“Falso positivo” è una assurda espressione che hanno inventato i militari colombiani e che i mezzi di comunicazione hanno reso popolare. Viene inteso come un compito militare eseguito sotto copertura, proprio della guerra sporca, con la pretesa di legalizzare azioni delittuose e criminali commesse dalla forza pubblica, o come una montatura che viene fatta per gonfiare menzogneramente le cifre delle vittorie dello stato.
Durante la storia repubblicana, lo Stato colombiano ha sempre realizzato i falsi positivi. Ma è Uribe Vélez, colui che ha fatto di tutto il suo governo un falso positivo e questa è l’eredità che il presidente Santos continua.
Falsi guerriglieri
Mentre Juan Manuel Santos era ministro della difesa, Uribe promulga la Direttiva Presidenziale N° 029 con la quale si stabilisce di pagare ricompense monetarie e permessi ai militari che presentino cadaveri di sovversivi e di stimolare il “coraggio” delle forze statali, grazie alla liquidità finanziaria che dava il Plan Colombia.
Però data l’incapacità o la difficoltà di abbattere un combattente armato, la truppa preferisce catturare la popolazione, assassinandola a sangue freddo e presentandola come guerriglieri morti in combattimento e così riscuotere le ricompense.
Molte volte, le future vittime erano reclutate nelle città con l’offerta di lavoro nelle regioni e di questo compito si incaricavano i paramilitari, che riscuotevano una percentuale della ricompensa. Altre volte, gli esecutori arrestavano gli abitanti e simulavano un combattimento.
Questi crimini di Stato, sono i cosiddetti falsi positivi, che alcune ONG chiamano con l’eufemismo di “esecuzioni extragiudiziarie”, come se in Colombia fossero legali le esecuzioni giudiziarie.
Ci sono circa 6.000 di questi omicidi statali denunciati, ma nemmeno la metà hanno potuto essere portati in processo con i possibili responsabili.
I pochi giudizi che si sono potuti portare avanti, li fa la “giustizia penale militare” e i responsabili finiscono assolti dai loro stessi camerati.
False smobilitazioni
Il paramilitarismo è un altro falso positivo. Lo stato recluta le bande di sicari della delinquenza, principalmente del narcotraffico e li converte in battaglioni irregolari per portare avanti la guerra antisovversiva, avendo come obiettivo principale la popolazione civile che ipoteticamente appoggia la guerriglia.
Uribe non ha inventato i paramilitari, ma ha il merito di averli legalizzati, inizialmente nelle “cooperative di sicurezza”, dopo gli da una copertura nazionale e li unifica nelle AUC, moltiplicando il genocidio in Colombia.
Uribe giunge alla presidenza, sopra i narcodollari e le motoseghe dei suoi 8.000 paramilitari. Questa è la forza elettorale che permette la rielezione, il controllo del Congresso, la maggioranza delle amministrazioni pubbliche dipartimentali e municipali. Durante i suoi due governi “smobilita” 35.000 paracos e quando se ne va ne lascia attivi circa 10.000.
Ora torna ad essere notizia il fatto che queste “smobilitazioni” sono state un altro falso positivo, per le denunce di Freddy Rendón Herrera, alias “el Alemán”, che dice che gli 868 paracos e le 497 armi del Bloque Cacique Nutibara sono stati ottenuti giorni prima dello spettacolo pubblicitario e che il governo pagava 480.000 pesos mensili a ciascun smobilitato.
Queste denunce già le avevano fatte altri capi del narcoparamilitarismo come Ernesto Báez, Don Berna y Mancuso, quando il Commissario per la Pace, Luís Carlos Restrepo, era il principale attore di questi montaggi pubblicitari.
14 marzo 2011
Revista Insurreccion
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
“Falsos positivos”, traducido para Revista Insurreccion por S., pubblicato il 14-03-2011, ultimo accesso 24-03-2011. |