Più di un centinaio di arresti per la repressione degli studenti in Cile


Almeno 110 detenuti e 27 feriti mercoledì è stato il saldo della repressione della polizia militare contro gli studenti cileni che erano al secondo giorno di sciopero nazionale di protesta per una educazione gratuita e di qualità. Il Governo del paese sudamericano ha giustificato l’azione ed ha comunicato che l’eccessiva violenza è stata “necessaria” per riportare “l’ordine”.

Il sottosegretario degli Interni, Rodrigo Ubilla, in una conferenza stampa fatta a Santiago (capitale) ha riferito che il bilancio della giornata era “positivo” poiché “sono stati 110 gli arrestati tra duemila presunti studenti” che sono stati trattenuti dai Carabinieri.

Con queste cifre, arrivano a 373 le persone arrestate da martedì e, anche se – secondo le autorità – la maggioranza di loro è già stata liberata, un gruppo sarà processato per aver probabilmente “attaccato” gli uomini in uniforme.

Ubilla ha aggiunto che una ventina di poliziotti sono rimasti feriti, ma ha sottolineato che non conosceva le cifre dei civili contusi.

Nel frattempo, gli organizzatori delle manifestazioni, che hanno calcolato la partecipazione alle marce in circa 200 mila persone, hanno giudicato la protesta come meravigliosa ed hanno criticato che la Polizia non possa arrestare coloro che provocano disordini nei cortei.

Camila Vallejo, una delle principali dirigenti degli studenti, ha detto che “non può essere che la Polizia non abbia la capacità operativa e logistica per isolare quei manifestanti o per arrestarli”.

La leader studentesca, presidente della Federazione degli Studenti dell’Università del Cile (Fech) ha anche condannato gli atti di violenza provocati dagli incappucciati ed ha accusato i Carabinieri di provocarli.

“I fatti di violenza sono condannati dalla Confech (Confederazione degli Studenti del Cile), ma bisogna chiarire che la violenza proviene anche da parte dei Carabinieri. Non è per la natura né per la forma della mobilitazione che si genera la violenza, ma per il modo di agire dei Carabinieri”, ha dichiarato la studentessa.

A sua volta, il presidente della Federazione Mapuche, José Ancalao, ha dichiarato che l’Esecutivo è il responsabile del mantenimento dell’ordine. “Quando questo non è all’altezza, è carente. Non si può governare con la Legge per la Sicurezza dello Stato”, ha argomentato.

Prima della conferenza stampa, i dirigenti degli studenti sono andati al palazzo comunale per sollecitare spiegazioni riguardo al modo di agire dei Carabinieri poiché, come hanno precisato, carri con gli idranti hanno operato di fronte al palco dove si stava svolgendo l’atto principale alla conclusione del corteo studentesco.

Gli studenti, appoggiati da più dell’ 88 per cento della popolazione, secondo una ultima inchiesta cittadina, chiedono la fine di un sistema educativo ereditato dalla dittatura militare di Augusto Pinochet (1973-1990), considerato uno dei più diseguali ed escludenti a livello mondiale.

20-10 2011

da TeleSUR- La Tercera- Efe- Afp/

 

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
“Más de un centenar de detenidos dejó represión a estudiantes en Chile” traducido para Resumen Latinoamericano por S., ultimo accesso 20-10-2011.

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