Un’altra volta suonano i tamburi di guerra nella regione mapuche del sud del Cile, più precisamente nella zona di Ercilla, dove si trova la Comunità Autonoma Temucuicui.
Adempiendo a precise istruzioni giunte dalla sede del governo di Santiago, sabato scorso un numeroso contingente di carabinieri ha fatto irruzione nella Comunità ed ha raso al suolo tutto ciò che ha incontrato sul
cammino.
Secondo le testimonianze di varie donne e giovani che sono rimasti feriti nell’incursione, gli uomini in divisa hanno indiscriminatamente sparato su tutti quelli che cercavano di muoversi o fuggire. Sono entrati in varie abitazioni lanciando candelotti lacrimogeni e di gas al peperoncino, intossicando in questo modo bambini e bambine che vi dormivano, giacché l’assalto è avvenuto alle prime ore dell’alba. Una delle case più colpite è stata quella del dirigente mapuche Mijael Carbone Queipu, ed è stato arrestato anche il leader giovanile Juan Huenchullán Cayul, che da due anni era in clandestinità, e al quale si vuole applicare la Legge Antiterrorismo, che dalla dittatura di Pinochet dilaga.
Al comando della delegazione militare c’era una vecchia conoscenza delle famiglie mapuche, per il dolore che negli ultimi anni ha loro causato. Si tratta del generale pinochettista Iván Bezmalinovic, comandante dei Carabinieri della IX Regione, e tristemente famoso per il suo comportamento autoritario ed arrogante, e che ha, inoltre, partecipato a varie azioni contro il popolo mapuche terminate con la morte di abitanti. Tra le quali, si mette sul conto di Bezmalinovich, l’assassinio a colpi di arma da fuoco a maggio del 2007 del lavoratore Rodrigo Cisterna. La stessa cosa è accaduta all’adolescente Manuel Gutiérrez che è stato colpito con la stessa arma nella zona di Villa Eyzaguirre.
In quelle occasioni, il generale – che non nasconde il suo razzismo verso i mapuche che lui chiama “pericolosi dissoluti” – ha giustificato le sue forze ed ha messo in evidenza che molti dei suoi uomini erano stati “presi a sassate da terroristi”.
Con questo Nuovo attacco alla Comunità Autonoma Temucuicui, insediata in quella che le fonti governative chiamano come “la zona rossa di Ercilla”, si è cercato di castigare la loro storica combattività. Bisogna ricordare che lì nel 2002, si ottenne uno storico trionfo: il recupero del significativo Fondo Alaska, fino allora in mano dell’impresa Forestal Mininco. Dopo una lunga lotta, caratterizzata da continue mobilitazioni e quotidiani scontri con la polizia, il governo alla fine scelse di comprare le terre e successivamente di trasferirle alla comunità.
Nonostante ora siano altri tempi, i nuovi recuperi di terre effettuati dai comuneri mapuche, che arrivano ad un totale di 1900 ettari, e che gli abitanti già stanno coltivando e facendo produrre per alimentare le proprie famiglie, hanno fatto innervosire la destra al governo.
La Comunità da tempo è nella “lista nera” ufficiale, poiché di fatto pratica l’autonomia ed oppone una seria resistenza a che il loro territorio sia soggiogato. Sono stati un sostegno nella lotta contro le multinazionali spagnole che dagli anni 80 stanno producendo vere distruzioni nell’ecosistema della zona, ed, inoltre, non si sono rassegnati a fare solo azioni di protesta nelle loro terre, ma hanno recentemente inviato in Europa uno dei loro dirigenti, Jorge Huenchullán (fratello di Juan, attualmente detenuto), che di fronte al Parlamento Europeo e all’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha esposto con crudezza la grave situazione che sta attraversando il suo popolo. A carico di Juan Huenchullán ci sono 17 differenti accuse per la lotta mapuche.
Queste denuncie sono state prese molto male nella Moneda, e questo ha fatto accelerare la decisione di lanciare – in onore del rispetto della legge che punisce il terrorismo – imponenti attacchi contro le comunità e in modo speciale a Temucuicui, dove secondo i Carabinieri si nascondevano vari “sovversivi”.
Un altro dei massimi lonko (dirigenti) della Comunità, Víctor Queipul, ha perentoriamente smentito questa accusa, ed ha spiegato che “i presunti fatti per cui ci condannano sono avvenuti in un’altra comunità”. La cosa certa è che otto abitanti affronteranno imputazioni per “incendio terrorista, danni e associazione illecita”, che potrebbe inviarli al carcere per decine di anni.
Da parte degli organismi per i diritti umani, che generalmente si occupano di questi casi, si insiste sul fatto che dietro ciascuno dei violenti attacchi o “giudizi farsa”, si trova la decisione statale di rispettare l’accordo che c’è con varie imprese multinazionali, che chiedono “l’urgente pulizia del territorio”.
L’attuale militarizzazione messa in atto del governo Piñera, l’unica cosa che sta ottenendo è che molti comuneri passino alla clandestinità per affrontare da lì ciò che per loro è una sfaccettatura della “guerra coloniale del XXI secolo”, come viene definita da un comunicato del Coordinamento Arauco-Malleco, uno dei più radicali della regione.
Se mancava qualcosa per eccitare ancor di più la rabbia mapuche, in questi stessi giorni si è venuti a conoscenza di un nuovo affronto contro i loro costumi e le loro credenze. In questo caso le vittime, due bambine che frequentano la quarta classe nell’insediamento Complejo Collipulli, di Ercilla. Una di loro è Vania Quepul Millanao, figlia del lonko Queipul. Ambedue avevano voluto assistere alla cerimonia del diploma di scuola media con i vestiti propri e tradizionali del loro popolo e glielo hanno impedito. Il fatto, come era da aspettarsi, è servito per dimostrare ancor di più, i livelli di discriminazione e razzismo che si annidano nella società cilena contro i loro popoli originari.
1 dicembre 2011
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
Carlos Aznárez, “El gobierno de Sebastián Piñera acentúa la militarización de las comunidades mapuche” traducido para Resumen Latinoamericano por S., pubblicato il 01-12-2011 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=140507&titular=el-gobierno-de-piñera-acentúa-la-militarización-de-las-comunidades-mapuche-], ultimo accesso 06-12-2011. |