Manifestazioni contro le dighe Enel nella Patagonia cilena: 55 arresti a Coyhaique


Venerdì si sono tenute manifestazioni in tutto il Cile in opposizione al progetto di costruzione di 5 dighe nel sud del Paese ad opera di Endesa (controllata dall’Enel) che serviranno a portare elettricità nelle miniere del nord, quella di Coyhaique è stata duramente repressa.

Era la quinta giornata consecutiva di protesta nella maggiore città della regione di Aysén (dove dovrebbero sorgere le 5 dighe targate Enel, vedi trasmissione di lunedì scorso) dopo che lunedì scorso è stato approvato lo studio di impatto ambientale del progetto che prevede la distruzione o l’allagamento di 5.900 ettari per la costruzione di 5 dighe sui fiumi Baker e Pascua e la costruzione di una linea di trasmissione per 2.300 km con 6.000 torri elettriche alte 70 metri per portare l’energia necessaria alle imprese minerarie nel nord del Paese.

Alcuni vetri rotti degli uffici di HidroAysén, la società creata da Endesa e Colbun (impresa cilena di energia) per condurre il progetto, hanno scatenato la repressione della polizia che ha sparato lacrimogeni e attaccato i manifestanti arrestandone 55

Sabato anche a Roma si è tenuto un presidio di protesta in Piazza S.Marco al quale hanno partecipato una cinquantina di persone.

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