Con clamore, il 9 aprile Bogotá è straripata per la pace


Piazza Bolívar è diventata piccola: hanno manifestato più di un milione di persone.

Arrivati da tutte le regioni del paese, centinaia di migliaia di colombiani hanno trasformato le strade di Bogotá in fiumi di magliette bianche che cercavano di fluire verso la Piazza di Bolívar, dove sono avvenute le principali manifestazioni della Marcia per la Pace, la Democrazia e in difesa della cosa pubblica, convocata dai movimenti sociali che appoggiano la pace, e successivamente anche dal sindaco di Bogotá e dalla stessa presidenza di Juan Manuel Santos che hanno avuto una attiva presenza nel corteo.

Gli unici assenti a questo corteo, appoggiato anche dalle FARC, sono stati i settori più ultraconservatori, guidati dall’ex presidente Álvaro Uribe, che hanno imperversato con un discorso guerrafondaio e che stanno portando avanti una intensa compagna di sabotaggio contro il processo di pace.

Fiumi di magliette bianche hanno percorso le strade con striscioni che invocano la pace e appoggiano i negoziati che il Governo e le Forze Armate Rivoluzionare della Colombia (FARC) hanno iniziato nello scorso novembre all’Avana.

Nella giornata si sono registrate scene senza precedenti che hanno unito nel stesso tempo e spazio e negli obiettivi i differenti settori della vita politica colombiana.

In un tratto dell’Avenida di El Dorado, poco prima di giungere al Centro della Memoria Storica, il presidente Santos, sua moglie, María Clemencia Rodríguez, e membri del governativo Partito della U facevano dei cori: “Uh ah, per la pace, Santos ne è capace”.

Ad alcuni metri, giovani della Marcia Patriottica, guidati dall’ex senatrice liberale Piedad Córdoba, invocavano il Liberatore Simón Bolívar e facevano appello alla pace, con giustizia sociale e uguaglianza.

“Qui c’è una moltitudine, un fiume di gente”, descriveva passando per il centro della capitale colombiana l’ex senatrice Córdoba, una delle organizzatrici attraverso la Marcia Patriottica, insieme al Governo colombiano e al Municipio di Bogotá.

Dalle diverse regioni migliaia di indigeni, afrocolombiani e contadini hanno viaggiato in centinaia di autobus messi a disposizione da organizzazioni umanitarie e partiti, e, dopo aver passato la notte nello stadio di calcio El Campín, sono partiti per il corteo.

Il capo dei negoziatori del Governo colombiano con le FARC, Humberto de la Calle, ha anche lanciato un messaggio di unità. “Noi che siamo seduti ad un progetto democratico dobbiamo risolvere le differenze, ed è per questo che c’è il riconoscimento”, ha detto De La Calle. Più chiaro è stato il presidente Santos, che in una intervista con Efe ha affermato che la Colombia oggi ha “l’opportunità di cambiare” la sua storia. Nonostante ciò, in una manifestazione di fronte a militari e poliziotti Santos ha insistito sul fatto che “non ci sarà il cessate il fuoco bilaterale”, una cosa che avevano sollecitato gli insorti e che ha risonanza tra la popolazione civile, che è quella che mette l’immensa maggioranza delle vittime di un conflitto armato che continua mentre i gruppi negoziatori delle FARC e del Governo conversano all’Avana.

10-04-2013

Rebelión

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
“Bogotá se desbordó este 9 de abril en un clamor por la pazpubblicato il 10-04-2013 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=166514&titular=bogotá-se-desbordó-este-9-de-abril-en-un-clamor-por-la-paz-] ultimo accesso 10-04-2013.

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