Guerra di classe in Wisconsin


Jeffrey Sommers   

Dopo 30 anni di peggioramenti economici, i lavoratori degli USA riconoscono il fallimento di queste politiche, e si stanno difendendo.

Presentiamo il governatore Scott Walker. Ad un mese dall’aver assunto la carica già era disposto ad insediarsi come il nuovo sceriffo della città, ripetendo nello Stato del Wisconsin, le formule della presidenza di Ronald Reagan. Seguendo il copione alla lettera, Scott Walker ha emulato Reagan nel suo primo attacco, scontrandosi con i lavoratori. Però il più alto momento di Walker (nel rompere la resistenza del sindacato dei controllori di volo) ha dimostrato che era stato un eccesso. Walker, che si presenta come un personaggio tratto da un cast di Frank Capra, è incappato sul fatto che attualmente le ricette di Reagan producono risultati differenti. Dopo 30 anni di declino economico, i lavoratori degli Stati Uniti riconoscono il fallimento di queste politiche, e si stanno difendendo.

Tutti abbiamo visto le cifre. Mentre negli ultimi tre decenni l’economia statunitense è cresciuta, la mano d’opera è stata colpita al mento. Allo stesso tempo, gli amministratori delle imprese e quelli dei settori FIRE hanno visto crescere le proprie entrate moltiplicate, spesso sussidiati dai contribuenti, anche quando le loro azioni irresponsabili hanno lasciato sul loro passaggio il caos economico. Per tutto il tempo, i lavoratori sono stati rimproverati per il fatto che sono i responsabili della crisi economica del paese e che i ricchi debbono continuare ad afferrare sempre più rendite affinché l’economia prosperi. Anche se a quelli non piace, dicono ai lavoratori, invocando Margaret Thatcher, “non ci sono alternative”.

La settimana passata, nonostante ciò, i lavoratori pubblici hanno sorpreso tutti, anche se stessi ed i propri dirigenti sindacali prendendo con queste manifestazioni l’iniziativa ed obbligando la dirigenza del sindacato dei maestri a seguirli. Martedì scorso, i maestri della capitale hanno annunciato la loro intenzione di scendere in strada e di portare con sé i loro studenti. A Milwaukee, la città più grande del Wisconsin, i professori hanno sfidato i monit degli amministratori delle scuole e dei propri sindacati a rimanere al lavoro. Mercoledì passato hanno manifestato a Madison, in una tale quantità che la loro dirigenza sindacale si è vista obbligata ad unirsi a loro. Così, 35 distretti scolastici hanno dovuto chiudere, mano a mano che migliaia di maestri e di altri lavoratori del settore pubblico marciavano verso il centro della città.

Francamente, la maggioranza delle proteste dell’ultimo decennio, anche se ben organizzate da persone bene intenzionate, sono state molto noiose. Siamo usciti in strada per buone cause, però preferendo stare in un altro posto, ed abbiamo messo in dubbio l’efficacia di tutta questa attività, generalmente in segreto, però a volte apertamente. Questa volta è differente. Nell’ultimo decennio per i veterani delle proteste, questa volta c’era un atmosfera totalmente differente. La scena allo stesso tempo è stata creativa, di buon umore, allegra e pacifica, ma anche arrabbiata. Questo movimento non ha avuto portavoci: la gente si è organizzata, ha preso decisioni sul posto, ed ha attuato conseguentemente, e le sue azioni ed le sue motivazioni hanno dato un risultato, se vediamo gli avvenimenti successivi.

La portata del movimento è ampia. Agli studenti e professori e agli altri impiegati pubblici si sono uniti i pompieri ed i poliziotti, i cui diritti di contrattazione collettiva non sono immediatamente minacciati e che, pertanto, sono stati presenti per dimostrare una forte solidarietà. Insieme, hanno fatto una nuova alleanza ed hanno messo da parte una storia di antagonismo che data dagli anni ’60. In questo nuovo mondo, i poliziotti offrono cibo e caffé ai manifestanti studenteschi seduti per terra nella rotonda del Campidoglio. I pompieri, che arrivano vestiti con le loro divise annerite dal fumo o con le gonne scozzesi, suonano le loro zampogne in appoggio dei loro fratelli impiegati pubblici e scolastici. Avvolgersi nella bandiera – chi può farlo senza sentirsi cinico o stupido? – i pompieri hanno restituito questo poderoso simbolo alla classe operaia organizzata.

Già sabato, il numero dei manifestanti era aumentato a più di 60.000, mentre gli aderenti al Tea Party del governatore sono riusciti a riunirne qualche migliaia. Questo nonostante l’appoggio di finanzieri multimilionari come i fratelli Koch che hanno creato colossali pagine web, come “Stand for Walker”, chiedendo fervidamente agli abitanti del Wisconsin di scendere in strada per appoggiare il governatore.

Però, nonostante tutta questa buona energia e la riuscita ottenuta, non tutto va bene. I lavoratori sono seriamente divisi. La destra politica ha fatto grandi investimenti per mettere gli impiegati del settore privato contro le loro controparti del settore pubblico. E ci sono riusciti. Dopo tre decenni di guerra contro i sindacati del settore privato, solo il 7% dei lavoratori non pubblici sono protetti. Come c’era da attendersi, questo si è tradotto in una quasi completa erosione dei programmi sanitari e dei piani pensione di cui una volta avevano goduto.

E come risultato, i lavoratori del settore privato statunitense si sono visti obbligati ad accettare orari di lavoro di stile giapponese. I loro programmi sanitari gli offrono assistenza di qualità inferiore, spesso dovendo girovagare attraverso soporifere burocrazie, solo per sentirsi dire che la “copertura è negata”. I loro datori di lavoro non pagano più le pensioni. Al momento della pensione la maggioranza sta per proprio conto. O, se hanno fortuna, possono avere un datore generoso che apporta la metà per un piano 401k [sistema di risparmio per la pensione. n.d.r.] che sostenta solamente gli operatori di Wall Street, mentre mai ottiene un rendimento sufficente a finanziare la propria pensione.

Riassumendo, è un’altra volta tempo di caccia. Brevemente, nel 2008 questa frustrazione si diresse contro i repubblicani. Nonostante ciò i democratici non procurarono alcun beneficio ai lavoratori da quando assunsero il potere e, ora, la destra ha saputo sviare l’ira della classe lavoratrice, da Wall Street verso i professori e gli impiegati pubblici. La tattica, abilmente realizzata, ha portato i lavoratori del settore privato privi di benefici ad incolpare di essere la causa delle loro ristrettezze tutti coloro che hanno privilegi. Invece di vedere la convenienza che offre il sindacato, i lavoratori del settore privato hanno creduto che questi benefici, in qualche modo, sono stati ottenuti a loro spese – nello stesso tempo in cui non considerano l’ingrassamento che continua senza mai diminuire a Wall Street.

La nuova guerra di classe, come di fatto è percepito questo conflitto, non è tra i lavoratori ed il capitale, ma tra i lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato, questi ultimi aizzati dai multimilionari di destra come i fratelli Koch. Uno può anche immaginarsi il signor Burns, dei Simpsons, che trama qualcosa così, nella sua caricaturale immagine del capitale, ma questo è la vita reale, e pochi sembrano riconoscere l’ironia.

La festività di lunedì è stata forse l’ultima delle grandi proteste di questa settimana, giacché, quando vengono convocate decine di migliaia di persone, non sono sostenibili. I lavoratori pubblici sono sotto la pressione dei loro datori di lavoro e dei sindacati dei maestri, affinché ritornino a lavorare. Se il Governatore Walker si rifiuta di venire a patti, l’unica arma che rimane nell’arsenale dei lavoratori è uno sciopero generale e non si sa se ci sia sufficiente decisione nel metterne uno in marcia.  Questo movimento è iniziato a causa delle iniziative di Scott Walker e probabilmente terminerà per quelle. Il passo successivo verso uno sciopero generale dipenderà nei prossimi giorni dalle sue decisioni e se cercherà un compromesso o di infiammare ancor più i lavoratori,  attaccando i loro diritto democratico ad organizzarsi.

Walker, figlio di un predicatore, è sempre stato cieco alle mezze misure. Le sue azioni passate suggeriscono un cammino integralista in avanti.

1/3/2011

La Haine

* Jeffrey Sommers è codirettore del Baltic Research Group nell’ISLET e professore visitante nella Stockhol School of Economics de Riga.

Counterpunch.org, 23 febbraio 2011. Traduzione per sinpermiso.info: Antonio Zighelboim

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Jeffrey Sommers, “Guerra de clases en Wisconsin” traducido para La Haine por S., pubblicato il 01-03-2011 su [http://www.lahaine.org/index.php?p=51671], ultimo accesso 02-03-2011.

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