“Resumen Latinoamericano” ha intervistato le FAR-EPT del Perù
“Il nostro internazionalismo si basa, si fonda sul Socialismo”
Rivendichiamo il marxismo-leninismo, la lotta contro l’imperialismo yankee e la via della lotta armata, in Perù si è di nuovo insediata una esperienza legata al Movimento Rivoluzionario Túpac Amaru, che fu diretto dal Comandante Cerpa Cartolini fino alla sua caduta in combattimento durante l’occupazione dell’Ambasciata del Giappone a Lima. Si tratta delle Forze Armate Rivoluzionarie – Esercito Popolare Tupacamaro (FAR-EPT), che da un po’ di tempo operano clandestinamente in questo paese. “Resumen Latinoamericano” ha ottenuto una intervista con il Comandante Camilo Reyes, del Segretariato dello Stato Maggiore, Comando Generale dell’organizzazione guerrigliera, e con il Comandante Antonio Meza, Responsabile Internazionale del FAR-EPT. Ambedue hanno risposto ad un ampio questionario che cerca di trovare informazioni su questa esperienza ribelle.
1. Cosa sono le FAR-EPT e quando e perché sorgono? Sono eredi dell’esperienza del MRTA o una appendice dello stesso?
Rpta. Le Forze Armate Rivoluzionarie – Esercito Popolare Tupacamaro (FAR – EPT), sono la riserva rivoluzionaria del popolo, il suo esercito in costruzione che cerca di costituirsi come lo strumento del cambiamento e della trasformazione strutturale, formatosi sulle basi ideologiche del Marxismo-Leninismo, aspiriamo al Socialismo come ideale di società a cui vogliamo giungere, sviluppando strategie di Guerra Rivoluzionaria di Popolo (GRP).
Per le attuali caratteristiche del capitalismo nella sua proiezione imperiale, sotto strutture neocoloniali, il nostro paese, il Latinoamerica si è costituito in un contesto di fornitore di materie prime, di mano d’opera a buon mercato, che lo fa diventare un territorio di dispute inter-imperiali, le cui multinazionali depredano, sfruttano e saccheggiano le nostre ricchezze. La penetrazione del capitale, la sua dominazione neocoloniale si esprimono con livelli allarmanti di povertà, sottosviluppo e arretratezza; diciamo allora che sotto questo sistema inumano, predatore, la vita non sarà possibile, che è necessario riprendere il cammino dell’utopia, del desiderio permanente dei poveri e dei depredati di arrivare dal regno della necessità al regno della felicità.
Siamo un Partito Combattente di nuovo tipo, diventato per questioni di necessità storica le FAR-EPT, come espressione dialettica delle lotte del nostro popolo siamo la risultante qualitativa che si coagula, che si rinforza nel setaccio della storia, formandosi in una parte di questa vigorosa corrente della RESISTENZA RIVOLUZIONARIA che combatte, con ostinazione rivoluzionaria avanza in seno al popolo, si organizza nelle montagne e si unisce ai rivoluzionari latinoamericani dietro la giustizia sociale per il Continente.
Perché il nemico di classe, ha sempre risposto con le pallottole, la persecuzione, il carcere, perché loro, nell’ottica del loro “pensiero unico” non lasceranno il potere, per niente apriranno spazi di partecipazione e di decisione al popolo, come si vede oggi quando il Cogresso peruviano, approva leggi tipiche di uno Stato del Terrore; quando verifichiamo che non c’è diritto per il vinto, salvo umiliazioni, capiamo che l’unico linguaggio che la destra reazionaria venditrice della patria comprenderà in Perù, è il linguaggio delle armi rivoluzionarie, allora, nuovamente come ieri, lo scontro con i potenti, avrà nella critica delle armi la parola finale, l’uso della violenza rivoluzionaria sarà l’antitesi della violenza reazionaria, criminale, assassina che diffonde questo ingiusto sistema di oppressione e sfruttamento.
Ci ribelliamo, che sarebbe una espressione concreta giacché racchiude una realtà concreta, in un contesto dove il nemico di classe pretende di introdurre nel popolo, nelle sue organizzazioni, la logica della sua “democrazia”, del “suo modello perverso di alienazione”, di “individualismo”, pretende, lo ripetiamo, di mantenere dentro la sua strategia di manipolazione un clima ostile, di corruzione di tutta l’alternativa popolare, rivoluzionaria e trasformatrice; allora, quando gettiamo lo sguardo indietro, troviamo che la realtà della grande maggioranza nazionale non è cambiata, che esiste una spaccatura sempre più grande tra ricchi e poveri; la sconfitta delle alternative rivoluzionarie che insorsero nel decennio degli anni 80 non significò un miglioramento della qualità della vita, non significò la difesa delle nostre risorse naturali e della biodiversità, ma al contrario, lo Stato ebbe la necessità di abbatterle per poter approfondire il sistema capitalista nella sua versione neoliberale di mercato che ci offre la miseria e la pace dei cimiteri come futuro. Allora con uno sguardo critico verso la realtà peruviana e Latinoamericana, della storia stessa dei nostri popoli, delle loro speranze, ideali e sogni, delle loro lotte per un domani ed un futuro migliori, vediamo che queste sono state e sono contrastate con carcere, esilio, repressione e morte, le pallottole costituiscono il linguaggio permanente delle classi dominanti, dei potenti, di fronte alle giuste proteste e alle storiche rivendicazioni.
Noi, Forze Armate Rivoluzionarie – Esercito Popolare Tupacamaro (FAR-EPT) proveniamo dall’esperienza rivoluzionaria della lotta politico-militare sviluppata dal MRTA, partecipi del nostro tempo, noi siamo i continuatori dell’eroica lotta e resistenza del nostro popolo. Il nostro Vilcabamba è, sarà il Perù perché in questo, in tutto il territorio con l’appoggio, la partecipazione della grande maggioranza nazionale impoverita, otterremo la Seconda e definitiva indipendenza. Allora, solo allora, la Patria Grande sarà il paradiso.
2. Quali sono il vostro immaginario politico e le vostre decisioni strategiche?
Rpta. Accettiamo il Marxismo-Leninismo come guida per l’azione, dalle nostre origini, dalla nostra tradizione di lotta noi ci nutriamo della storia di lotta e resistenza del nostro popolo, dell’immaginario libertario di Túpac Amaru II, che mostra i cammini per il riscatto della nostra identità, mostra il suo senso storico della libertà, della giustizia sociale, si trasforma allora nel nostro orientamento strategico, per la liberazione del Perù e dell’America Latina.
Il Tupacamarismo si alimenta, si rafforza, cresce, con tutte le forme di lotta e resistenza che vengono adottate nelle strade, sui monti, nelle città della nostra America, si alza come una voce contestatrice del Nuovo Ordine Sociale nelle mobilitazioni anticapitaliste e antimperialiste.
Il nostro progetto politico pone all’ordine del giorno l’immaginario tupacamaro che fu capace di anticipare la Rivoluzione Francese decretando la libertà degli schiavi e dei negri, saldo nel proporre la costruzione di un nuovo tipo di società, differente da quella coloniale, includente e libertaria, piena di contenuti nazionali quando si incamminò alla ricerca della nostra identità nazionale e continentale. Diciamo che nei nostri aneliti di libertà, giustizia sociale, democrazia, difesa delle nostre risorse naturali, nella nostra lotta per la costruzione dell’uomo nuovo, è presente Tupac Amaru II, come Rivoluzionario d’America, dove c’è molto da percorrere e da apprendere.
Dato che il neocolonialismo è una delle caratteristiche della dominazione capitalista consideriamo che la nostra strategia rivoluzionaria è politico-militare di Guerra Rivoluzianaria di Popolo.
3. Dove sviluppate la vostra azione?
Rpta. Il nostro agire politico-militare, si sviluppa principalmente in Perù. Considerando che il Perù e il Latinoamerica costituiscono un territorio di scontro nella lotta di liberazione, il nostro agire nel suo zenit politico ha un orientamento continentale ed è presente in ogni quartiere, scuola, università e organizzazione sociale della nostra patria.
Considerazioni di carattere strategico obbligano a costruire sul campo la Forza Militare attraverso cui fare pedagogia rivoluzionaria.
4. Come vi ponete di fronte all’attuale situazione politica del Perù? Lavorate solo sul fronte armato o avete anche un’attività nel movimento popolare (operaio, contadino, studentesco, ecc.)?
Rpta. Di fronte all’attuale situazione politica del Perù, noi costituiamo una vera alternativa di trasformazione, di cambio radicale, ci opponiamo a tutta l’attività anticoloniale e antipatriottica della borghesia e dell’oligarchia peruviana.
Scegliamo il cammino più duro, doloroso perché vogliamo mettere fine alla guerra, alla miseria ed allo sfruttamento, mettere fine a tutte queste vestigia di prostituzione politica, poiché sono diventate l’arma ideale e necessaria degli sfruttatori.
Siamo impegnati ad ottenere che i nostri popoli non continuino più ad essere una colonia di nessuna potenza straniera, che i nostri popoli decidano sul cammino per la libertà e siano la fucina del proprio destino. Costruire con tutti, a partire da tutti, un Grande Fronte di Unità che promuova il diritto alla vita, il rispetto illimitato della nostra sovranità, la difesa dell’ecosistema, che lotti per e si proponga di raggiungere una società dove regni la felicità, e l’obiettivo sia l’uomo.
Una organizzazione rivoluzionaria come la nostra non può camminare, né proporre, unilateralmente la propria politica, le FAR-EPT si costruiscono in maniera equilibrata con il Movimento Popolare, e i metodi di realizzazione del potere popolare si trovano nella nostra linea di massa.
Allora, lavoriamo per l’integrale costruzione del campo della rivoluzione, avendo nel movimento popolare la nostra fonte di vita e di sviluppo è necessario ricordare l’esatto giudizio del Comandante “Marcial” che sarebbe morto assassinato in Salvador, quando diceva che: “Le nostre montagne sono le masse”.
5. Che pensate della strategia elettorale in Perù? Ci sono condizioni per la stessa?
Rpta. Evidentemente le elezioni in un sistema come quello capitalista non smettono di essere un meccanismo di offuscamento, una potente arma di manovra che gli strateghi della democrazia borghese perfezionano continuamente per prolungare la loro dominazione, la vecchia democrazia greca la utilizzò per dare legalità al governo “degli uguali” ossia legalizzare l’elezione antipopolare di potenti famiglie diventate una elite per volontà delle armi e il cretinismo statale, oggigiorno questo meccanismo adeguato a suo tempo dai pensatori della prima rivoluzione borghese, costituisce l’arma sicura ed infallibile di una borghesia parassitaria per nominare i propri rappresentanti, allora il meccanismo elettorale è valido per coloro che detengono il potere, accresce il loro dominio, per generare sullo scacchiere politico un ricambio delle sue pedine e per mentire al popolo.
Per i compagni con i quali ieri dividemmo sogni, speranze, che stanno adottando una supposta strategia incentrata sul parlamentarismo, l’elettoralismo come linea politica per l’accumulazione delle forze sposta l’obbiettivo strategico della presa del potere e della costruzione del Socialismo, allontanata da ogni proposta di cambiamento strutturale, segnaliamo che li trasforma nell’ultima ruota del carro della borghesia, nei promotori di una strategia di disarmo. Possiamo dire che con la proposta di “Víctor Polay, Presidente”, lanciata nell’anno 2005 da un “circolo letterario” come tentativo di prova, fu evidente che nel cuore della Direzione Storica era convissuta, alimentata da un falso rivoluzionarismo, la linea revisionista dentro il MRTA, madre di una cricca che portò il Comandante “Evaristo” alla morte, furono loro che trasformarono una grandiosa azione politico-militare come fu la Presa dell’Ambasciata giapponese in una azione da manifesto guerriero che portò il MRTA ad un punto di non ritorno.
Oggigiorno, con la rigida adozione dell’elettoralismo “figlia della disperazione” si mette in cammino l’antistoria, per chiedere clemenza ai “vincitori”, per camminare con loro, accettando che la “guerra” è finita, che “la democrazia”, questa che conosciamo, è la migliore, passando così a far parte dei mercenari, in sintesi, la dignità umiliata trasformata in carne da cannone va combattendo la proposta rivoluzionaria, in cambio di … briciole!
Non esistono le condizioni, esiste un individuale-volontarismo per risolvere l’esistenza, ciò che è a breve termine e questo è utilizzato dal nemico di classe, come una nuova forma di resa. Guai ai vinti! Come ci addolora la tua morte, compagno Cerpa!
6. Negli ultimi anni ci sono state importanti sollevazioni contadine (come per esempio quella di Bagua) e sono state violentemente represse. Di fronte a future contingenze di questo tipo, come organizzazione, che state progettando?
Rpta. Chiaramente, ciò è ormai ricorrente in una società classista come la nostra, ogni forma di protesta, ogni voce di mobilitazione e di protesta che venga dal popolo ha ottenuto come risposta repressione e morte, in quasi 200 anni di vita repubblicana, di “indipendenza” come piace dire a coloro che mai hanno lottato e nulla hanno fatto per questo popolo, le espressioni “ordine”, “sviluppo”, “benessere sociale”, “libertà” e “democrazia” hanno avuto nei cannoni la conferma dell’ordine e del mantenimento dello statu quo.
Per lo Stato Peruviano che sempre ha riempito la sua storia di pagine di discriminazione dei popoli indigeni cancellando con il gomito quello che dichiara ed approva nelle organizzazioni, nei convegni internazionali, la protesta degli indigeni riuniti nell’AIDESEP (Associazione Interetnica di Sviluppo dell’Amazzonia Peruviana) ha rappresentato una espressione che non poteva essere seguita né ascoltata giacché metteva a rischio “l’efficienza servile” di Alan García di fronte ai suoi padroni delle multinazionali, giacché rovinava i piani di privatizzazione dell’Amazzonia, l’affare “concluso” del controllo dell’ossigeno sarebbe stato rinviato.
La rivoluzione è un compito di tutti, perché in essa si decide il nostro futuro come popolo, come società, per rispondere in futuro a questo tipo di situazioni, le FAR-EPT sono del tutto convinte che una risposta organizzata vale più di mille comunicati di solidarietà, più che sostegno delle armi guerrigliere, la nostra migliore trincea, la nostra garanzia di trionfo è il popolo organizzato, armato, mobilitato, il combattente silenzioso, il reparto di riserva, con loro e solo con loro avanzeremo; integrare gli ambiti di lotta rivoluzionaria con l’educazione, con la linea politica verso tutti i settori colpiti, sfruttati, aggrediti dall’imperialismo e dai suoi prestanome nazionali e locali, è il nostro compito, apprendere da loro è la nostra consegna.
La nostra politica non pretende di attuare sulla base delle congiunture, ma noi progettiamo di includere i popoli indigeni nel progetto rivoluzionario attraverso la formazione di nazioni con capacità di decisione politica, di difesa della terra e del territorio, delle risorse naturali, come parte di un compito rinviato, incompiuto nella formazione della nazione, che parta dal riconoscimento della sua sovranità.
Allora è necessario ricordare, che a partire dalla globalizzazione imperialista, alla secolare prostrazione di questi popoli si aggiunge in modo sistematico l’etnocidio che si manifesta in un processo di transculturalizzazione forzata con la conseguente sottomissione della loro cultura, con la perdita di identità, di usanze, di costumi e diritti collettivi essendo sottomessi ad un modello politico-economico estraneo alla loro realtà. Noi proponiamo di risalire questa barriera perché come marxisti comprendiamo che la questione nazionale è legata alla prospettiva rivoluzionaria, analizzandola dall’aspetto della coesione dei popoli che cercano la propria liberazione, la quale a grandi linee comprende: il diritto all’autodeterminazione, la liquidazione delle classi sfruttatrici e la creazione delle basi politiche, sociali, economiche, ideologiche e teoriche dello sviluppo socialista delle nazioni, l’abolizione delle disuguaglianze economiche e l’avvicinamento in tutti i campi fino a giungere all’unione completa.
7. A seguito del tentativo di golpe in Ecuador, il presidente Alan García lo ha condannato ed ha partecipato attivamente alle riunioni dell’UNASUR. Come si possono interpretare questi segni di politica estera rispetto all’attuale sviluppo della sua politica interna?
Rpta. Riguardo al tentativo di golpe in Ecuador, fu un calcolo sbagliato degli strateghi del Comando Sud e del Dipartimento di Stato Nordamericano di cercare di abbattere il Presidente Correa, ma esperti come sono non potevano sbagliarsi due volte sullo stesso tema, immediatamente suggerirono la carta “democratica” ai propri portavoce Alan García ed il Presidente Santos della Colombia che costituiscono la base dell’avanzata controrivoluzionaria.
Evidentemente l’Ecuador non è l’Honduras, né Correa è Zelaya, García, l’applauditore dei golpe e del gorillismo, ha dovuto tacere ciò che in Honduras applaudì, doveva mostrare un profilo di “difensore del voto cittadino” trattenendo la propria rabbia per l’approfondimento di processi che lui chiama “antiquati” o di “ingerenza chavista”; la “diplomazia” è la sua doppia morale e cinismo, questo non pregiudica la politica estera peruviana, come parte fondamentale di una Politica di Stato ultra reazionaria, imposta dallo stesso Dipartimento di Stato, la nuova strategia di posizionamento regionale yankee, comporta la penetrazione nei blocchi regionali per disarmare da lì i piani di integrazione e di alternativa popolare, generare una correlazione di forze favorevoli alla destrutturazione del Progetto della Grande Patria, la sua presenza nell’UNASUR è come la lebbra è sulla pelle.
Essere membro dell’UNASUR, comporta certe questioni di indole regionale, anche se quelle non scappano di mano all’ “Aprismo” e ad Alan García, agire per obbligo non è lo stesso che agire per volontà e convinzione, e come vediamo questo non pregiudica la sua politica interna.
8. Che pensate del Partito Nazionalista del Perù e del suo leader Ollanta Humala?
Rpta. Fin dai nostri primi passi nella costruzione delle FAR-EPT, nel 2006, abbiamo avuto una posizione chiara su Ollanta Humala come candidato presidenziale, che abbiamo qualificato come un “castrato” al servizio dei potenti, non è stato un fatto fortuito, né di tragedia storica, il suo passaggio dalla Base Controinsurrezionale di Madre Mía, il suo ruolo nella repressione, assassinando e torturando non faceva differenze tra i nemici.
In questo senso, confermiamo che la costituzione del Partito Nazionalista Peruviano non era altro che la risposta di un nazionalismo borghese alla sconfitta delle organizzazioni rivoluzionarie e al vuoto di proposte politiche frutto della disarticolazione dei “partiti tradizionali” ad opera del fujimontesinismo, il “pseudo-nazionalismo antiquato” è mancato di una propria piattaforma, per la sua predica elettorale ha ripreso alcuni elementi della tesi ideologica del MRTA, il nazionalismo, il patriottismo ed il continentalismo sono stati parte di questa proposta. Ollanta Humala, frutto della destrutturazione organica del settore popolare, ha saputo capitalizzare una leadership che non meritava, approfittando dello scontento delle masse nei confronti dei dirigenti e dei partiti tradizionali di destra e/o di sinistra.
Evidentemente la votazione elettorale del 2006, che ha lanciato Ollanta Humala come personaggio anti neoliberista, ha rotto le sempiterne formule e riunioni per l’unità della “vecchia sinistra tradizionale”; visto come una espressione di settori che cercavano una candidatura differente da quella di Alan García, prese posizione come canditato-caudillo.
Da allora fino ad oggi, si sta manifestando una pericolosa tendenza anti popolare, la sua condanna delle sentenze della CIDH contro lo Stato Peruviano per le violazioni dei diritti umani favorevoli agli ex guerriglieri, non solo dimostra la sua essenza reazionaria ma che va sempre più a destra e si pone alla destra del Vicepresidente Giampietri.
La vecchia sinistra colloquiale prosegue nel suo desiderio di renderlo perenne, e questo, senza sviluppare un’analisi concreta della realtà nazionale e del progetto Ollantista, pretende di creare la grande unità delle sinistre intorno alla figura di Ollanta Humala, senza sapere che il progetto di governo di OH, non è nazionalista né di sinistra ma piuttosto di riformismo piccolo borghese, senza nessuna proposta di cambiamento radicale per le masse proletarie, concretamente, è improvvisazione, stupidità per il futuro, l’improvvisazione e la cecità sono la madre della sconfitta.
9. E suo fratello Antauro e l’Etnocacerismo?
Rpta. Su Antauro, sarebbe affrettato fare una analisi obiettiva, ma non si può scartare un sintonia di rapporti, di giudizi, di incontri nell’agire con l’etnocacerismo.
Nato tra i residui dell’ “Andahuaylazo”, l’etnocacerismo è la versione radicale del progetto di Ollanta Hamala, pertanto è necessario svelare l’essenza del nazionalismo, dove la borghesia attraverso i suoi teorici confonde la questione delle proprie radici e della propria natura, per utilizzarli nel compito di sostituire la lotta di classe con la lotta tra le nazioni, tutto il suo ambito dottrinale esclude gli elementi di classe e si sente reale in una pretesa psicologia nazionale come è quella del “meticcio”. Che è bensì l’enunciazione di “ideologie straniere”, e la proposta del “militarismo popolare”. È necessario determinare per avanzare, “appoggiarsi al nazionalismo ha una giustificazione storica” diceva Lenin, ma è necessario spiegare alle masse sfruttate che il suo unico alleato storico è il proletariato.
Il Grande Lenin disse nelle sue Tesi per il II Congresso dell’Internazionale Comunista: “Stringere una alleanza temporanea, senza unirsi … mantenere totalmente l’indipendenza del movimento proletario”.
10. È possibile che il fujimorismo in Perù ritorni al governo attraverso il voto per la figlia dell’ex presidente o per un’altra via?
Rpta. Per essere più chiari il fujimontesinismo, dall’aprile del 1992 è presente nel governo, nell’amministrazione del potere statale, mai se ne sono andati, sono presenti nel modello economico peruviano, nella Costituzione Politica dello Stato, nelle leggi, nella struttura e sfera militare e di polizia, nel clero e nel padronato. Solo che il cittadino comune, normale non lo vede, perché gli operatori politici e gli strateghi della disinformazione individualizzano il fujimontesinismo ed occultano la realtà, nasondono che è un perfetto sistema di organizzazione, una macchina di corruzione progettata e disegnata per un lungo periodo come risulta nel famoso Libro Verde. Del fujimontesinismo possiamo dire che è una dittatura perfetta.
Riguardo a Keiko Sofìa Fujimori, formata in una Università Nordamericana con il denaro del popolo e del narcotraffico, possiamo solo dire che è più un ripiego da saltimbanco saltato fuori dalla corda della politica creola, un richiamo per distrarre e manipolare il voto onesto e di conseguenza il popolo. Quale è il suo merito politico? Polvere, niente, salvo l’essere stata complice di tante morti, di innumerevoli violazioni dei Diritti Umani, un curriculum perfetto per la certificazione nordamericana.
Keiko Sofìa Fujimori, secondo le agenzie di sondaggio della destra si pone tra i primi tre posti nelle preferenze, niente di certo, per lo stesso fatto che la destra sta giocando le sue differenti carte, una delle quali manipolare i sondaggi, per conquistare alcuni voti delle masse incerte e così poter governare altri cinque anni, proseguendo lo stesso modello neoliberale, al servizio dell’impero nordamericano. Si manipolano i sondaggi, per confondere le masse incerte come lo fecero nelle elezioni regionali e municipali, a Lima.
11. Come si pongono le FAR-EPT di fronte all’attuale realtà latinoamericana, dove esistono vari governi rivoluzionari e tanti altri che si definiscono come progressisti?
Rpta. Di fronte alla realtà latinoamericana dove oggi sventolano veri boschi di bandiere di lotta, dove soffiano venti di unità, dignità e sovranità, dove si sta facendo un’accanita lotta contro le oligarchie, dove i popoli sono passati dalla difesa del proprio voto alla difesa dei propri processi di cambiamento, le FAR-EPT non possono mantenersi vacillanti né in silenzio, dalle nostre trincee di lotta, allarghiamo l’abbraccio solidario e l’impegno nella lotta per fare diventare realtà il sogno della Patria Grande.
La nostra strategia è di rispetto e difesa di tutto il processo sviluppato dal basso, di vera rappresentanza popolare che al giorno d’oggi è il motore delle trasformazioni; la continentalità della lotta obbliga i veri rivoluzionari a rafforzare tutti gli spazi di articolazione, di difesa dei processi che portano avanti i popoli fratelli del Venezuela, dell’Ecuador e della Bolivia.
12. Quale analisi fate sull’attuale crisi mondiale che sta vivendo il capitalismo, e come la stessa influisce sulla realtà peruviana?
Rpta. Un veloce ripasso della nostra analisi sulla crisi mondiale del capitalismo, parte segnalando che questa crisi si manifesta come un uragano nei paesi sviluppati e che va travolgendo in maniera concatenata i paesi sottosviluppati come il Perù, come conseguenza della sottomissione politica, economica, finanziaria e commerciale, pilastri su cui si sostiene l’economia mondiale.
Questa crisi che ha obbligato l’Amministrazione Nordamericana, ad iniettare circa 700 mila milioni di dollari nel sistema finanziario per salvarlo dalla bancarotta, ha generato un grande buco nel proprio sistema bancario. Questa crisi, non pronosticata dai guru si vedeva giungere, visto che l’economia mondiale è stata e viene sostenuta dall’espanasione della sua industria bellica che è orientata sul controllo del petrolio, principale fonte di energia mondiale e che, come già sappiamo, si trova nel sottosuolo dei paesi mediorientali.
Questa a sua volta colpisce l’economia peruviana la cui struttura produttiva poggia sullo sfruttamento di materie prime con poco valore aggiunto, dipendendo dal mercato internazionale, fatto che obbligherà le imprese ad effettuare aggiustamenti nel proprio organico del personale, generando disoccupazione.
L’economia peruviana per la sua struttura produttiva e la relazione di dipendenza commerciale, dovrebbe esserne fortemente colpita, dire con leggerezza che sarà visto come un paese rifugio di capitali, non ha nessun sostentamento tecnico. È necessario ricordare che l’economia locale dipende dalle rimesse annuali di circa 3 miliardi di dollari che inviano i peruviani che lavorano all’estero, che saranno colpiti a livello occupazionale, che si ripercuoterà sulle loro entrate familiari, destabilizzando il sistema finanziario locale, che ha aperto linee di credito ipotecario attraverso il programma Mi Vivienda (La mia casa); ci saranno anche problemi nelle compagnie per il pagamento con le carte di credito, che sostengono l’attuale dinamica di consumo.
Alla fine, la crisi del capitalismo ha ridotto la domanda di prodotti per il mercato nordamericano, ha diminuito il valore delle materie prime ed abbassa la vendita di prodotti non tradizionali (agroindustria, confezioni, ecc.).
13. Con quali movimenti, partiti o organizzazioni dell’America Latina e del Terzo Mondo vi identificate e vi sentite affratellati?
Rpta. Il nostro internazionalismo ha la sua base, il suo fondamento nel Socialismo, per il quale, davanti allo sviluppo di processi di cambiamento e di trasformazione che sta vivendo il Latinoamerica e comprendendo che l’imperialismo sta disegnado una strategia continentale controrivoluzionaria, i nostri popoli che condividono un passato comune, ribadiamo, debbono unire le loro forze per ottenere la vittoria; in questa direzione ci identifichiamo con tutto il processo libertario, di rivendicazione popolare che i nostri popoli stanno sviluppando.
Noi ci uniamo alle organizzazioni guerrigliere che stanno dando una dura battaglia al nemico di classe, dalle calde montagne di Lacandona, passando per le selve colombiane fino alle terre Mapuche, con tutti loro, ci facciamo carico della Continentalità delle lotte.
E la nostra voce vicina ci rende fratelli nella lotta, nell’azione rivoluzionaria con i compagni delle FARC-EP ai quali facciamo arrivare la nostra voce di incoraggiamento ed insurrezione, affratellati nella storia facciamo nostro il cammino che tra gli altri indicano i Comandanti Manuel, Raúl, Briceño ed Efraín.
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
“Habla la guerrilla tupacamarista del Perú: “Aspiramos al socialismo y seguimos en armas“” traducido para Resumen Latinoamerciano por S., pubblicato il 05-02-2011 su [http://www.resumenlatinoamericano.org/index.php?option=com_content&task=view&id=2427&Itemid=0&lang=es], ultimo accesso 09-02-2011. |