Come la maggior parte del territorio messicano, la Montagna del Guerrero è una sorgente ribollente nella quale è presente la delinquenza organizzata, l’esercito, i megaprogetti minerari, le autorità statali e le polizie locali e, a fianco della resistenza, il Coordinamento Regionale delle Autorità Comunitarie-Polizia Comunitaria (CRAC-PC), della Costa e della Montagna, con i loro particolari processi interni.
Il 15 ottobre la Polizia Comunitaria ha celebrato il suo XVI anniversario nella comunità di Paraje Montero, in una atmosfera rarefatta per la presenza inaspettata di membri degli uffici statali, ed anche perché giorni prima cinque presunti narcotrafficanti erano stati catturati dalla Comunitaria. La questione è stata mantenuta in totale riserbo mentre si celebrava il festeggiamento con la convocazione dei rappresentanti indigeni di altre parti del paese, con oltre migliaia di tlapanechi, mextechi, nahua e meticci dei vicini municipi che mantengono un loro proprio sistema di sicurezza.
Il comunicato dell’inusitata cattura è stato fatto alcuni giorni dopo, in occasione dell’incursione militare che sette veicoli fecero il 25 ottobre nel territorio comunitario di San Luis Acatlán, passando per le comunità di Horcasitas, Potrerillo del Rincón, Potrerillo Coapinole, Tuxtepec, Pueblo Hidalgo e Hondura Tigre, fino ad arrivare alla comunità Buenavista, “dove chiesero come arrivare alla comunità Pajarito Grande”. Alcune ore dopo, annunciano che “hanno arrestato Agustín Barrera Cosme, consigliere della CRAC, al quale avevano detto che c’era un ordine di cattura per aver commesso mesi prima un delitto ambientale”.
Questo scenario, avverte la CRAC, “avviene in un contesto di allarme generalizzato tra le comunità che fanno parte della nostra istituzione comunitaria, giacché negli ultimi mesi, ed in particolare negli ultimi giorni, sono aumentati visibilmente gli atti di delinquenza, soprattutto quelli relativi al narcotraffico”. Il problema non è piccolo: “Sappiamo delle possibili implicazioni di questo grave caso che sta avvenendo, e chiediamo alle autorità di governo solo di rispettare i procedimenti e gli accordi affinché le istituzioni del sistema comunitario si occupino del suddetto caso. Nel senso che noi non siamo in guerra contro nessuno, e che in ogni caso diamo la priorità alla sicurezza, integrità e tranquillità delle nostre comunità, così come delle migliori condizioni per la rieducazione dei detenuti, giustamente rispettando, conformemente alle nostre possibilità, i loro diritti come persone”.
Nei giorni seguenti è stato liberato il membro della CRAC, ma l’incursione militare continua, per cui nei primi giorni di novembre si sono dovuti mettere posti di blocco della Polizia Comunitaria per una maggiore sicurezza del territorio, la mattina del 31 ottobre un altro convoglio formato da sei camion dell’Esercito, proveniente da Marquelia, è entrato nella comunità me’phaa di Potrerillo del Rincón; quello stesso giorno un altro convoglio ha percorso la strada Tlapa-Marquelia fino alla comunità me’phaa di Paraje Montero, e di notte è arrivato a Tlapa.
In un loro comunicato hanno dichiarato: “Rifiutiamo fin d’ora la presenza dei militari e dei poliziotti federali nel territorio comunitario, giacché non contribuisce alla sicurezza né alla tranquillità dei nostri paesi. Rinnoviamo la nostra disposizione al dialogo e ad un lavoro coordinato con il governo, ma rispettando le nostre istituzioni e meccanismi di prendere le decisioni. Diciamo no alla sottomissione, neppure alla subordinazione”. In successive dichiarazioni, Bruno Placido Valerio, uno dei fondatori della CRAC, ha sostenuto che “l’intenzione dei federali e dei soldati era di liberare i cinque detenuti”.
Il doppio linguaggio del governo circa la presenza della Polizia Comunitaria, organizzazione che da 16 anni mantiene la sicurezza della regione, facendo diminuire fino ad un 90 per cento la delinquenza comune, è diventato chiaro in queste settimane, dopo che sono venuti a fare la foto nel festeggiamento dell’anniversario, sono arrivate le incursioni e l’arresto del membro della CRAC.
L’altro aspetto della militarizzazione, forse il più importante, è la minaccia delle imprese minerarie che vogliono istallarsi nella Montagna del Guerrero e che sono state denunciate dalla Comunitaria come un pericolo ancor più grande della delinquenza organizzata. Lo spiegamento militare, avverte la CRAC, sconvolge “la tranquillità e la routine quotidiana delle nostre comunità” e sono una “provocazione contro la decisione presa dalle comunità della nostra organizzazione di far valere i propri diritti collettivi ed individuali, rifiutando l’introduzione delle imprese minerarie e impartendo la giustizia verso coloro che commettono delitti nel territorio”.
La Polizia Comunitaria è presente in 70 comunità di 12 municipi della Montagna e della Costa Chica, regioni in cui è portata avanti una campagna in difesa del territorio contro lo sfruttamento minerario, concretamente contro le imprese Hochschild e Camsim. Il 14 ottobre, come parte del XVI anniversario, è stato fatto, tra le altre cose, un tavolo di lavoro in cui si è parlato dell’impatto di questi megaprogetti sull’ambiente, la salute, la sicurezza e la sovranità nazionale, la sicurezza alimentare e l’identità dei popoli, “negli ultimi 25 anni i successivi governi della Repubblica hanno dato in concessione ad imprese minerarie, nazionali e straniere, circa il 30 per cento del territorio nazionale”.
Nell’anniversario della CRAC, al’inaugurazione dell’evento, era prevista anche la riunione del Congresso Nazionale Indigeno, incontro che non si è potuto fare per “l’intrusione di funzionari del governo statale del Guerrero”. Nonostante ciò, il CNI ha partecipato al tavolo di lavoro, ed ha salutato “lo sforzo organizzativo delle comunità e delle organizzazioni che sono riuscite a creare ed a rafforzare la Polizia Comunitaria e la CRAC ed i suoi 16 anni di lotta e resistenza”, ed ha annunciato l’organizzazione di un seminario nazionale di dialogo e riflessione sugli impatti delle imprese multinazionali nelle regioni indigene del Messico, nei giorni 26 e 27 novembre, nella comunità di San Mateo del Mar, Oaxaca.
14-11-2011
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
Gloria Muñoz Ramírez, “La Comunitaria de Guerrero prueba que la policía puede ser un bien del pueblo” traducido para La Jornada por S., pubblicato il 14-11-2011 su [http://www.jornada.unam.mx/2011/11/12/oja-guerrero.html], ultimo accesso 14-11-2011. |