Il cambiamento sociale in Venezuela


L’articolo di ALEX SERAFIMOV offre un’interessante panoramica di alcuni importanti progressi del Venezuela nel campo dell’autogestione popolare e dei lavoratori e dell’integrazione regionale in opposizione a Fmi e Banca Mondiale. Con un importante riassunto iniziale del contesto veneuelano prima della vittoria di Chavez, che chi critica il governo bolivariano dimentica troppo facilmente.

di Alex Serafimov
Interstate Journal of International Affairs, N. 91 (Febbraio 2011)

Introduzione

Considerando l’altamente politicizzata copertura del Venezuela e l’ossessione dei media per il suo capo controverso, Hugo Chávez, è chiaro che l’attuale governo sia il più attivo tra le forze progressiste del continente sudamericano. Per avere una immagine più completa della nuova direzione del continente, è importante esaminare le esperienze economiche e democratiche del Venezuela in modo più dettagliato. Si stanno verificando cambiamenti reali tra chi detiene il potere democratico ed economico in Venezuela?

Questo studio mostra che, a livello nazionale, c’è un processo di costituzione di innovative strutture democratiche. Per esempio, 30.000 consigli comunali e oltre 60.000 cooperative di lavoratori sono state stabilite e i primi tentativi verso l’autogestione dei lavoratori sono stati fatti. A livello regionale, il Venezuela è stato protagonista nell’avvio di nuove istituzioni internazionali. Un esempio è l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA)1 un’eterodossa organizzazione di cooperazione politica, economica e sociale che, innovativamente, include movimenti sociali nei suoi processi decisionali. Un’altra è la Banca del Sud (Bancosur)2, un rivale per l’egemonia del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca mondiale sul continente. Questi programmi nazionali e regionali stanno impostando nuovi precedenti per la partecipazione comunitaria e il finanziamento di progetti sociali fino al livello internazionale. Come il filosofo Slavoj Zizek ha notato, il Venezuela va al di là delle norme liberali di inclusione non ‘incluendo gli esclusi in un pre-esistente quadro democratico liberale’, ma riorganizzando lo ‘spazio politico e le forme politiche di organizzazione in modo che queste ultime si “adattino” agli esclusi.’3

Questo studio sarà diviso in due parti. La prima sezione esamina brevemente il contesto storico di queste riforme attraverso la lente dell’insoddisfazione popolare per il neoliberismo, la crisi di legittimità del sistema bipartitico del Venezuela e l’emergere di Chavez come “candidato dei poveri”. La seconda sezione illustrerà, più in dettaglio, i programmi sopra menzionati con capitoli su ‘Consigli Comunali e Comuni’, ‘Cooperative’ e, infine, ‘Cooperazione regionale’.

Nel complesso emerge l’immagine di un movimento popolare potenzialmente profondo che va al di là del suo brusco e controverso leader. Vediamo uno Stato alla ricerca di una più ampia influenza nella regione e nel mondo, che si allontana dal tradizionale partner settentrionale, gli Stati Uniti, e sta sperimentando programmi di partecipazione popolare al governo democratico e nell’economia.

I – Contesto

Nel momento di stagnazione economica e sociale del Venezuela, durante il periodo 1981-1989, il suo PIL diminuì del 3,8 per cento, con un calo dell’8% nel solo 1989. La disoccupazione era al 50% e l’inflazione raggiunse l’81%.5 Fù in questa situazione che Carlos Andrés Pérez, già presidente negli anni Settanta, lanciò la sua nuova campagna elettorale. Dopo aver fatto ‘promesse populiste per opporsi al FMI e attuare riforme per proteggere i livelli di vita dei ceti popolari’6 venne eletto. Tuttavia, appena due settimane dopo l’insediamento, circondato da un gruppo di giovani economisti neoliberali della scuola di Chicago, aveva già avviato esattamente lo stesso tipo di pacchetto di riforme del FMI che aveva attaccato per guadagnare supporto popolare.7 Una volta uno “statalista” economico, ora credeva che ‘la cosa migliore per noi è quello di ridurre al minimo l’intervento dello stato’. In tal modo, la sua amministrazione si unì al gregge instabile del Washington Consensus8 la cui dottrina raccomanda che i governi siano d’accordo sui ‘dieci settori’ della politica economica; dei quali i più signiificativi erano la liberalizzazione finanziaria e commerciale, la promozione degli investimenti esteri, la privatizzazione delle imprese statali, la deregolamentazione dell’economia e la difesa della proprietà privata.9

Tuttavia, queste iniziative neoliberiste presto causarono una reazione popolare. Il 27 febbraio 1989, una rivolta scoppiò nella città di Guarenas, 30 km ad est della capitale Caracas, a causa di aumenti dei prezzi e di altri provvedimenti che facevano parte del programma di ristrutturazione economica di Perez. A metà mattina, le cinque città più importanti del paese erano consumate da proteste di massa iniziate nelle baraccopoli e nelle periferie. Tuttavia, su ordine del Presidente, l’esercito represse nel sangue la rivolta. Le stime governative dicono che almeno 276 vite furono perdute, 10 ma altre fonti parlano di ben 3,000 morti.11 Questo evento, denominato Caracazo, causò la rottura finale tra la popolazione più povera e la classe dominante, e radicalizzò ufficiali dell’esercito scontenti – tra i quali Hugo Chávez. Come ufficiale di idee progressiste, Chávez salì alla ribalta quando guidò un colpo di stato contro il governo Pérez il 4 febbraio 1992. Chávez e i suoi sostenitori nell’esercito tentarono di occupare le zone chiave di Caracas. Tuttavia, incapace di catturare il Presidente e raggiungere i loro obiettivi, Chávez chiamò i suoi alleati a deporre le armi.12 In un famoso discorso televisivo affermò che solo por ahora (‘per ora’) non aveva potuto raggiungere i suoi obiettivi.13 Nonostante il fallimento del colpo di stato, Chávez lasciò il segno nella sfera politica venezuelana e divenne un simbolo della resistenza per i poveri, mettendo in chiaro che il suo tempo sarebbe ritornato.

Imprigionato per il suo ruolo nell’insurrezione, Chávez venne amnistiato due anni più tardi, dopo il crollo del governo Pérez sotto il peso di scandali per corruzione. Optando per la via elettorale, Chávez corse alle elezioni presidenziali 1998 come il candidato dei poveri. Di fronte a una opposizione ancora in crisi di legittimità Chávez conquistò la vittoria.14 Da questa posizione, la sua amministrazione – pur sempre condotta dalla pressione del ‘basso’ 15 – ha cominciato ad attuare le riforme e i programmi di partecipazione popolare che saranno discussi nei prossimi capitoli. Chávez ha anche affrontato un (apparentemente sostenuto dagli Usa) colpo di Stato conservatore nel 2002 e venne reinsediato alla presidenza soltanto grazie alle proteste spontanee che chiedevano il suo ritorno. I poveri scesero in città dalle baraccopoli come accadde durante il Caracazo e, assieme alle azioni dell’esercito fedele, fecero si che il colpo di Stato si concluse dopo solo due giorni.17

Avendo visto una precedente stagnante democrazia con un sistema bipartitico blindato scosso da uno sfidante progressista è stato uno sviluppo molto significativo nella politica venezuelana. Questo dimostra che una maggiore proporzione delle classi escluse in precedenza era entrato nell’arena democratica e che, pertanto, i loro interessi, richieste e sensibilità culturali venivano per la prima volta rappresentate ai massimi livelli.

Riassumendo, i principali eventi che hanno costituito i presupposti per le riforme progressiste in Venezuela sono stati in primo luogo: (1) la rivolta popolare contro le politiche neoliberiste che ha mostrato un opposizione alla mercificazione del Venezuela (2), la repressione violenta di questa resistenza che ha screditato i principali partiti politici, e (3) aperto uno spazio per un terzo sfidante. In secondo luogo, il fallito colpo di Stato guidato da Chávez, che ne ha aumentato la reputazione tra i poveri che lo avrebbero poi eletto. Infine, c’è stata l’azione di massa da parte delle stesse comunità che si erano sollevate nel Caracazo, calate dai quartieri popolari in difesa del loro nuovo governo – ancora una volta mostrando la loro volontà e capacità di partecipazione di massa. Tutto questo, preso insieme, mostra la determinazione della popolazione a partecipare in massa, che sarebbe stata legittimata dalla creazione dei consigli comunali e altri organismi.

Questo articolo discuterà ora in maggiore dettaglio come questi cambiamenti nella società venezuelana sono stati tradotti nelle politiche progressiste dell’attuale governo.

II – Consigli Comunali e Comuni

Anche se vari accenni di democrazia partecipativa vennero inclusi nel 1999 nella nuova Costituzione venezuelana, le iniziative per coinvolgere la popolazione erano in origine piuttosto piccole e su scala locale.18 Tuttavia, l’entità della partecipazione è aumentata notevolmente nei dieci anni successivi. Nell 2010 erano operanti 30.000 Consigli Comunali, organismi democratici locali rappresentanti da 200 a 400 famiglie ciascuno.19

I Consigli comunali sono strutturati orizzontalmente 20 ‘istanze di partecipazione, articolazione e integrazione tra varie organizzazioni comunitarie, gruppi sociali, e cittadini’, il cui obiettivo è quello di ‘consentire alle persone organizzate di gestire direttamente politiche pubbliche e progetti orientati verso… la costruzione di un società di equità e giustizia sociale.’ Operano su principi di trasparenza, responsabilità e ‘uguaglianza sociale e di genere’. Lavorano attraverso comitati i cui portavoce sono eletti per mandati revocabili di due anni.21

Per dare un esempio del loro finanziamento, nel 2006 ai Consigli Comunali sono stati assegnati 1 miliardo di dollari,22 e nel 2007 il 50% di tutte le entrate di petrolio venezuelano sono stati destinati a programmi sociali, e quini anche al finanziamento dei Consigli Comunali. Questo suggerisce che queste iniziative di partecipazione sono sostenute da seri impegni economici.

Inoltre, ci sono attualmente 184 Comuni in costruzione in tutto il Venezuela, che comprendono 5.900 famiglie in questa prima fase.23 Questi Comuni sono una forma di raccogliere insieme Consigli Comunali in quelle che saranno aree o città autogovernate.24 Il 10 dicembre 2010, l’Assemblea Nazionale venezuelana ha approvato la Legge organica sulla pianificazione pubblica e popolare. Questa legge amplia ulteriormente i poteri dei cittadini nel paese ‘promuovendo il decentramento del potere, la proprietà collettiva, l’autogoverno, e il Governo federale dei Consigli come organizzazione pianificatrice’. Lo stesso Governo Federale dei Consiglisi è stata creato nella prima parte dell’anno, portando Consigli Comunali, Comuni e movimenti sociali nella pianificazione del bilancio nazionale.25 Oltre a ciò, il governo nazionale ha promesso di ‘sottomettersi’ alle decisioni dei Comuni e influirà nei loro processi solo nella misura necessaria per attuare le loro richieste.26

Articoli innovativi della nuova legge danno precedenza alle imprese di proprietà comunale su quelle i proprietà statale nella fornitura di servizi28 e creano un Parlamento Comunale. Questo ha preoccupato i partiti di opposizione per la loro paura che possa sostituire l’Assemblea Nazionale.29 Il rapporto dell’Assemblea nazionale sulla nuova legge stabilisce che essa istituzionalizza una ‘metodologia centrata sul coordinamento tra entità in modo che la pianificazione pubblica, come strumento politico, orienti le azioni dello stato’.30 Questo chiarisce che la pianificazione pubblica ha la potenzialità non solo di coesistere con lo Stato, ma anche di guidarlo.

Questo sviluppo in Venezuela è unico perché i movimenti di base e lo Stato non stanno in opposizione, a differenza di molti altri casi. Invece, il Governo venezuelano sta volontariamente ampliando i poteri dei cittadini e contribuendo a creare una sfida al proprio potere. Allo stesso tempo, stanno apertamente promuovendo la trasformazione dello Stato, in linea con l’analisi di Žižek.

Tuttavia, ci sono pericoli in questo modello di “governo duale”. Lo Stato manterrà la sua sincerità nell’espansione dei poteri dei cittadini, o la resistenza degli elementi burocratici del Governo31 crescerà man mano che i poteri dei cittadini continueranno ad invadere il loro? Solo la vigilanza delle persone impegnate in questo progetto, e i dediti attivisti del “Movimento bolivariano,” possono prevenirlo. Fortunatamente il fatto che si tratta di un trasferimento consensuale di potere verso il basso dovrebbe significare che il progetto ha un rischio minore di degenerare. Quindi, in una mossa quasi senza precedenti, l’apparato statale in Venezuela sta contribuendo a creare strutture e organismi di partecipazione che metteranno a repentaglio il proprio stesso potere. Molto di questo è provocato dalle iniziative e richieste di gruppi di cittadini. Come i membri di un Comune hanno notato: ‘I Comuni non sono qualcosa che tu decreti, nascono dai bisogni della gente e dai Consigli comunali’.32

Nel complesso, i Consigli Comunali sono riusciti a completare migliaia di progetti comunitari in tutto il Venezuela, nei quali ‘i leader dei consigli comunitari sono impegnati in una vasta gamma di attività e programmi che non hanno precedenti nel movimento comunitario venezuelano’ e dando a settori precedentemente emarginati della popolazione esperienza nella presa di decisioni collettive.36 Allo stesso tempo, hanno dimostrato che i loro membri hanno la competenza per gestire bilanci considerevoli. Queste iniziative, insieme ad altri provenienti dal resto della regione e del mondo (come il ‘Bilancio Partecipativo’ in Brasile, 37) lanciano una sfida significativa all’egemonia del pensiero liberale democratico. Questo sostanzia l’idea che una più inclusiva democrazia, oltre la competizione dei partiti politici, è fattibile. Gli unici pericoli rimanenti sono che, in quanto creazioni legislative, i Consigli Comunali dipendono dal sostegno dello Stato, in una certa misura, per la loro esistenza. Un’altra preoccupazione è il possibile regolamento di conti tra lo stato e i centri di potere dei cittadini, con gli ultimi che desiderano sostituire il primo come autorità legittima nel paese.

III – Cooperative

Secondo l’Alleanza Cooperativa Internazionale (ICA), le cooperative sono un ‘un’associazione autonoma di persone unite volontariamente per soddisfare i loro comuni bisogni e aspirazioni economiche, sociali e culturali e attraverso imprese possedute congiuntamente e controllate democraticamente’.38 E’ stato codificato nella Costituzione del 1999 che lo Stato avrebbe “promosso e protetto’ le cooperative, descritte da alcuni commentatori come ‘il centro del nuovo modello economico del Venezuela’.39 La Costituzione considera le cooperative ‘attori chiave nell’economia sociale della nazione, ritratti come strumenti per l’inclusione economica, la partecipazione (articolo 70), e il decentramento dello Stato (articolo 184)’.40 Lo Stato ha iniziato ad incoraggiare la creazione i cooperative attraverso: (1) l’aiuto di borse di studio per la formazione in cooperativismo, produzione e contabilità, attraverso il nuovo Ministero dell’Economia Popolare (MINEP), (2) aiuti a trasformare aziende convenzionali in cooperative, e (3) la concessione di prestiti iniziali.41 Per dare una dimostrazione dell’aumento di cooperative in Venezuela, quando il presidente Chávez ha assunto l’incarico nel 1999 c’erano appena 762 cooperative legalmente registrate con solo 20.000 soci nel Paese.42 Mentre nel 2008 c’erano 62.879 cooperative con 873,000 che facevano del Venezuela il paese con più cooperative del Sud America.43

Tuttavia, non tutte le cooperative venezuelani sono eque. Come Elvy Monzant, dell’Università Cecilio Acosta de Maracaibo (e membra di una cooperativa), ha notato la maggioranza delle persone impiegate44 sono in quelle che ha definito ‘Cooperative Classiche’, ossia quelle con tradizionali strutture decisionali gerarchiche. A fianco i queste ci sono quelle che chiama ‘Cooperative innovative’, più partecipative e vicine all’ideale dell’ICA, che si dividono in ‘Cooperative cogestite e di alleanza’ che incoraggiano l’autogestione dei lavoratori, e in ‘Cooperative Spontanee’, formate senza alcun aiuto dello Stato da comunità che percepiscono il ‘boom cooperativo’ del Venezuela. Queste sono basati anche su ‘solidarietà ed economia partecipativa.’45 Inoltre, una vasta rete di cooperative ha dimostrato che le strutture gerarchiche che non sono fisse e che le cooperative venezuelane possono essere soggette a trasformazioni per opera dei loro membri. Partendo con una gestione gerarchica, questa rete di cooperative ha attraversato un processo di “mutamento” per decenni fino ad ora che quasi tutte le decisioni amministrative e gestionali sono prese per consenso attraverso riunioni cui partecipano tutti i membri, e le mansioni dei membri’ sono a rotazione per evitare la gerarchia.46

Ma, come Rosa Luxemburg ha spiegato nella sua opera Riforma o rivoluzione, le cooperative sono ‘piccole unità di produzione socializzata all’interno di uno scambio capitalista’, non un’alternativa sistemica.47 Le cooperative non combattono lo status quo economico attraverso la loro pratica (continuano a operare in base a domanda e offerta, profitto e concorrenza), e nel tempo hanno la capacità di trasformarsi in imprese convenzionali, o scomparire, se cominciano ad assumere lavoro salariato. Infatti al loro apice c’erano 268,000 cooperative in Venezuela, ma la maggior parte di queste (77%) è diventato inattiva. Hanno fallito, secondo Monzant, perché molte erano convenzionali, aziende gerarchiche qualificate come cooperative solo per ottenere appalti pubblici o prestiti. Assieme a questo, sono stati chiamati Monzant manca quello che la ‘trasformazione culturale’ che li guidi, occultavano ciò che Monzant ha chiamato la “trasformazione culturale” che le conduceva; avevano assunto impiegati e la maggior parte degli operai erano in subappalto, non considerati “reali” cooperativisti.48 Tuttavia, le oltre 60.000 cooperative funzionanti e il loro tasso di crescita continua a posizionare il Venezuela in prima linea nella cooperativizzazione sudamericana.

Tuttavia, anche se la maggior parte dei cooperativi venezuelani lavora in cooperative gerarchiche, ci sono ancora migliaia di persone che prendono parte a esperimenti economici partecipativi in cooperative ‘Innovative’ e ‘Spontanee’. Essi aggiungono peso alla tesi secondo cui la democrazia nei luoghi di lavoro, non solo nella vita politica, è praticabile, mentre sfidano in maniera robusta la gerarchia delle imprese convenzionali e le idee su come il lavoro deve essere condotto. Infine, ci sono battaglie per la diversificazione delle cooperative nei pilastri dell’industria dove non hanno molta presenza, e un incoraggiamento dell’espansione di cooperative ‘Innovative’, vista la loro influenza nella trasformazione in generale della società venezuelana. Come Rosa Luxemburg ha proseguito, finché le cooperative sono ‘escluse dai rami più importanti della produzione capitalista’, come quello petrolifero e meccanico, ‘non possono essere prese seriamente in considerazione come strumento di una trasformazione sociale generale’,51 anche se l’attuale governo, e molti cooperativisti, possono pensare altrimenti. Entrambi questi punti valgono per il Venezuela dove le cooperative non coprono le grandi industrie, come il petrolio, la più grande delle esportazioni del paese, e con solo l’8,3% di cooperativi a lavoro negli stabilimenti industriali.52 Eppure, l’importanza delle cooperative in Venezuela, come altrove, non deve essere cercata nella loro pratica economica, ma in come dimostrano che la democrazia nei luoghi di lavoro è praticabile.

IV – Cooperazione regionale

Il Venezuela ha anche svolto un ruolo fondamentale nell’ideazione e nella messa a punto di organizzazioni che mirano all’autodeterminazione politica ed economica della regione e ha funzionato da baluardo rispetto all’influenza del FMI, della Banca mondiale e degli accordi di libero scambio (TLC). La prima di qesti è l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), descritta da un commentatore come la ‘forse più importante iniziativa’ nella lotta al neoliberismo nel regione.53 Essa comprende attualmente otto paesi del Sud e Centro America e dei Caraibi tra i quali Venezuela, Bolivia, Cuba, Ecuador e Nicaragua. L’ALBA è un’organizzazione internazionale che auspica ‘un nuovo modello di integrazione per l’America Latina’ basato sulla cooperazione socio-politica ed economica che tenta di ‘compensare la potenza delle prganizzazioni regionali amiche degli Usa e orientate al mercato’54 Una via attraverso la quale sta realizzando questo obiettivo è l’adozione di una propria moneta di scambio (dal 2009), il SUCRE (Sistema Unitario di Compensazione Regionale),55 nominata simbolicamente come Antonio José de Sucre, eroe dell’indipendenza del Sud America. Il SUCRE è un tentativo di sostituire il dollaro nella regione e diventerà eventualmente una moneta reale essa stessa.56 L’ALBA ha un altro principio ‘sviluppare industrie fondamentali così che gli Stati membri dell’Alba possano diventare economicamente indipendenti’.57

Un altro principio è quello di promuovere i movimenti sociali, di lavoratori e studenteschi58 e un modo in cui lo ha fatto è stato con la creazione del Consiglio dei Movimenti Sociali dell’ALBA come parte della sua struttura organizzativa. Questo Consiglio coordina alcuni dei più grandi movimenti sociali della regione compresi quelli dei popoli indigeni, assieme a due altri Consigli, quello presidenziale e quello ministeriale. Due dei Movimenti Sociali attualmente coinvolti sono Via Campesina, il movimento contadino internazionale59, e il Movimento Trabalhadores Sem Terra (MST),60 tra i più grandi del continente.61 Questo permette ‘la partecipazione popolare ai processi decisionali’ ai massimi livelli attraverso il coinvolgimento diretto nella pianificazione e nell’amministrazione.62

Questi movimenti sociali hanno avuto una reale influenza, ad esempio rendendo i problemi di ridistribuzione della terra, l’assistenza sanitaria gratuita, l’istruzione gratuita e la sicurezza alimentare parte della politica ufficiale dell’ALBA. Ciò nonostante vi sono alcune diffidenze tra i movimenti sociali e l’ALBA, con i movimenti sociali che la ritengono fondamentalmente una iniziativa basata sugli Stati, nonostante i loro sforzi di includerli in un ruolo di supervisione.63 Tuttavia, un incidente ha mostrato che i movimenti sociali sembrano avere un’influenza sull’ALBA. Dopo la proposta del Venezuela di costruire un oleodotto che avrebbe attraversato la foresta per raggiungere l’Argentina, un movimento sociale venezuelano vicino al movimento zapatista messicano ha fatto pressione al governo fino a riuscire a fermare il programma.64 Inoltre anche l’ALBAavuto successo proposto ad un Argentina-attraverso la foresta pluviale, un movimento sociale venezuelano allineato con il movimento zapatista in Messico è riuscito a fare pressione sul governo Into mettendo i piani sui hold.64 Inoltre, anche ALBA impegna i propri Stati membri a sviluppare democrazia partecipativa nei propri Paesi.65

Nella cooperazione economica, c’è la Banca del Sud (Bancosur), che è stata concepita e costruita personalmente dal presidente Chavez fino dalla sua elezione.66 Secondo il precedente ministro delle Finanze venezuelano Rodrigo Cabezas, gli ‘obiettivi prioritari’ della Banca del Sud saranno l’integrazione regionale, la riduzione delle asimmetrie tra gli Stati del Sud America e il finanziamento dello sviluppo.67 in quanto Personalmente storica precedente secondo election.66 venezuelano ministro delle Finanze Rodrigo Cabezas, la Banca del Mezzogiorno ‘priorità di finanziamento’ si essere per l’integrazione regionale, ridurre le asimmetrie tra e all’interno degli Stati del Sud America e l’erogazione di finanziamenti per development.67 Esplicitamente in opposizione alle istituzioni finanziarie internazionali tradizionali, la Banca del Sud non porrà ‘nessuna condizione’ ai propri debitori. Inoltre, i sostenitori della Banca del Sud mettono lo sviluppo nazionale e regionale e gli investimenti “Sud-Sud” davanti all’integrazione nei mercati globali.68 Ciò è significativo perché allontanarsi dalla finanza basata sulle condizioni simboleggia una rottura con le politiche del neoliberalismo nella regione. Come ha notato il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, ‘uno dei vantaggi di avere una Banca del Sud è che rifletterà gli interessi del Sud’.69 E così sembra essere. Come ha scritto il corrispondente di The Guardian per il Sud America, la Banca del Sud agisce per ‘svezzare la regione dalle prescrizioni di Washington ed aiutarla ad ottenere un’indipendenza economica’.70

Formalmente istituita nel 2007, La Banca del Sud sarà probabilmente operativa nel 2011.71 È stata finora inattiva soprattutto a causa dei dibattiti politici sulla sua direzione; con il Brasile dalla parte di un’approccio più basato sul mercato, e il Venezuela e l’Ecuador da quella di una struttura più progressista.72 Politicamente la Banca del Sud ha un forte supporto dai movimenti sociali che sentono che potrebbero divenire abbastanza influenti da condizionare le sue politiche in maniera significativa.73 L’ALBA, nel frattempo, ha la sua propria fonte di finanziamento nella Banca dell’ALBA, che ha un’esplicità missione di euguaglianza ‘cercando di sradicare le asimmetrie economiche’ all’interno del blocco, e come la Banca del Sud non impone condizioni ai prestiti.74

Ciò che appare è un paese che acquista un ruolo trainante nel rafforzare legami con i suoi partner regionali sulla base di reciproci vantaggi. Allo stesso tempo, sta prendendo misure per includere direttamente i gruppi civili nel processo decisionale degli organismi internazionali, e promuove uno sviluppo economico basato sulla sovranità del continente e non sulla dipendenza dai vicini del Nord. Nel complesso, l’ALBA è l’unico blocco internazionale o regionale che tenta di includere gli interventi dei cittadini nei suoi processila per includere i tentativi che l’input diretto dei cittadini STI nei suoi processi, e ‘il mero fatto’ che la Banca del Sud è stata messa in piedi è una forte sfida alle istituzioni finanziarie internazionali dominanti.75

<strongV – Conclusione: successi e sfide

Il Venezuela, se guardiamo più in là del suo leader controverso, ha ottenuto significativi sviluppi sul piano sociale, democratico ed economico. Attraverso l’inclusione della popolazione nel processo decisionale dal livello locale a quello internazionale, specialmente di chi era predecentemente escluso o diseredato, ha istruito, incoraggiato e politicizzato una nuova generazione che vuole partecipare e influire sul proprio governo. Allo stesso tempo, sebbene gli oppositori temano una concentrazione di potere nell’esecutivo, lo Stato devolve pezzi sempre più grandi del suo potere verso il basso come parte centrale del proprio progetto economico e politico. Come forza trainante dell’Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nostra America e della Banca del Sud, il Venezuela ha creato alternative socialmente coscienti per lo sviluppo e la cooperazione al posto delle imposizioni neoliberiste del FMI, Banca Mondiale, dell’Alca e di altre organizzazioni. Usando i profitti del commercio del petrolio per finanziare ampi programmi sociali ha dimezzato la povertà76, e ridotto la povertà estrema del 72%, oltre ad altri progressi sociali.77 Ancora più importante, ha dimostrato che lo sviluppo può essere ottenuto con redistribuzioni della richezza esistente anche in un Paese povero; e che l’uscita dalla povertà può consentire una maggiore partecipazione politica. Tuttavia il cosidetto “Movimento Bolivariano” non può adagiarsi sugli allori. Deve placare le critiche e le paure dei suoi oppositori, e continuare ad espandere il potere esecutivo dei Consigli Comunali (e dei Comuni), mentre deve sorvegliare i pericoli di una resistenza burocratica a questi processi. Deve incoraggiare l’autogestione dei lavoratori ed estenderla al resto dell’Industria se il movimento cooperativo è tanto trasformativo come sperano alcuni commentatori. Inoltre , in quanto movimento di poveri, deve migliorare le sue relazioni con l’aspirante ceto medio, che resta scettico.

Riassumendo, un cambiamento sociale radicale e a lungo termine stà avvenendo in Venezuela, illustrato al meglio da esperimenti di partecipazione democratica ed economica che significano un trasferimento dei luoghi di potere del Paese. Se i suoi progetti innovativi prospereranno e continueranno a crescere, dimostreranno che gruppi di cittadini sono in grado di possedere ed esercitare reale potere, senza essere guidati o “difesi da loro stessi”, un concetto tacitamente centrale nella democrazia rappresentativa.78Ciò potrebbe avere un ampia influenza ed essere incoraggiante per coloro che si sentono esclusi dal processo democratico nei loro paesi, considerano i loro rappresentanti come corrotti o irresponsabili e il loro sistema economico iniquo.79 È in questo che risede il loro impatto più grande; nella capacità di sfidare le concezioni esistenti, raramente messe in discussione, sul ruolo della cittadinanza nella conduzione di un Paese e della sua economia, e sulla sua influenza sulle decisioni internazionali.

1 Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA)

2 Banco del Sur or Bancosur

3 Žižek, S. First as Tragedy, then as Farce (London, Verso, 2009), p. 102.

4, 5, 6 Raby, D. L. Democracy and Revolution: Latin America and Socialism Today (London, Pluto Press; Toronto, Between the Lines, 2006), p. 141.

7 Hellinger, D. ‘Political Overview: The Breakdown of Puntofijismo and the Rise of Chavismo’, in Venezuelan Politics in the Chávez Era: Class, Polarization and Conflict, edited by Steve Ellner and Daniel Hellinger (London, Lynne Rienner Publishers, 2003), p. 31.

8, 9 Quoted in Gott, R. In the Shadow of the Liberator: Hugo Chávez and the Transformation of Venezuela (London, Verso, 2001), p. 53.

10 Gott, In the Shadow of the Liberator, p.46.

11 Grant, W. ‘Former Venezuela minister charged’. BBC News (online), 18 July 2009. Available at http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/8157088.stm (Accessed 17 September 2011).

12 Hellinger, ‘Political Overview’, pp. 31-2.

13 Ibid., p. 150.

14 Raby, Democracy and Revolution, pp. 158-9.

15 Ciccariello-Maher, G. ‘Dual Power in the Venezuelan Revolution’. Monthly Review (online), 23 August 2011. Available at http://monthlyreview.org/2007/09/01/dual-power-in-the-venezuelan-revolut… (Accessed 17 September 2011).

16 Hellinger, ‘Political Overview’, pp. 50-1; Raby, Democracy and Revolution, pp. 166-7.

17 Ibidem

18 Le Grand, G. ‘Venezuela’s Communes; Not as Radical as You Might Think’. Council on Hemispheric Affairs (online), 24 September 2010. Available at http://www.coha.org/venezuela’s-Communes-not-as-radical-as-you-might-think/ (Accessed 24 February 2011).

19 Ellis, E. ‘Building community power’. Correo del Orinoco International (Caracas), 10 September 2010., p. 4. Available at http://www.correodelorinoco.gob.ve/wp-content/uploads/2010/09/Web-COI28…. (Accessed 24 February 2011).

20 Navarrete, P. and Ellner, S. ‘The community revolution’. Red Pepper (online), January 2010. Available at http://www.redpepper.org.uk/The-community-revolution/ (Accessed 17 September 2011).

21 All of these quotations are from the 2006 Communal Council Law, as cited in Ciccariello-Maher, ‘Dual Power’.

22 Jim McIlroy, ‘Venezuela: Building Popular Power through Communal Councils’ Links, citred in Venezuelanalysis.com (online), 10 October 2007. Available at http://venezuelanalysis.com/analysis/2716 (Accessed 2 March 2012).

23 Pearson, T. ‘184 Communes Currently in Formation in Venezuela’. Venezuelanalysis.com (online), 8 February 2010. Available at http://venezuelanalysis.com/news/5123 (Accessed 24 February 2011).

24 Ellis, ‘Building community Power’.

25 Pearson, T. ‘Venezuelan National Assembly Passing “Popular Power” Package of Laws’. Venezuelanalysis.com (online), 10 December 2010. http://venezuelanalysis.com/news/5852 (Accessed 24 February 2011).

26 Reardon, J. ‘Venezuelan National Assembly Passes People’s Power “Law of Communes”. Venezuelanalysis.com (online), 13 December 2010. Available at http://venezuelanalysis.com/news/5858 (Accessed 24 February 2011).

27 Quoted in Pearson, ‘Passing “Popular Power” Package’.

28 Ibid.

29 Reardon, ‘Passes People’s Power “Law of Communes”’; and Peñaloza, P. P. ‘National Assembly to be superseded by “communal parliament”, translated by Conchita Delgado. El Universal (online), 19 March 2010. Available at http://www.eluniversal.com/2010/03/19/en_ing_esp_national-assembly-to_19… (Accessed 24 February 2011).

30 Pearson, ‘Passing “Popular Power” Package’.

31 Pearson, T. ‘The Insidious Bureaucracy in Venezuela: Biggest Barrier to Social Change’. Venezuelanalysis.com (online), 17 May 2010. Available at http://venezuelanalysis.com/analysis/5370 (Accessed 17 September 2011).

32 Quoted in Pearson, ‘Passing “Popular Power” Package’.

33 Partido dos Trabalhadores

34 LeGrand, ‘Venezuela’s Communes’.

35 Pearson, ‘Passing “Popular Power” Package’.

36 Navarrete and Ellner, ‘The community revolution’.

37 LeGrand, ‘Venezuela’s Communes’.

38 Quoted in Jensen, E. and Isaacs, A. ‘CECOSESOLA Cooperative: An Interview with Gustavo Salas Romer’. Venezuelanalysis.com (online), 20 September 2009. Available at http://venezuelanalysis.com/analysis/4804 (Accessed 17 September 2011).

39 Bowman, B. and Stone, B. ‘Venezuela’s Cooperative Revolution: An economic experiment is the hidden story behind Chávez’s ‘Bolivarian Revolution’’. Dollars & Sense (online), July 2006. Available at http://www.dollarsandsense.org/archives/2006/0706bowmanstone.html (Accessed 24 February 2011).

40 Harnecker, C. P. ‘The New Cooperative Movement In Venezuela’s Bolivarian Process’. Venezuelanalysis.com (online), 17 December 2005. Available at http://venezuelanalysis.com/analysis/1531 (Accessed 17 September 2011).

41 Bowman and Stone, ‘Venezuela’s Cooperative Revolution’; and El Mundo, ‘Microcredits to generate 150.000 new jobs in 2004’. Venezuelanalysis.com (online), 4 November 2003 Available at http://venezuelanalysis.com/news/199 (Accessed 24 February 2011).

42 Bowman and Stone, ‘Venezuela’s Cooperative Revolution’.

43 Membership calculated by author from figures included in Maheshvarananda, D. ‘“Diagnosis and Perspectives of the Social and Solidarity Economy of Venezuela” by Elvy Monzant’. Prout Research Institute of Venezuela (online), 11 August 2011. Available at http://priven.nhlf.org/“diagnosis-and-perspectives-of-the-social-and-solidarity-economy-of-venezuela”-by-elvy-monzant/ (Accessed 17 September 2011).

44 The exact figures are 680,000 cooperativists in classical, 31,000 in innovative, 48,000 in co-managed and alliance, 52,000 in state-promoted and 62,000 in spontaneous cooperatives. There are 882 classical, 402 innovative, 3,023 co-managed and alliance, 8,832 state-promoted and 27,798 spontaneous cooperatives. There are also 21,058 communal banks, which are attached to each Communal Council. (This figure must be higher as they are compulsory and there are now around 30,000 Communal Councils.) See ibid.

45 Maheshvarananda, ‘”Diagnosis and Perspectives”’.

46 Jensen and Isaacs, ‘CECOSESOLA Cooperative’.

47 Luxembourg, R. Reform or Revolution: Chapter VII Co-operatives, Unions, Democracy. Available from: http://www.marxists.org/archive/luxemburg/1900/reform-revolution/ch07.ht… [accessed December 9 2010].

48 See Maheshvarananda, ‘”Diagnosis and Perspectives”’.

49 Luxembourg, Reform or Revolution.

50 Bowman and Stone, ‘Venezuela’s Cooperative Revolution’.

51 Luxembourg, Reform or Revolution.

52 Bowman and Stone, ‘Venezuela’s Cooperative Revolution’.

53 Hattingh, S. ‘ALBA: Creating a Regional Alternative to Neo-liberalism?’ MR Zine (online), 7 February 2008. Available at http://mrzine.monthlyreview.org/2008/hattingh070208.html (Accessed 24 February 2011).

54 Madrid, R. L., Hunter W. and Weyland, K. ‘The Policies and Performance of the Contestatory and Moderate Left’, in Leftist Governments in Latin America: Successes and Shortcomings, edited by Kurt Weyland, Raúl L. Madrid and Wendy Hunter (New York, Cambridge University Press, 2010), p. 169.

55 Sistema Único de Compensación Regional

56 Pearson, T. ‘Venezuela and Ecuador Consolidate Bilateral Agreements, SUCRE Currency System’. Venezuelanalysis.com (online), 18 January 2011. Available at http://venezuelanalysis.com/news/5943 (Accessed 17 September 2011).

57 Hattingh, ‘ALBA’.

58 Carlson, C. ‘ALBA Summit Creates New Model for Latin American Integration’. Venezuelanalysis.com (online), 30 April 2007. Available at http://venezuelanalysis.com/news/2362 (Accessed 17 September 2011); and Hattingh, ‘ALBA’.

59 ‘The Peasant’s Way’

60 Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra

61 Hattingh, ‘ALBA’.

62 Carlson, ‘ALBA Summit Creates New Model’.

63 Hart-Landsberg, M. ‘Learning from ALBA and the Bank of the South: Challenges and Possibilities’. Monthly Review (online), 22 August 2009. Available at http://monthlyreview.org/2009/09/01/learning-from-alba-and-the-bank-of-t… (Accessed 17 September 2011).

64 Hattingh, ‘ALBA’.

65 Ibid.

66 MercoPress, ‘American leaders sign agreement creating South Bank’. MercoPress (online), 27 September 2011. Available at http://en.mercopress.com/2009/09/27/south-american-leaders-sign-agreemen… (Accessed 24 February 2011).

67 Bank Information Center. ‘Bank of the South’ (Washington: Bank Information Center, 2007, pp. 7-8. Available at http://www.bicusa.org/proxy/Document.10579.aspx (accessed 17 September 2011).

68 Bank Information Center, ‘Bank of the South’, pp. 4, 8.

69 Quoted in Carrol, R. ‘Nobel economist endorses Chávez regional bank plan’. The Guardian (online), 12 October 2007. Available from http://www.guardian.co.uk/business/2007/oct/12/venezuela.banking (Accessed 24 February 2011).

70 Carrol, ‘Nobel economist endorses Chávez’.

71 According to Chairman of the board of directors of Ecuador’s Central Bank,Diego Borjas.

Correo del Orinoco International, ‘Bank of the South to initiate operations this year’. Correo del Orinoco International (Caracas), 20 May 2011, p. 5. Available at http://www.correodelorinoco.gob.ve/wp-content/uploads/2011/05/COI64.pdf (Accessed 17 September 2011).

72 Hart-Landsberg, ‘Learning from ALBA’.

73 Ibid.

74 Janicke, K. ‘Summit of the Bolivarian Alternative (ALBA) Concludes in Venezuela’. Venezuelanalysis.com (online), 27 January 2008. Available at Summit of the Bolivarian Alternative (ALBA) Concludes in Venezuela (Accessed 17 September 2011).

75 Romero, M. J. and Bedoya, C. A. ‘The Bank of the South: the search for an alternative to IFIs’. Bretton Wood Project (online), 26 September 2008. Available at http://www.brettonwoodsproject.org/art-562433 (Accessed 17 September 2011).

76 The Bolivarian Republic of Venezuela Permanent Mission to the United Nations [Bolivarian Republic], ‘Statement by Ambassador Jorge Valero, Vice-Minister for North America and Permanent Representative of the Bolivarian Republic of Venezuela to the United Nations, High-Level Plenary Meeting On the Millennium Development Goals’ (New York: Bolivarian Republic, 2010). Available at http://www.un.org/en/mdg/summit2010/debate/VE_en.pdf (Accessed 24 February 2011); and Weisbrot, M., Ray, R. and Sandoval, L. ‘The Chávez Administration at 10 Years: The Economy and Social Indicators (Washington, D.C.: Center for Economic and Policy Research, 2009), p. 3. Available at http://www.cepr.net/documents/publications/venezuela-2009-02.pdf (Accessed 24 February 2011).

77 Ibid.

78 ‘Now there are two “functions” in a democracy: The specialized class, the responsible men, carry out the executive function, which means they do the thinking and planning and understand the common interests. Then, there is the bewildered herd [the majority of citizens], and they have a function in democracy too. Their function in a democracy, [Walter Lippmann] said, is to be “spectators,” not participants in action. But they have more of a function than that, because it’s a democracy… once they’ve lent their weight to one or another member of the specialized class [in an election] they’re supposed to sink back and become spectators of action, but not participants. That’s in a properly functioning democracy.’ Chomsky, N. Media Control: The Spectacular Achievements of Propaganda, 2nd edn. (New York, Seven Stories Press, 2002), pp. 16-17.

79 The global Occupy Movement and the indignados of Spain are very good examples of such feeling.

Source: Interstate Journal of International Affairs, Issue 91a (February 2011)

Ancora sui Consigli Comunali: Un modello interessante ma con qualche difetto: i Consigli Comunali in Venezuela

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Alex Serafimov, Social Change in Venezuela, pubblicato il 02-03-2012 su [http://venezuelanalysis.com/analysis/6849], ultimo accesso 25-03-2012.

I commenti sono stati disattivati.