Articolo di Dick Emanuelsson e Mirian Huezo Emanuelsson
La Furia Popolare è terminata con diversi vetri rotti di due canali televisivi golpisti e della sede del Commissario per i DDUU del Congresso Nazionale, Ramón Custodio
– Intervista a Luis Baquedano, Segretario Generale della CUTH, Confederación Unitaria de Trabajadores de Honduras
– Dalla clandestinità parla René Andino, presidente del sindacato Sitraunah, che assicura che il sindacato ed i suoi membri daranno una forte risposta all’occupazione della UNAH e al saccheggio da parte di poliziotti e militari della sede sindacale
TEGUCIGALPA, 07-09-2010
Oggi migliaia di honduregni in tutto il paese hanno manifestato per le strade la loro indignazione per la situazione di estrema povertà, per lo sfruttamento padronale e per le nuove leggi che mettono in pericolo l’esistenza del movimento sindacale e il poco che è rimasto della stabilità lavorativa.
Hanno anche rifiutato il gioco cinico del regime di Porfirio Lobo che, incalzato dall’organizzazione padronale COHEP, dopo nove mesi di dilazioni ancora non è giunto ad un accordo negoziato con le centrali operaie sul salario minimo. L’offerta lobista di un buono di 2000 lempire per TUTTO l’anno 2010, approssimativamente due (2) dollari di aumento settimanale, è stata ricevuta dalla classe operaia organizzata honduregna come uno schiaffo.
È questa la lettura che questa mattina ci da in una intervista Luís Baquedano, segretario generale della CUTH, Confederazione Unitaria dei Lavoratori dell’Honduras, durtante l’occupazione della zona di Miraflores a Tegucigalpa.
Migliaia di lavoratori, soprattutto del settore pubblico, hanno manifestato con indignazione e con molta voglia di lottare per le proprie richieste. Le centrali operaie ed il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare avevano fatto la convocazione in due località: l’Università Pedagogica Nazionale Francisco Morazán (UPN) e l’Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (UNAH).
OGGI TOCCA AL SITRAUNAH DOMANI AL TUO SINDACATO
Quest’ultima università è stata occupata domenica scorsa alle 05.30 della mattina dai Cobra, dalla Polizia Preventiva e dall’Esercito Nazionale. La rettora ha chiuso l’università per una settimana con l’obiettivo di annichilire il combattivo sindacato dei lavoratori universitari, Sitraunah, con una azione che è considerato dai movimenti popolari honduregni come il primo passo per sbarazzarsi definitivamente del popolo organizzato in Honduras.
La decisione di una giudice di avvallare l’occupazione del Campo Universitario da parte delle forze militari e della polizia è stata respinta da tutta l’Honduras popolare, dice Baquidano, come un atto dittatoriale e promette di non lasciare solo il Sitraunah giacché la loro lotta è anche la lotta di tutto il movimento sociale e popolare in Honduras.
L’ordine della giudice di occupare il Campo Universitario è stato completato con l’ordine di arresto di 22 dirigenti del sindacato. Però solo due dirigenti, che la mattina di domenica scorsa si trovavano nell’università, sono in questo momento dietro le sbarre.
IL GENERALE E LA GENERALESSA CON COMPITI CONGIUNTI
Com’è la vita, no? L’uomo che l’anno scorso fece il colpo militare contro il presidente Manuel Zelaya, il generale Romeo Vázquez, ora è direttore di Hondutel e domenica scorsa è apparso insieme ai suoi “fratelli in armi” perché, probabilmente, il sindacato si era dedicato ad un “traffico grigio” utilizzando il vecchio impianto telefonico della UNAH che nemmeno serve per le comunicazioni interne e meno per le chiamate internazionali.
Lì stanno, il Pinochet honduregno e la moglie che fa parte della “Commissione per la Verità” che suppostamente indagherà sugli atti compiuti il 28 giugno dall’attuale direttore di Hondutel nel colpo di stato militare. Vai, che coordinamento di compiti mutui poiché dietro a questa montatura si nasconde un compito comune!
Scrive “Feministas en Resistencia” in un comunicato di stampa:
“Denuciamo la politica di criminalizzazione e messa sotto accusa del movimento universitario con la trovata di un intrigo di traffico grigio nell’UNAH e la persecuzione dei dirigenti del Sitraunah, che hanno ordini di licenziamento dai loro poslti di lavoro e di cattura. È evidente che la distruzione del Sitraunah conviene solo ai settori corrotti, poiché così si disfano dell’unica istituzione che controlla l’amministrazione universitaria” [1]
I DIRIGENTI SINDACALI PASSANO ALLA CLANDESTINITÀ
Dalla clandestinità parliamo con René Andino, presidente nazionale del sindacato, che promette che i lavoratori ed i dirigenti non cederanno alla forza fisica e alle minacce della rettora che si è equivocata circa il suo ruolo di dirigente dell’Alma Mater.
Il presidente del Sitraunah riferisce che “in questo momento siamo oggetto della persecuzione della forza pubblica, però non ci fermeranno. Non solo hanno attaccato ed invaso militarmente il Campo Universitario. Ieri, lunedì, hanno forzato le porte della sede del sindacato e sono entrati, rubando computer e archivi del sindacato”.
Queste azioni sono considerate una aperta violazione delle norme e degli accordi dell’OIT, Oranizzazione Internazionale del Lavoro, un organismo tripartito dell’Onu composto da governi, padroni e sindacati. Neppure in Colombia, dove migliaia di dirigenti ed attivisti sindacali sono stati assassinati dal Terrorismo di Stato, gli organi per la sicurezza si azzardano a commettere tali violazioni.
Circa il caso colombiano, la ratificazione del Trattato di Libero Commercio (TLC) tra il regime di Uribe ed il Congresso statunitense è stata come una cattiva notizia, quando i congresisti di parte democratica hanno giustamente impedito la ratificazione dell’accordo per le gravi violazioni umane e sindacali la cui, come nel caso honduregno, impunità è del 99 per cento.
In conclusione: se il regime di Pepe Lobo si sente solo e non ottiene né crediti né prestiti internazionali poiché è considerato come la continuazione del regime di fatto del colpo di stato del 28 giugno 2009, le azioni contro il Sitraunah e gli omicidi, le torture, gli arresti e la caccia alle streghe contro il movimento sindacale honduregno, mettono ancor di più in difficoltà il sostegno al regime giacché l’economia honduregna sta ad un pelo dal collassare, secondo tutti i calcoli.
IL RUOLO DEL POTERE GIUDIZIARIO
L’occupazione di domenica scorsa da parte della polizia e dei militari della UNAH è stata salutata da applausi nel settore golpista dei mezzi di comunicazione. Sono gli stessi media che accolsero il colpo di stato militare, cosa per nulla sorprendente se rappresentano le stesse classi sociali come nel Venezuela nell’aprile del 2002.
Però non appagati del colpo di stato, richiesero attraverso vari mezzi di comunicazione, come per esempio Canal 10, il cui padrone è Rodrigo Wong Arévalo, che fossero chiusi Radio Globo ed il canale televisivo Cholusat Sur. Il motivo era la forte opposizione di questi media menzionati contro il colpo di stato militare. Questi media antigolpisti varie volte furono occupati militarmente, mettendo dentro Radio Globo gli scarponi militari sulla testa dei lavoratori.
Il colonnello che lanciava i mixer e i delicati apparati dei mezzi di comunicazione nel cassone del veicolo militare, come fossero buste della spazzatura, e che vietava al procuratore per i DDUU, Sandra Ponce, di entrare nelle due sedi, violando apertamente la stessa costituzione che era servita come pretesto per fare il colpo di stato, questo colonnello è stato assolto dieci giorni fa dallo stesso potere giudiziario che aveva dato luce verde domenica passata all’occupazione da parte di militari e polizia del Campo Autonomo dell’università.
VETRI E FURIA POPOLARE
Molti collegni honduregni che, per paura di perdere il lavoro o di essere assassinati, non si arrischiano ad uscire con i propri nomi dicono che i mezzi di comunicazione golpisti hanno fatto nel paese centroamericano una guerra mediatica senza precedenti. Solo dal 27 gennaio dell’anno in corso sono stati assassinati dieci giornalisti, per dire nel periodo di presidenza di Porfirio Lobo.
Martedì scorso studenti e manifestanti della mobilitazione che partiva dall’UNAH hanno espresso il loro ripudio di questi media menzionati distruggendo una gran quantità di vetri degli edifici da dove vengono trasmessi i loro programmi pieni di veleno, e dove le centinaia di migliaia di manifestanti del movimento sociale e popolare sono qualificati come “ciurma, vandali, quattro gatti”. Questo è il caso di Rodrigo Wong Arévalo che è diventato il portavoce del golpismo e non fa nel suo canale ciò che si potrebbe chiamare giornalismo.
Anche Televicentro ha avuto la stessa sorte, o forse peggio, perché è difficile trovare sulla sua facciata un vetro che non sia rotto. Dagli studi la star Renato Álvarez ha diretto, durante tutto il periodo della destituzione del presidente Manuel Zelaya, una feroce campagna contro di lui e a favore del suo abbattimento.
Ultimamente non ha perso una opportunità per attaccare la lotta dei maestri che durante quasi quattro settimane di Sciopero Generale sono stati in strada unicamente per difendere il loro istituto di previdenza, Inprema, però Álvarez accusava i maestri di portare l’Honduras ad una “più grande povertà”.
PIETRE DI GOMMA?
Per la gioventù ribelle la terza sede è stata l’elegante sede del Commissario per i DDUU, eletto dal Congresso Nazionale, il signor Ramón Custodio, chiamato anche il “Commissario Pallottole di Gomma”. Questo nome lo ha guadagnato quando spiegava che i proiettili che uccisero il 5 luglio 2009 il giovane Isis Obed Murillo, di 19 anni, nell’aeroporto Toncontin, erano proiettili di “gomma”. Ora i giovani che hanno distrutto i vetri del signor “Goma” si difendono dicendo che non erano pietre-pietre ma pietre di gomma.
Per concludere l’azione nella sede del Commissario, i manifestanti hanno ammainato l’immensa bandiera honduregna ed issato la bandiera rossa del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare con il disegno del viso del libereratore del Centroamerica, Francisco Morazán. La bandiera nazionale successivamente è stata stesa nel congresso nazionale e di fronte al concentramento della polizia preventiva ed delle unità dell’esercito che, avendo molta voglia sulle loro facce di tirar fuori un’altra volta i manganelli ed i gas, hanno dovuto ascoltare parole come “assassini”.
LE MASSE SENZA O CON I PROPRI DIRIGENTI
La povertà, la miseria, lo sfruttamento lavorativo e padronale o la disoccupazione di un esercito di milioni di honduregni sta portando il paese ad uno scontro che nessuno sa che aspetti prenderà. Però qualcosa è certo, se il regime non ascolta le richieste di questo popolo, il popolo di Morazán non ricorrerà alle forme di lotta che forse i dirigenti vogliono.
E gli esempi della Bolivia del 2003 e del 2005 sono ancora vivi nella memoria. Evo Morales e i dirigenti dei differenti movimenti sociali capirono molto tardi che le masse boliviane passarono sopra alle decisioni di questi stessi dirigenti e fu solo nell’ultima settimana che Morales si unì completamente nel compito di abbattere nel 2003 il regime di Sánchez de Losada e nel 2005 il regime di Carlos Mesa.
Nel loro cammino le masse boliviane non solo ruppero i vetri, ma bruciarono anche le sedi dei partiti facenti parte del regime o dei vari mezzi di comunicazione che difendevano i governanti corrotti. È molto difficile controllare le masse scatenate che per secoli sono state calpestate, violate e colpite. E quando il fattore soggettivo matura, come diceva il Che, non c’è niente che le fermi.
Pepe Lobo dovrebbe pensare a queste esperienze storiche la prossima volta che si siede a negoziare con i dirigenti delle centrali operaie, ed intendere che, se non ascolta gli oppressi nel suo paese, può patire la stessa sorte dei suoi colleghi boliviani.
Nota
[1] Comunicado Feministas en Resistencia en contra de la ocupación de la UNAH:
tratto da La Haine
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
Dick Emanuelsson y Mirian Huezo Emanuelsson, “Honduras: Multitudinarias manifestaciones por el Paro Cívico Nacional”, traducido para Rebelión por S. Seguí, pubblicato il 09-09-2010 su [http://www.lahaine.org/index.php?p=13190] e [http://dickema24.blogspot.com/ ], ultimo accesso 13-09-2010. |