La maxi diga che fa tremare il governo colombiano


Bruno Federico

Il nodo della discordia è il progetto “el Quimbo” che inonderà 8.500 ettari per produrre energia.

BOGOTA’ – Con la massiccia diffusione (ad oggi più di un milione di riproduzioni) de «il video che il governo non vuole che vediamo» nella piattaforma Youtube, il conflitto che contrappone gli abitanti di cinque municipi della regione del Huila, al sud della Colombia, alla spagnola Endesa (una controllata Enel) e allo stesso governo colombiano, è diventato una questione nazionale e internazionale.

IL PROGETTO DEL QUIMBO – Il nodo della discordia è il progetto idroelettrico «el Quimbo» che inonderà 8.500 ettari delle migliori terre agricole della regione del Huila per produrre energia in parte destinata all’esportazione e in parte alla copertura dell’aumento del fabbisogno interno in vista di numerosi progetti minerari ed energetici. Il 14 e 15 febbraio scorso sono state sgomberate le centinaia di manifestanti che si erano accampati sulla sponda del fiume per impedire, con la propria presenza física, la deviazione prevista dal progetto. Gli accampati hanno praticato una resistenza passiva, sedendosi sul bordo del fiume, tenendosi per mano «abbracciando» il Magdalena. Nonostante la pratica non violenta dei manifestanti, gli squadroni antisommossa hanno usato granate esplosive, lacrimogeni, e manganelli. Il bilancio è stato di sette feriti. Uno di loro, un ragazzo di 20 anni, ha perso un occhio.

IL DIBATTITO – Lucio Rubio, direttore di Endesa Colombia, afferma che il progetto è utile e necessario allo sviluppo del Paese, e che inoltre porterà benessere agli abitanti della regione impiegando circa 3000 operai per i tre anni di lavori previsti. Non sono d’accordo le popolazioni autoctone, riunite nell’associazione Asoquimbo, che sostengono che inondando questa valle si colpisce un eco-sistema delicato com’è quello del fiume e si distrugge una riserva forestale dell’Amazzonia. Dal punto di vista socio economico Asoquimbo afferma che circa 3.000 persone perderanno definitivamente la propria casa e la fonte di sussistenza (sia essa la pesca o l’agricoltura), e che questo non sarà certo bilanciato dai tre anni di cantiere. Il danno trascende le sorti personali dei futuri profughi, rappresentando la perdita di una grossa produzione agricola, garanzia alimentare per tutto il paese.

TERREMOTO NEL GOVERNO – Il Quimbo provoca un terremoto all’interno delle stesse istituzioni colombiane. Il ministro dell’interno colombiano, German Vargas Lleras, responsabile della forza pubblica, è stato citato in parlamento per rispondere dell’accusa di conflitto di interesse, in quanto fratello di uno dei dirigenti di Endesa. Allo stesso tempo la magistratura ed altri organismi di controllo hanno ufficialmente aperto un’indagine nei confronti del governo e del ministero dell’ambiente per corruzione e disastro ambientale. L’indagine è stata aperta ipotizzando frodi e irregolarità nell’approvazione dei permessi indispensabili alla mega opera. Il presidente Juan Manuel Santos è intervenuto pubblicamente rispondendo alle accuse mosse contro l’operato della polizia affermando che ricorrerà nuovamente al legittimo uso della forza qualora i contadini e i pescatori continuassero a ostacolare la costruzione della diga. Una affermazione preoccupante se si considera che durante il precedente governo, la forza militare sotto il suo mandato come ministro della difesa è accusata di aver commesso circa 2600 esecuzioni sommarie, la maggior parte delle quali tutt’ora in fase di indagine.

LE MANIFESTAZIONI – Il movimento di opposizione al Quimbo continua a manifestare in tutto il paese e nella zona che verrà inondata, chiedendo la sospensione del cantiere, per dare tempo agli organi di controllo di terminare le indagini corrispondenti. Intanto l’impresa italiana Impregilo, titolare dei lavori, cerca di avanzare nell’edificazione del muro di contenimento che devierà il Magdalena, permettendo di prosciugare la parte dove dovrà essere costruita la diga. Ma sembra che il fiume, ascoltando le preghiere e i rituali degli abitanti della valle, si sia schierato contro le imprese italo spagnole. Sono falliti infatti i tentativi di deviazione del Magdalena, che negli ultimi giorni ha rotto per ben due volte il muro di contenimento. L’inizio della stagione delle piogge potrebbe mettere in scacco il progetto idroelettrico “el Quimbo”.

30 marzo 2012

Corriere della Sera

Bruno Federico, “La maxi diga che fa tremare il governo colombiano” pubblicato il 30-03-2012 sul Corriere della Sera [http://www.corriere.it/inchieste/diga-colombiana-che-fa-tremare-governo/e38fc842-7a6a-11e1-aa2f-fa6a0a9a2b72.shtml], ultimo accesso 02-04-2012.

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