L’Honduras è un paese dell’America centrale con poco meno di 8 milioni di abitanti. L’economia si basa sulle esportazioni di banane e caffé e sull’invio di rimesse da parte degli emigrati negli Stati Uniti, dopo Haiti è il paese più povero della regione. I paese è stato governato da un regime militare dal 1963 al 1982. Nel 2009 un colpo di Stato ha rovesciato un governo che proponeva una riforma costituzionale e aveva allontanato il paese dalla tradizionale influenza statunitense. Gli Stati Uniti posseggono nel paese la base aerea di Palmerola.
1. Dalla dominazione spagnola alla Repubblica del Centroamerica
Il territorio dell’Honduras era abitato da varie società sedentarie quando arrivarono gli spagnoli che le sottomisero definitivamente nel 1537. Gli indigeni sono oggi il 7% dei quasi 8 milioni di abitanti dell’Honduras, ma i meticci sono il 90%,durante l’epoca della dominazione europea sono stati deportati anche schiavi africani, i neri arrivano oggi al 2%.1
Parte della Capitania General del Guatemala, una delle suddivisioni amministrative dell’immenso impero spagnolo nel Nuovo Mondo, l’Honduras comincia la propria tradizione istituzionale nel 1786 con la creazione dell’Intendencia de Comayagua che nel 1821 proclama, subito dopo il Guatemala, la propria indipendenza dalla corona spagnola. Due anni dopo formò con le altre provincie della regione l’effimera Repubblica Federale del Centroamerica che sopravviverà 15 anni lasciando però un segno profondo nell’immaginario politico: il sogno di una unione in una Patria Grande che l’accomuna ai contemporanei tentativi di Simon Bolivar nella Gran Colombia (1819-1831) e che in questi anni viene richiamato per sostenere il progetto di una più stretta integrazione latinoamericana fuori dall’influenza di Washington. Personaggio simbolo di questo periodo è il generale Francisco Morazán (1792-1842), presidente della Repubblica (1830-1834, 1835-1839) che tentò invano di tenere insieme le parti della Federazione.
2. La repubblica della banane
2.1. Frutta, politica e colpi di Stato
A partire dal 1840 l’Honduras conosce nell’alternanza tra partito liberale e partito conservatore la debole democrazia che prima l’Inghilterra e poi gli Stati Uniti consentono all’America latina purché resti loro mercato privilegiato e fonte di materie prime e prodotti alimentari non lavorati. Nel corso del Novecento l’Honduras si specializza nella produzione di banane contribuendo allo sviluppo di San Pedro Sula, oggi seconda città per popolazione (oggi 800.000 abitanti contro gli 1,3 milioni di Tegucigalpa) ma principale centro economico del paese. Le due principali multinazionali statunitensi United Fruit e Cuyamel si fronteggiano fino al 1929, quando la seconda viene acquistata dalla prima. Padrona dell’economia e della politica dell’Honduras la United Fruit, dal 1970 Chiquita, sostiene la presidenza del generale Tiburcio Carías Andino (1932-1949) e dei suoi successori, membri del Partido Nacional da lui fondato.2 Nel 1954 uno sciopero di più di un mese alla United Fruit si estende all’altra bananera Standard Fruit Co. e a tutto il paese3, facendo traballare il governo del partito nacional e favorendo la vittoria di Ramón Villeda Morales che riuscì ad arrivare al potere dopo tre anni di colpi di stato, scioperi generali e giunte militari4. Durante la sua presidenza (1957-1963) sono legalizzati i sindacati, viene realizzata una riforma agraria e concesso il voto alle donne. Mentre a Cuba vince la Rivoluzione (1959) e Kennedy inizia la guerra del Vietnam in Honduras l’oligarchia e le multinazionali sostengono il golpe di Osvaldo López Arellano (1963) che instaura una dittatura che durerà fino al 1975 quando verrà deposto da un altro colpo di stato militare: gli honduregni torneranno a votare solo nel 1982.
2.2. Testa di ponte degli Stati Uniti in Centro America
Durante gli anni della dittatura militare il Dipartimento di Stato USA finanzia generosamente i militari honduregni: dallo stato Centro Americano partono i contras (paramilitari anti-guerriglieri) che combattono contro il Nigaragua dove i sandinisti hanno preso il potere (1979-1990), e contro le guerriglie di Salvador (Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional, 1979-1992) e Guatemala (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca, 1982-1996).
Nel 1982 viene scritta la nuova costituzione, che sancisce il primato del libero commercio, non riconoscendo allo stato il diritto di intervenire in economia e non dandogli i mezzi fiscali per promuovere lo sviluppo del paese e la fornitura dei servizi pubblici (solo il 14% del PIL va oggi allo stato), e pone l’esercito a sorvegliare l’ordine sociale5.
Con il ritorno delle elezioni non cessa il ruolo strategico dell’Honduras in America centrale. L’ambasciatore USA John Negroponte (1981-1985) sostiene l’aumento da 4 a 77,4 milioni di dollari annui di finanziamento militare all’Honduras, “il territorio honduregno presto venne seminato da piste d’atterraggio, magazzini di rifornimenti e accampamenti per le truppe della contra. Migliaia di militari regolari degli Stati Uniti (e molti agenti della CIA e veterani del Vietnam) e della Guardia Nazionale dell’Honduras si sostituivano nel servizio nel paese e l’economia locale era inondata da centinaia di milioni di dollari. Tutte queste attività rafforzarono il potere dei militari honduregni.”6, nei pressi di Comayagua viene costruita la base aerea di Soto Cano (o Palmerola) che arriva ad ospitare fino a 5000 soldati USA, mentre oggi ve ne sono tra i 500 e i 600.7
Gli anni Novanta si aprono con il Plan de ajuste (riforme strutturali liberiste) di Callejas: come in tutta l’America latina su “consiglio” del FMI vengono aumentate le imposte indirette sui beni di consumo, aumentato del 50% il prezzo dei carburanti, svalutato il lempira (la moneta honduregna che alla fine degli anni Ottanta valeva mezzo dollaro). Queste misure, associate al crollo dell’aiuto militare nordamericano (per la fine del governo sandinista in Nicaragua e delle guerriglie negli altri paesi), fanno sprofondare il paese ulteriormente nella crsisi, nella povertà e nella disuguaglianza. Nel 1996 Carlos Reina cerca di ridimensionare il potere dell’esercito togliendogli il controllo della polizia che passa alle dipendenze del ministero della Sicurezza, ma i militari honduregni continuano ad essere addestrati a Palmerola o in Georgia, alla escuela de las Americas come l’attuale capo delle forze armate, e esecutore del colpo di stato militare del 2009, Romeo Vásquez.
3. La presidenza Zelaya
Nel 2005 Manuel Zelaya Rosales (1952), candidato del Partito Liberale vince le elezioni. Agli inizi del 2006 inizia il suo mandato durante il quale aumenta il salario minimo (da 126 a 202 euro mensili) e sposta pericolosamente l’Honduras verso l’asse cuba-venezuela e fuori dall’area di influenza statunitense associando il suo paese all’ALBA (2008). 8
Il conflitto tra il governo di Zelaya, che trova il consenso di sindacati e movimenti sociali, e la vecchia oligarchia (rappresentata da Congresso, Esercito, Corte Suprema), i cui interessi sono legati allo scambio ineguale con gli Stati Uniti e ai suoi finanziamenti militari trova il pretesto per esplodere nella proposta di Zelaya di convocare le elezioni per un’Assemblea costituente.
La convocazione di un’Assemblea costituente avvicina ulteriormente la linea politica di Zelaya a quella dei suoi alleati dell’ALBA: infatti tutti i governi che si rifanno al cosidetto socialismo del siglo XXI (Venezuela, Bolivia, Ecuador) l’hanno inserita nel loro programma. Essa suscita inoltre le speranze della popolazione honduregna in una ripartizione più equa della ricchezza nazionale.
Attraverso una consultazione popolare indetta per il 29 giugno l’elettorato dovrà decidere se collocare una cuarta urna allle elezioni del 29 novembre 2009: quella per eleggere un’Assemblea costituente oltre a quelle per le elezioni presidenziali, legislative e amministrative.
4. Il colpo di Stato del 2009
4.1. 28 giugno
Ma l’esercito si rifiuta di organizzare i seggi, la corte suprema afferma l’illegalità della consulta e la mattina del voto, domenica 28 giugno, le Forze Armate arrestano ed espellono dal paese il presidente Zelaya. Viene dichiarato il coprifuoco, carri armati e camion pieni di soldati si posizionano nelle strade di Tegucigalpa e vari elicotteri dell’Esercito non lasciano sorvolare la Casa Presidenziale e il Parlamento. Intanto, davanti al palazzo presidenziale 15.000-20.000 persone manifestano il loro appoggio al presidente deposto.
In una seduta straordinaria del congresso convocato qualche ora dopo l’espulsione dal paese del presidente Zelaya viene nominato presidente ad interim Roberto Micheletti fino a quel momento presidente della camera. Il Congresso non potendo avvallare costituzionalmente la destituzione di Zelaya ha mostrato una lettera falsificata in cui il presidente deposto rinuncia al suo incarico per motivi di salute, un fatto immediatamente smentito da Zelaya.
Zelaya viene accusato di voler farsi eleggere per un altro mandato modificando la costituzione, la falsità di questa affermazione è evidente: le elezioni presidenziali, alle quali Zelaya non si sarebbe potuto candidare, si sarebbero tenute lo stesso giorno delle elezioni per l’Assembla incaricata di modificare la costituzione. La giustificazione insostenibile del golpe viene però ambiguamente legittimata dai media democratici come CNN ed El País. Anche l’illegalità della Consulta è una falsità, essa si basa sulla legge di partecipazione civica del 27 gennaio 2006, che all’art. 2 garantisce “i diritti dei cittadini di proporre e decidere [in materia] di questioni pubbliche”9
Tutti i paesi dell’America latina di schierano compatti contro il golpe e l’OSA (Organizzazione degli Stati Americani) espelle l’Honduras il 5 luglio. Gli Stati Uniti, accusati da alcuni paesi (Venezuela, Nicaragua) di essere dietro al golpe si barcamenano tra la richiesta di un ritorno all’ordine costituzionale e il sostegno ad alcune tesi dei golpisti: Hillary Clinton non userà mai le parole “Colpo di Stato” ma “Crisi costituzionale”, alcuni politici repubblicani appoggiano apertamente i golpisti (vedi Golpe in Honduras). È comunque un fatto che subito dopo essere stato arrestato Zelaya è stato portato nella base statunitense di Palmerola.
4.2. La nascita del Fronte di Resistenza, le trattative, lo stato d’assedio
Organizzazioni sociali indigene e sindacali subito si organizzano per contestare un golpe che vuole bloccare espressamente la possibilità di cambiare la costituzione. Tra le maggiori organizzazioni del Fronte di Resistenza Nazionale contro il Colpo di Stato vi sono la Federación Unitaria de Trabajadores de Honduras (FUTH), il Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas (COPINH) e Via Campesina. Il Frente assorbe e organizza tutte le spinte individuali alla resistenza, e partecipa anche ai colloqui tra il governo deposto e i golpisti fin quando si acccorge che l’accordo accettato da Zelaya, che però continua a sostenere, sarebbe stato una grave sconfitta (13 ottobre)10
Infatti già dal 18 luglio il presidente del Costa Rica Óscar Arias, sponsorizzato da Washington, ha lanciato una proposta di mediazione che in realtà salva l’apparenza (ritorno alla presidenza di Zelaya) ma salva i golpisti e le conquiste del golpe: governo di riconciliazione, amnistia per tutti e soprattutto rinuncia all’Assemblea costituente. Ma ai golpisti vanno strette anche queste concessioni e le trattative non evolvono fin quando Zelaya non riesce ad entrare clandestinamente nel paese, trovando ospitalità nell’ambasciata brasiliana a Tegucigalpa (21 settembre).
Il governo golpista, di fronte al pericolo di insurrezione, più volte invocata da Zelaya, ha così inasprito la repressione reimponendo subito un lunghissimo coprifuoco di 18 ore (il coprifuoco fornisce ai militari, impegnati nella persecuzione dei sostenitori di Zelaya, la garanzia che i loro crimini non vengano documentati da giornalisti e attivisti dei diritti umani), e dichiarando lo Stato d’assedio (Decreto esecutivo PCM 016-2009) per un periodo di 45 giorni a partire dal 27 settembre.
La portata di questa decisione è enorme, visto che fornisce a militari e governo il potere di arrestare “persone considerate sospette o chiunque metta in pericolo la propria vita o quella degli altri”, sgomberare edifici pubblici occupati dai manifestanti, sciogliere riunioni non autorizzate (ogni manifestazione è da allora vietata) e chiudere giornali, radio, televisioni (cosa che è puntualmente avvenuta con la chiusura di Radio Globo, schieratasi contro il golpe, e l’arresto della sua redazione). Il 6 ottobre il fronte torna dopo 10 giorni a manifestare senza venir attaccato dalla polizia.
4.3 Le elezioni-farsa
Le elezioni sono ormai imminenti e gli Stati Uniti spingono per una soluzione: il sottosegretario per l’America latina Thomas Shannon viene inviato a Tegucigalpa (30 ottobre) e l’accordo viene concluso. Zelaya dovrebbe tornare alla presidenza dopo l’approvazione del Congresso che però prende tempo, dopo 6 giorni il presidente deposto si accorge di essere caduto in una trappola: Micheletti assume la presidenza del governo di riconciliazione composto dai soli politici che avevano appoggiato il golpe. I golpisti hanno però ottenuto ciò che cercavano: gli Stati Uniti riconosceranno le elezioni del 29 novembre indipendentemente dal ritorno di Zelaya alla presidenza (e questo viene dichiarato quando ancora ci sono possibilità che ciò avvenga, facendo perdere ogni interesse a Micheletti di ritirarsi in favore del presidente regolarmente eletto).
Le elezioni di novembre vengono boicottate dal Fronte di Resistenza secondo il quale l’astensione è stata del 79,5%, si vota senza osservatori internazionali, senza campagna elettorale, dopo 5 mesi di stato di polizia e con la polizia che lo stesso giorno attacca una manifestazione a San Pedro Sula. Nonostante tutto questo USA, Israele, Colombia, Perù, Costa Rica riconoscono la vittoria del candidato del Partido Nacional Porfirio “Pepe” Lobo, secondo il governo golpista l’astensione è stata solo del 37% . Micheletti è stato sostituito da Lobo il 27 gennaio 2010. Nel corso dei mesi, pur non placandosi la repressione, molti stati hanno riconosciuto il nuovo governo (Messico, Cile, tutti i paesi del Centroamerica compreso il Nicaragua, tutti i più importanti paesi dell’UE) spicca però l’accusa di essere in continuità con il Colpo di Stato della maggior parte dei paesi del Sud America: Venezuela, Ecuador, Bolivia, Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile.
5. Il governo Lobo
5.1. Continua la repressione
Il 27 gennaio Lobo si insediava alla presidenza del paese. Lo stesso giorno il congresso approvava un’amnistia generale. L’amnistia avrebbe dovuto riguardare anche il presidente deposto, accusato dal governo di abuso di autorità e falsificazione di documenti, ma quest’ultima accusa è rimasta pendente sul capo di Zelaya, impedendogli di tornare nel paese dove è stato nominato coordinatore del Fronte di resistenza. è di ieri la notizia della nomina a Zelaya di deputato al parlamento centroamericano, che gli fornirà l’immunità parlamentare che gli permetterà di tornare in Honduras.
Lobo ha anche insediato una Commissione per la Verità e la Riconciliazione (4 maggio) guidata dall’ex-presidente guatemalteco Eduardo Stein, con l’incarico di arrivare a delle conclusioni entro otto mesi; il 28 giugno è invece stata insediata una Commissione per la Verità alternativa da parte della Piattaforma dei Diritti Umani, di questa fanno parte Luis Carlos Nieto (Spagna), Craig Scott (Canada), Nora Cortiñas (Argentina), Elsie Monge (Ecuador), Mirna Perla (El Salvador), Francisco Aguilar (Costa Rica), Adolfo Pérez Esquivel (Argentina), Francois Houtard (Belgio), Helen Umaña e Padre Fausto Milla (Honduras).
Ma la repressione non s’è arrestata, anzi, contro alcuni settori è aumentata, forse proprio per il clima di acquiescienza che gode il regime Lobo rispetto a quello Micheletti per via della legittimità pretesa dalle elezioni-farsa del 29 novembre. Negli ultimi otto mesi, infatti, sono stati assassinati 10 giornalisti; molti di questi uccisi mentre viaggiavano in automobile o uscivano da casa o dal lavoro, inutile dire che nessuno dei sicari che li hanno assassinati sono stati catturati.11 Come durante il golpe tutti i maggiori mezzi d’informazione sostengono il governo, sebbene la Resistenza si avvalga di radio locali o qualche piccola televisione, la libertà di informazione viene pesantemente condizionata da questi eventi.
I movimenti sociali sono stati repressi duramente, come d’altronde avviene in altri paesi dell’America latina senza bisogno di colpi di Stato e senza l’attenzione dei media occidentali. Solo tre settimane fa un corteo pacifico di docenti, in trattativa con il governo per il pagamento dei contributi arretrati, è stato attaccato dalla polizia che ha sparato lacrimogeni fin dentro l’Università Pedagogica Nazionale. Ancora oggi l’università è chiusa e occupata dalla polizia. Come nei mesi successivi al golpe la polizia o l’esercito carica cortei e manifestazioni: il 15 settembre, giorno dell’Indipendenza nazionale, la polizia ha attaccato gli spettatori di un concerto promosso dalla Resistenza a San Pedro Sula uccidendo un ragazzo e arrestando 31 persone.
Centinaia di minacce, torture e violenze sono state denunciate dal Comitato per la Difesa dei Diritti Umani (CODEH) e dal Comitato dei Familiari dei Detenuti e dei Desaparecidos (COFADEH) secondo il quale durante la presidenza Lobo le violazioni dei diritti umani sono aumentate del 45%. Purtroppo anche i morti non sono calati, oltre agli 10 giornalisti e agli 11 contadini dell’Aguán militarizzato, sono stati uccisi almeno 14 militanti e una figlia di una dirigente del Fronte, già superano gli almeno 34 assassini di militanti e giornalisti compiuti durante i 7 mesi di regime Micheletti.12
5.2. Il ritorno sotto l’ala degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti hanno riconosciuto per primi la legittimità delle elezioni-farsa e presto è arrivata anche la ricompensa. L’8 aprile è stata annunciata la concessione di una nuova base militare agli Stati Uniti, oltre a quella aerea di Palmerola, la base navale sarà costruita nel dipartimento di Gracias a Dios nel nordest del paese al confine con il Nicaragua, e sarà costituità da un edificio multifunzionale, da un centro operativo e da un molo per l’attracco di lance di pattugliamento. L’ambasciatore statunitense Hugo Lorens ha spiegato che la base sarà sotto la giurisdizione della Forza Navale dell’Honduras, assistita da ufficiali del Comando Sur dell’esercito statunitense.13Due mesi dopo è arrivato l’annuncio della concessione da parte degli USA di 20 milioni di dollari addizionali, oltre ai 75 già previsti, “specificatamente per appoggiare il sistema di sicurezza”.
Anche l’UE rafforza i suoi interessi in Honduras, e nel resto della regione, con l’Accordo Di Associazione Unione Europea Centro America (AdA UE-CA) firmato il 19 maggio in occasione del Vertice Ue America Latina e Caraibi al quale l’Honduras non ha partecipato per il rifiuto dei paesi dell’Unasur. I negoziati dell’AdA erano iniziati nel 2007 suscitando grandi opposizioni nei paesi centroamericani che già avevano sperimentato i danni del CAFTA, l’accordo di libero commercio firmato nel 2005 con gli Stati Uniti. L’AdA permetterà ai paesi europei di invadere con i loro prodotti i paesi centroamericani, lasciandoli nel ruolo di piantagioni di banane e riserva di manodopera a basso costo per le maquiladoras, le fabbriche di assemblaggio che importano i semilavorati ed esportano i prodotti finiti, lasciando nel paese in cui sono istallate solo lavoratori spremuti fino all’osso. Nota a margine del VI vertice UE-AL l’intervista di Lobo alla televisione pubblica spagnola in cui replica il lapsus froidiano fatto tempo prima alla CNN: in Honduras c’è stato un golpe de Estado (vedi video su You Tube: CNN e TVE).
5.3. Il Fronte si struttura
Dopo il riconoscimento internazionale delle elezioni honduregne ed il cambio al vertice del governo Il Fronte di Resistenza contro il Colpo di Stato ha cambiato nome in Fronte Nazionale di Resistenza Popolare ed ha rafforzato la sua struttura pur affermando a più riprese di non voler diventare un partito politico.Il 10 luglio 2010 il Fronte ha lanciato la sua prima Assemblea nazionale a Tocóa che ha deciso la nomina di Zelaya a coordinatore (che però si trova ancora in Costa Rica) e la composizione del comitato esecutivo di 15 persone: Juan Barahona e Carlos H. Reyes (entrambi i dirigenti dello STYBIS in rappresentanza di Tegucigalpa), Will Paz (Colón), Leonel Amaya (Olancho), Lucía Granados (San Pedro Sula), Lilí Aguilar (Lempira), María Antonia Martínez (del movimiento Feministas en Resistencia), Porfirio Amador (Choluteca), Jaime Rodríguez y Edgardo Casaña (della Federación de Organizaciones Magistrados de Honduras FOMH), Juan Chinchilla (Juventud Bajo Aguan), Víctor Petit (Comayagua), Teresa Reyes (Organización Fraternal Negra de Honduras Ofraneh), José Luis Baquedano (Confederación Unitaria de Trabajadores de Honduras CUTH).14
Il 20 aprile FNRP ha lanciato una campagna per la raccolta di firme per un’Assemblea Costituente, conclusasi il 15 settembre con 1.269.142 firme superando l’obiettivo di 1,25 milioni che si era prefissato. Le firme non verranno consegnate alle autorità dello stato non riconosciute dal Fronte, che organizzerà una consulta popolare dal basso.15Quella dell’Assemblea costituente resta la principale rivendicazione del Fronte che non riconosce il governo in carica, un movimento e una forza politica plurale che mostra consenso verso il chavismo e in generale verso un’emancipazione dagli Stati Uniti.
5.4. Il conflitto contadino nel basso Aguán
L’Aguán, dove il 9 dicembre il Movimiento Unificado Campesino del Aguán (MUCA) ha iniziato il recupero delle terre usurpate da grandi proprietari, è stato militarizzato e gli squadroni della morte assoldati dai grandi proprietari hanno ucciso negli ultimi mesi 11 militanti del MUCA, l’ultimo l’11 settembre.16 In questa provincia del nord del paese, un vasto territorio di quasi 6.000 ettari venne comprato all’inizio degli anni Ottanta dallo stato che ne utilizzò una parte per l’addestramento che i soldati nordamericani fornivano ai contras (vedi sopra), nel frattempo i grandi proprietari confinanti come René Morales, Reinaldo Canales e Miguel Facussé, zio dell’ex-presidente honduregno che porta lo stesso cognome e uno dei più potenti uomini del paese (per approfondire), se ne appropiarono. Su queste terre è stata piantata estensivamente la elaeis guineensis detta anche palma africana, dalla quale si estrae un olio utilizzato nell’industria alimentare e per produrre etanolo, oltre a togliere terre alla coltivazione di prodotti alimentari la palma africana desertifica il terreno dove viene coltivata in 20 anni. I braccianti di questa regione si sono organizzati 18 anni fa nel MCA per chiedere che le terre di proprietà dello Stato vengano redistribuite alla popolazione tramite una riforma agraria ed hanno iniziato a riappropiarsi delle terre occupate abusivamente dai latifondisti, formando cooperative e subendo minacce e violenze. Dopo il 2001 lo stato iniziò la distribuzione dei titoli di proprietà ai contadini, ma questo processo è stato bloccato dal colpo di Stato.17 Nel dicembre 2009 il MUCA riprendeva l’occupazione delle terre e lo stato inviava 5000 militari per tenere soto controllo la regione, mentre i sicari dei latifondisti iniziavano un’escalation di violenza verso i contadini organizzati. In questo clima, ad aprile il governo Lobo firmava un accordo con il MUCA in cui prometteva la redistribuzione di 11.000 ettari e la costruzione di alloggi popolari per 2.500 persone. L’accordo è stato disconosciuto dai proprietari che infatti hanno continuato le violenze e gli assassini, solo 3.000 ettari, di cui poco più della metà coltivati, sono stati consegnati e sulle teste di 57 leader del MUCA pendono 152 ordini di cattura.18
L’opposizione dei latifondisti all’accordo firmato da Lobo con il Muca, i ripetuti viaggi all’estero del presidente ogni volta che la situazione si fa più tesa, le sue recenti dichiarazioni di temere a sua volta un colpo di Stato, per quanto paradossali possano sembrare, mostrano la reale consistenza di un presidente pupazzo, specchietto per le allodole come le elezioni-farsa dell’anno scorso, necessario solo a coprire il mantenimento delle redini del paese nelle mani dell’oligarchia honduregna, attenta ai propri interessi e a non spiacere agli Stati Uniti.
Quest’articolo scritto dal Comitato Carlos Fonseca è riproducibile liberamente citando la fonte
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Golpe in Honduras narrazione più particolareggiata
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FNRP | Fronte Nazionale di Resistenza Popolare |
COFADEH | Comitato dei Familiari dei Detenuti e Desaparecidos dell’Honduras |
COPINH | Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras |
CODEH | Comitato per la Difesa dei Diritti Umani dell’Honduras |
MCA | Movimento Contadino dell’Aguán |
STYBIS | Sindacato Lavoratori Industria delle Bevande e Simili |
Note
1 Cia World Factbook, aggiornato il 27-08-2010 [http://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ho.html], consultato il 11-09-2010.
2Mauricio David Idrimi, Honduras bajo golpe de estado, pubblicato il 29-06-2009 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=87766], consultato il 11-09-2010.
3Tomás Erazo Peña, Honduras: A 50 años del alzamiento popular de 1954, pubblicato il 04-2004 su [http://www.monografias.com/trabajos15/alzamiento-honduras/alzamiento-honduras.shtml], ultimo accesso 11-09-2009.
4Ramón Villeda Morales, [http://www.answers.com/topic/ramon-villeda-morales], consultato il 11-09-2010.
5Mario Casasús, “La oligarquía dio el golpe de Estado para quedarse, no para entregar el poder en las elecciones” Entrevista a Carlos H. Reyes, candidato independiente a la Presidencia de Honduras, pubblicato il 28-10-2009 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=94116], ultimo accesso 12-09-2009.
6Mauricio David Idrimi, già cit.
7Nikolas Kozloff, The Coup and the U.S. Airbase in Honduras, pubblicato su [http://www.soaw.org/presente/index.php?option=com_content&task=view&id=227&Itemid=74] consultato il 17-09-2010.
8Maurice Lemoine, Honduras, fermo immagine di guerra fredda, Le Monde Diplomatique 14-09-2009, anche in rete su [http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Settembre-2009/pagina.php?cosa=0909lm14.01.html], ultimo accesso 12-09-2010.
9Ibidem.
10 Arnold August, Honduras: la creciente madurez política y organizacional brindará la victoria, pubblicato il 01-11-2009 su [http://www.tercerainformacion.es/spip.php?article10852], ultimo accesso 12-09-2010.
11Honduras: il golpe continua, un altro giornalista assassinato, pubblicato il 28-08-2010 su [http://comitatocarlosfonseca.noblogs.org/post/2010/08/28/honduras-il-golpe-continua-un-altro-giornalista-assassinato/].
12Un muerto y 31 personas detenidas saldo de la represión militar policia, pubblicato il 15-09-2010 su [http://www.resistenciahonduras.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1115:un-muerto-y-31-personas-detenidas-saldo-de-la-represion-militar-policial&catid=95:resistencia&Itemid=334], ultimo accesso 17-09-2010; AGOSTO FATIDICO PARA LOS DERECHOS HUMANOS EN HONDURAS, pubblicato il 03-09-2009 su [http://hondurasenlucha.blogspot.com/2010/09/agosto-fatidico-para-los-derechos.html], ultimo accesso 17-09-2010; En seis meses Lobo supera en un 45 por ciento las violaciones de derechos humanos cometidas por Micheletti en siete, pubblicato il 15-08-2010 su [http://www.resistenciahonduras.net/index.php?option=com_content&view=article&id=834:lobo-supera-45-por-ciento-mas-violaciones-a-derechos-humanos-en-seis-meses-que-micheletti-en-siete&catid=60:derechos-humanos&Itemid=244], ultimo accesso 17-09-2010; Aumentan las violaciones a los Derechos Humanos en #Honduras, pubblicato il 7-06-2010 su [http://tercerainformacion.es/spip.php?article15860], ultimo accesso 18-09-2010; Muertes en el golpe de estado, aggiornato il 24-03-2010 su [http://www.cofadeh.org/html/muertos_golpe/index.html], ultimo accesso 18-09-2010.
13 ABN, Inaugurada una nueva base militar estadounidense en Honduras, pubblicato il 10-04-2010 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=103854], ultimo accesso 17-09-2010
14El Frente Nacional de Resistencia Popular presenta su Comité Ejecutivo y muestra la fuerza de su estructura nacional, pubblicato il 14-07-2010 su [http://www.tercerainformacion.es/spip.php?article16821], ultimo accesso 17-09-2010.
15 Red Morazánica de Información, Frente Nacional de Resistencia supera la meta de un millón 250 mil firmas, pubblicato il 12-12-2010 su [http://www.resistenciahonduras.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1087:fnrp-cumple-y-sobrepasa-meta-del-millon-250-mil-firmas-soberanas-para-constituyente-y-retorno-de-manuel-zelaya-&catid=95:resistencia&Itemid=334], ultimo accesso 16-12-2010.
16 Giorgio Trucchi, Honduras: ¿Cuánta sangre campesina más habrá que derramar?, pubblicato il 11-09-2010 su [Honduras: ¿Cuánta sangre campesina más habrá que derramar?], ultimo accesso 16-09-2009.
17Giorgio Trucchi, Movimiento Campesino del Aguán: una historia que merece ser contada, pubblicato il 5-07-2010 su [http://www.rel-uita.org/agricultura/palma_africana/mca-una_historia_que_merece_ser_contada.htm], ultimo accesso 16-09-2010.
18Giorgio Trucchi, Cínico plan desestabilizador en el Bajo Aguán, pubblicato il 16-06-2010 su [http://www.rel-uita.org/agricultura/palma_africana/plan_desestabilizador_en_el_bajo_aguan.htm], ultimo accesso 16-09-2010.