anni. Rispetto all’ispezione e alla consegna a funzionari pubblici dell’informazione, questi potrebbero richiedere anche la consegna di note interne, archivi fotografici e perfino messaggi di posta elettronica, cosa che può costituire una violazione dei diritti di privacy delle persone e delle organizzazioni.

Questo dà al Presidente della Repubblica e ai funzionari esecutivi che siano stati designati, la facoltà discrezionale di impedire l’approvazione degli statuti delle organizzazioni e anche di decidere il loro scioglimento, anche se la gestione del sistema di registro delle organizzazioni è in mano della Segreteria Nazionale di Gestione della Politica. Mediante l’articolo 26, si potrà revocare la personalità giuridica e sciogliere le organizzazioni “Che si dedicano ad attività politica di partito, riservata ai partiti politici e ai movimenti politici iscritti nel Consiglio Nazionale Elettorale, che si intromettono nelle politiche pubbliche attentando contro la sicurezza interna o esterna dello stato o, che compromettano la pace pubblica”; o “che si allontanino dai fini e dagli obiettivi per i quali sono state costituite”, motivazione che può essere attribuita mediante denuncia.

Questo insieme di articoli mantiene le medesime motivazioni di scioglimento del Decreto 982, relative alla sicurezza o gli interessi dello stato. Questo risulta nell’indebita indagine sulle organizzazioni e nella criminalizzazione delle loro azioni e del loro funzionamento, “basandosi su criteri politici alieni al legittimo e corrispondente controllo giudiziario”, come nell’aprile del 2010 aveva denunciato Acción Ecológica, nell’atto di incostituzionalità del Decreto 982.

È evidente il controllo delle organizzazioni non governative straniere. L’articolo 31 stabilisce che prima che una ONG straniera lavori nel paese, deve “presentare una istanza in tal senso alla Segreteria Tecnica per la Cooperazione Internazionale, segnalando quali sono le proprie finalità e i lavori che vogliono effettuare nel paese”. Questo lederà esplicitamente il diritto di una qualsiasi persona di offrire solidarietà, per esempio, la promozione dei diritti umani o la difesa della natura. Le organizzazioni straniere sono obbligate a sottoscrivere degli accordi con il governo e a registrare tutti i progetti che finanziano. Non possono fare attività che attentino alla sicurezza e alla pace pubblica.

La cooperazione internazionale è stata molto importante nel fornire risorse alle organizzazioni di difensori dei diritti umani e ai movimenti sociali e ambientali in Ecuador. A seguito del Decreto 16 una attività di difesa della natura o dei territori  potrebbe essere catalogata come qualcosa che attenti alla pace pubblica, non solo le organizzazioni potranno essere chiuse, ma le organizzazioni fraterne straniere potranno anche essere espulse dal paese.

La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) riconosce la difesa dei diritti nella dimensione individuale e sociale o collettiva (portata avanti mediante l’esercizio dei diritti di associazione, o a quello di riunione). Per questo, quando si impedisce ad una persona la difesa dei diritti umani, “si danneggia specificatamente il resto della società”, come recita la denuncia di Acción Ecológica contro il Decreto 982. Lo stesso si può applicare alla difesa della natura, che è di interesse pubblico e nazionale. Il Decreto 16 violerà questi diritti poiché restringe, limita o frena l’azione collettiva di difesa dei diritti. Il Secondo Rapporto della CIDH del 2011 “Sulla Situazione delle Difensore e dei Difensori dei diritti Umani nelle Americhe”, nel suo capitolo F, segnala che “quando uno stato ostacola questo diritto con un qualsiasi mezzo incompatibile con le norme internazionali, non solo restringe la libertà di associazione delle difensore e dei difensori, ma impedisce anche il proprio lavoro di promozione e difesa dei diritti umani e, conseguentemente, il libero esercizio del diritto di difendere i diritti”.

La Relatrice Speciale sulla Situazione dei Difensori dei Diritti Umani, nel suo rapporto del 2012, colloca il diritto di associazione come parte del diritto internazionale dei diritti umani. Nel suo rapporto include alcuni punti che ricordano gli obiettivi che persegue il Decreto 16, come è la “utilizzazione dei requisiti del registro delle organizzazioni […] o il raccogliere “informazioni confidenziali, […], proibire le attività che ‘minacciano l’unità nazionale’, ‘infrangono i codici pubblici e morali’ o sono ‘di carattere politico’, e sciogliere organizzazioni per aver effettuato attività ‘che mettono in pericolo l’integrità e la sicurezza dello stato’”.

Questo organismo delle Nazioni Unite fa un elenco dei meccanismi che gli stati sono soliti mettere in atto per frenare le iniziative delle organizzazioni che difendono i diritti, tra i quali c’è chiaramente l’uso di nuove leggi per il registro delle organizzazioni, come lo è il Decreto 16, con lo “scopo di dissuadere gli individui ad associarsi” o chiudendo quelle che gli sono di disturbo.

Il Decreto 16 viola i diritti consacrati nella Costituzione e anche il diritto internazionale. È per questo che in Ecuador la società civile organizzata sta presentando ricorsi di incostituzionalità. Alcuni sono stati già respinti. Con questo decreto, entro poco, i diritti umani e della natura saranno indifesi.

Pubblicato il 23 settembre 2013.

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Ivonne Yánez, Urgencia del gobierno ecuatoriano por controlar a las organizaciones sociales pubblicato il 22-09-2013 in Desinformémonos, su [http://desinformemonos.org/2013/09/urgencia-del-gobierno-ecuatoriano-por-controlar-a-las-organizaciones-sociales/] ultimo accesso 25-09-2013.

 

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